SBK

Max

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    Dopo aver lasciato sfogare Carlos Checa nell'ultima sessione di prove libere, Jakub Smrz è tornato a fare la voce grossa assicurandosi la Superpole del round del Miller Motorsports Park del Mondiale Superbike.

    Il pilota del Liberty Racing è riuscito a beffare lo spagnolo proprio a pochi istanti dalla bandiera a scacchi, piazzando un crono di 1'47"626, grazie al quale ha limato di poco meno di due decimi la prestazione messa a segno precedentemente dal campione del mondo in carica.

    Le Ducati, dunque, sembrano essere decisamente le moto da battere sul tracciato alle porte di Salt Lake City e la cosa è confermata dalla miglior prestazione in Superpole di Davide Giugliano: all'esordio al Miller, il campione della Superstock 1000 si è guadagnato un posto in prima fila, chiudendo quarto alle spalle della Kawasaki di Tom Sykes, risalita in classifica proprio quando contava.

    La seconda fila si apre invece con la Honda di Jonathan Rea, che però paga già un ritardo molto vicino al secondo, precedendo l'altra 1198 di Sylvain Guintoli. Gli ultimi ad accedere alla Superpole 3 sono stati Max Biaggi ed Eugene Laverty, anche se le loro Aprilia non sembrano particolarmente a loro agio su questa pista.

    Tutte eliminate le BMW: Marco Melandri e Michel Fabrizio sono stati beffati proprio all'ultimo secondo della Superpole 2, mentre Leon Haslam ha salutato la comitiva addirittura nel primo segmento, limitato da un problema con la gomma posteriore. Per quanto riguarda gli altri italiani, Lorenzo Zanetti è 12esimo, mentre Niccolò Canepa è stato vittima di una caduta e si è dovuto accontentare del 15esimo posto.

    18420_smrz-soffia-la-superpole-a-checa-in-extremis
     
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    Questa volta non ha dominato come un anno fa, ma Carlos Checa si è confermato per l'ennesima volta il re del Miller Motorsports Park. Quella arrivata in gara 1 è stata la quinta vittoria del pilota spagnolo su questo tracciato nel Mondiale Superbike, la terza consecutiva da quando guida la Ducati del Team Althea.

    Nella prima parte di gara il campione del mondo in carica ha lasciato sfogare Tom Sykes e Marco Melandri, pagando anche la carenza di velocità di punta della sua 1198R sul lunghissimo rettilineo della pista alle porte di Salt Lake City e subendo a più riprese il sorpasso di Jonathan Rea.

    Quando ha preso il comando delle operazioni però ha immediatamente stampato il giro più veloce ed ha messo un margine di oltre un secondo tra sé e gli inseguitori. Solo nel finale Melandri ha dato la sensazione di poterlo andare a riprendere, riducendo a poco più di mezzo secondo il ritardo, ma Checa ha saputo rispondere colpo su colpo ai tempi del ravennate, andando a centrare una vittoria meritata.

    Per il portacolori della BMW poi questo secondo posto è comunque un risultato importantissimo, almeno per un paio di ragioni: per prima cosa è riuscito a far volare la S1000RR su una pista che non aveva mai digerito, senza contare che il confronto con il compagno di squadra Leon Haslam è stato veramente impietoso. Il britannico ha tagliato il traguardo in decima piazza, ma almeno 20" più indietro.

    Sul terzo gradino del podio è salito il leader del campionato Max Biaggi, che proprio nel finale è riuscito ad avere la meglio sulla Honda di Jonathan Rea. Anche per il "Corsaro" si può parlare di un piazzamento insperato, anche se nel warm up i tecnici dell'Aprilia sembravano effettivamente aver trovato delle regolazioni interessanti per la sua RSV4.

    E non deve essere un caso che anche Eugene Laverty è risalito fino al quinto posto, piazzandosi davanti al poleman Jakub Smrz. Dopo le ottime prestazioni mostrate nei giorni scorsi, probabilmente ci si poteva attendere qualcosa in più del sesto posto a 13" dal pilota del Liberty Racing.

    Positivo invece il settimo posto di Chaz Davies, che nelle tornate conclusive ha scavalcato sia Sykes che Michel Fabrizio. Il portacolori della Kawasaki probabilmente ha chiesto troppo alle sue gomme per stare al comando nei primi giri e lo ha pagato precipitando in classifica nella seconda parte della corsa. Ora Tom quindi si ritrova a -13 da Biaggi in campionato, con una sola lunghezza di vantaggio su Checa.

    18435_quinto-sigillo-al-miller-per-carlos-checa-in-gara-1

    Ora lo possiamo dire con convinzione: Marco Melandri è l'uomo della svolta per la BMW. In gara 2 al Miller Motorsports Park, infatti, il pilota ravennate ha regalato la seconda vittoria nel Mondiale Superbike alla Casa bavarese, spuntandola su Jonathan Rea in un finale accesissimo.

    Se da una parte bisogna fare i complimenti a Melandri, dall'altra bisogna invece dare una tiratina d'orecchie a Carlos Checa, che ha sprecato un'occasione ghiottissima per portare a casa dei punti pesanti. Il pilota spagnolo aveva immediatamente portato al comando la sua Ducati e nello spazio di appena tre giri era riuscito a mettere ben 1"3 tra sé e gli inseguitori.

    Sfortunatamente per lui, nel corso del quarto passaggio, Hiroshi Aoyama è finito ruote all'aria al "Cavatappino" e la sua Honda ha inondato di olio la pista. Una situazione che ha costretto la direzione gara ad esporre la bandiera rossa ed ha portato ad un'interruzione di oltre un'ora, visto che per ripulire l'asfalto si è reso necessario anche l'utilizzo delle idropulitrici.

    Al restart, che riazzerava i distacchi accorciando la distanza a 18 giri, Checa ha dato la sensazione di non aver accusato il colpo e si è subito riportato in testa al gruppo. Al sesto giro però è arrivato il grande colpo di scena: l'anteriore della 1198 si è chiuso improvvisamente, facendo cadere il campione del mondo in carica e mettendo la parola fine ai suoi sogni di gloria.

    A questo punto Melandri si è ritrovato catapultato al comando del gruppo e dava anche l'impressione di poter scappare in solitaria. Nella parte centrale della corsa però la sua S1000RR ha accusato un leggero calo di prestazione, permettendo a Rea e all'Aprilia del sorprendente Chaz Davies di andare a superarlo nel corso dell'11esimo passaggio.

    In questo frangente ci ha provato il portacolori della Honda a fare il vuoto alle sue spalle e sembrava anche esserci riuscito. A cinque giri dal termine, però, Melandri ha rotto gli indugi ed è andato nuovamente a superare Davies, gettandosi con grinta all'inseguimento di Johnny.

    L'aggancio è arrivato proprio all'inizio della tornata conclusiva e Marco ha saputo sfruttare la maggiore velocità di punta della sua BMW sul lunghissimo rettilineo del tracciato alle porte di Salt Lake City per superare Rea alla prima staccata. Per ironia della sorte, dopo le polemiche per quanto accaduto all'ultima curva a Donington, si sono ritrovati proprio loro due a giocarsi la vittoria nel finale.

    E non si può di certo dire che Rea non ci abbia provato, ma Melandri ha avuto il merito di chiudergli tutte le porte, andando a conquistare un successo importantissimo anche in ottica campionato, perchè gli consente di risalire al secondo posto. Guardando alla classifica però è fondamentale anche l'ennesimo podio artigliato nel finale da Max Biaggi.

    Il "Corsaro" aveva perso parecchio terreno nella fase iniziale della corsa, ma poi è stato molto veloce nella parte conclusiva e a tre giri dalla bandiera a scacchi è riuscito a sopravanzare Davies, che forse avrebbe meritato il podio per la grande prova di cui si è reso protagonista.

    Max quindi lascia gli States con 18 punti di margine su Melandri e su Tom Sykes, che in gara 2 è riuscito a limitare i danni, piazzando la sua Kawasaki al quinto posto, giusto davanti all'Aprilia di Eugene Laverty. Attenzione però a non sottovalutare Rea, che è solo 1,5 punti più indietro. Checa, che si può consolare solo con il successo di gara 1, paga a caro prezzo il suo ritiro, perchè ora si ritrova staccato di 30 lunghezze.

    E senza il suo campione del mondo là davanti a rimetterci è stata anche la Ducati in generale: in gara 2, infatti, la migliore delle 1198 è stata quella di Davide Giugliano, che però non è riuscito a fare meglio del settimo posto davanti a Leon Haslam.

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    Non fosse bastato tutto il polverone giudiziario, ieri per Monza è arrivata un'altra batosta. La Federazione Internazionale Motociclistica ha infatti deciso di ritirare l'omologazione al tracciato brianzolo. Una scelta che costringerà anche la FIM ad allinearsi, eliminando di fatto la possibilità dell'autodromo di ospitare delle gare di moto.

    Alla base di questa decisione ci sono le intercettazioni telefoniche che hanno appurato che lo staff dirigenziale era a conoscenza delle famigerate bolle sull'asfalto della Parabolica, che hanno provocato tante cadute nel weekend del Mondiale Superbike, ma hanno volutamente evitato di indicare il problema alla Federazione.

    Detto che il Gp di Formula 1 non è assolutamente a rischio, in quanto l'impianto brianzolo ha garantito la messa in sicurezza dell'area della Parabolica, ora bisogna capire se c'è margine per far tornare la Superbike a Monza nel 2013.

    Se i lavori verranno effettuati a dovere, Paolo Flammini non vede grossi problemi: "La perdita dell'omologazione FIM è dovuta esclusivamente ai problemi riscontrati sull’asfalto della Parabolica. Ritengo che se questi saranno sanati in tempo per disputare la F.1 a settembre, non ci sarà alcun problema a ottenere l’omologazione FIM per il 2013. Ovviamente saranno gli ispettori FIM a valutare l’adeguatezza" ha detto il numero uno della Infront Motor Sports alla Gazzetta dello Sport.

    Sulla Gazzetta però si è sfogato anche Paolo Guaitamacchi, presidente della SIAS, la società che si occupa della gestione dell'autodromo, che ha spiegato che in questo caso è stata utilizzata una procedura anomala, con l'omologazione che è stata rimossa senza neppure un sopralluogo.

    "Mi sembra un provvedimento abbastanza irrituale, perché il ritiro dell’omologazione, così come il rilascio, dovrebbe avvenire dopo un sopralluogo. Mentre in questo caso la decisione è stata presa sulla base delle notizie di natura giudiziaria apprese durante la convocazione in Procura. Inoltre con la Federmoto italiana e la Csai ci eravamo già accordati per avere la consulenza di alcuni esperti e procedere con la messa in sicurezza dell’asfalto" ha detto Guaitamacchi.

    19783_la-fmi-ritira-lomologazione-di-monza
     
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    Difficile riuscire a fare un racconto preciso e puntuale di quanto è successo in pista a Silverstone per Gara 1 del Grn Premio d'Inghilterra della Superbike, diciamo che tutto quello che potete immaginare... è accaduto!

    La pioggia costringe all'arresto della gara nel primo giro e tuttoviene resettato. La Direzione Gara dichiara Wet Race e quindi la scelta degli pneumatici passa ai piloti. Praticamente tutta la griglia opta per gomme da asciutto, tranne Smrz e Guintoli.

    Allo spegnimento del semafoto è Leon Haslam a prendee la testa della gara alla Abbey, ma dura un battito di ciglia. Nella sola prima tornata ci sono ben quattro cambi di leadership, e si continua con il gruppo compatto per altri tre passaggi, fino a quando non è Carlos Checa a partire in fuga.

    Lo spagnolo della Ducati pare averne più di tutti e allunga, fino ad avere 3"1 di vantaggio sul gruppo compatto degli inseguitori, che vede grandi protagonisti in ordine sparso Leon Camier, Leon Haslam, Max Biaggi, Johnny Rea, Tom Sykes e soprattutto un aggressivissimo Loris Baz, francesino 19enne carico come una molla.

    Da dietro inizia a risalire anche Marco Melandri, che nelle prime tornate era stato più nascosto fuori dalla top10.

    All'ottavo giro di colpo Checa però perde 1"8 in poche curve: un po' di pioggia è ricominciata a cadere nel 2° e 3° settore della pista e in un giro sono di nuovo tutti assieme a superarsi e risuperarsi praticamente ad ogni curva, con incroci di traiettorie più o meno assurdi.

    È il momento dei "padroni di casa", con tutta la pattuglia britannica sugli scudi e Haslam che porta la sua BMW in testa. Unico non rappresentante della Regina è sempre Baz, che rischia tutto quello che ha, e non sapendo nemmeno lui come resta sempre in piedi e di conseguenza sempre attaccato ai primi. Rea invece assaggia tutte le vie di fuga di Silverstone, ma anche a lui va sempre fatta giusta. Cede invece Camier, che vola via alle Becketts e saluta la gara.

    In difficoltà i piloti latini, a quanto sembra, con Melandri, Checa e soprattutto Biaggi che fanno fatica. il romano è attentissimo a non fare errori e non perdere terreno rispetto al romagnolo, suo avversario per il campionato, e cerca sempre e solo di non allontanarsi troppo da lui.

    Nel finale di gara l'aderenza della pista è veramente minima, e i tempi si sono alzati da 2'08" di inizio gara a 2'43", con i piloti che guidano "sulle uova" per non fare errori. In questa situazione limite sono i due portacolori di BMW Motorrad Italia ad emergere: Ayrton Badovini e Michel Fabrizio si sono prima attaccati al gruppo, poi pian piano hanno scavalcato tutti e a 3 giri dalla fine sono entrati nella lotta per la vittoria. È Badovini il primo dei due ad andare in testa, incurante del bagnato per poi sbacchettare sul rettilineo come il compagno di marca Haslam. Baz è scatenato e si riprende la leadership mentre tutti sorpassano tutti ed ora in seconda e terza posizione troviamo Badovini e Fabrizio, pressati da Checa, con un rientrante Biaggi che si fa sotto. Melandri e Haslam faticano in fondo al gruppo ma non si fanno distanziare eccessivamente.

    All'ultimo giro arriva però l'unico e gravissimo errore di Biaggi, che dopo una gara accorta in chiave campionato e nonostante questo anche molto efficace esce largo dalla Aintree , tocca il cordolo e va in un brutto high-side, per fortuna senza danni per il portcolori Aprilia (classifica mondiale esclusa).

    A mezzo giro dalla fine Baz continua a rischiare e il casinò dell'Oxfordshire lo premia concedendogli abbastanza grip da arrivare sotto la bandiera a scacchi in testa, seguito come un ombra da Fabrizio, mentre in uscita dalla Club Badovini e Rea sono affiancati, si toccano e passano il traguardo in scivolata. Seguono Checa, Haslam, Melandri e Sykes.

    Strepitosa vittoria quindi per la Kawasaki e primo podio per la squadra di Serafino Foti, che vede entrambi i suoi portacolori portarsi a casa una coppa.

    Nella classifica mondiale Melandri recuperare 9 punti su Biaggi e portarsi a soli 12 di distanza, e ovviamente si riavvicinano anche Sykes (-51) e Checa (-56).

    20551_loris-baz-fantastico-vincitore-di-gara-1
     
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    Il luna park del Nuerburgring ridisegna il mondiale Superbike: dopo aver dominato gara-1, Max Biaggi cade in avvio di gara-2 ma si rialza e chiude 13°. Non ne approfitta Melandri, che scivola mentre è in testa e perde ancora punti: ora è a - 9,5 dal romano. La seconda manche del GP di Germania sorride a Chaz Davies (Aprilia), che precede sul traguardo Laverty (Aprilia) e Camier (Suzuki). Poi Rea (Honda), Sykes (Kawasaki) e Checa (Ducati).


    Dal -18,5 della vigilia al +9,5 attuale: letta così, la domenica di Max Biaggi sembra quasi trionfale. Il romano, con una sciocca caduta in gara-2 (forse disturbato da un incursione sulla ghiaia del compagno Laverty), si è però privato di una vittoria alla portata. Il ritmo Aprilia, infatti, non avrebbe avuto rivali. Tanto che Chaz Davies - con la versione clienti - ha ottenuto la prima vittoria stagionale sbarazzandosi senza patemi del pressing iniziale del solito Sykes. Prima, davanti a entrambi, svettava la Bmw di Marco Melandri. Il ravennate, a 12 passaggi dal termine, è incappato nella seconda caduta di giornata, che chiude un weekend reso nero dalla mancanza di grip sul posteriore e da gomme in sofferenza.

    L'unica differenza, fra Biaggi e Melandri, è che il Corsaro - dopo essere stato catapultato fuori di pista dalla sua Aprilia - ha ripreso in mano la moto (con la carena visibilmente danneggiata) e l'ha portata al traguardo con tempi da primato. Riuscendo a raccogliere qualche punticino (3 per la precisione) forse utile per la lotta al Mondiale. Alla quale, dopo il Nuerburgring, si riscrive in piena regola anche Tom Sykes, comunque in debito d'ossigeno nella seconda parte della gara. L'inglese è a -26,5 dalla vetta ed è l'unico, sulla carta, a poter rovinare un affare sempre più italiano. Nonostante le cadute.

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    Ancora 19,5 punti nelle prossime due manche e poi Max Biaggi potrà laurearsi per la seconda volta campione del mondo Superbike senza doversi preoccupare dei piazzamenti degli altri. Portimao, penultima prova del campionato, ha detto che il romano dell'Aprilia è a un passo dal titolo. Ko Melandri, anche Sykes ha raccolto uno "zero", appiedato dalla sua Kawasaki in gara-2. A vincere è stato Laverty (Aprilia), su Rea (Honda) e Biaggi.


    Ormai è fatta per Biaggi. Salvo clamorosi colpi di scena, il "Corsaro" ha messo al sicuro la vittoria finale con due corse attente e un po' di fortuna. Perché dopo la caduta di Melandri, che lo ha messo fuori gioco anche per la seconda uscita portoghese, è arrivato anche il ritiro di Sykes, che prima del via era a soli 14,5 punti da Max. Invece, dopo un buon avvio, dalla sua ZX-10R ha iniziato a uscire fumo bianco e la fermata è stata inevitabile.

    A questo punto Biaggi ha badato a portare a casa più punti possibili, resistendo agli attacchi di Camier, che voleva a tutti i costi strappargli il podio. Ma che era la giornata di Max lo ha confermato lo stop per un problema tecnico che ha tarpato le ali anche all'inglese della Suzuki, suo ex compagno di team.

    La festa dell'Aprilia, antipasto di quella che andrà in scena a Magny Cours nonostante la scivolata di Davies, è stata completata dalla bella vittoria di Eugene Laverty, bravo a tenere testa all'assalto finale di Jonathan Rea, tornato protagonista dopo la parentesi in MotoGP. La Ducati, invece, si è dovuta accontentare della quarta e quinta piazza di Guintoli e Checa nell'ordine.

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    La nona di…Sykes. Il pilota della Kawasaki è autore di un giro perfetto in 1’36”950 che abbatte il precedente giro veloce della pista francese, stabilito da Rea nel 2011, e si porta a casa il nono successo stagionale in Superpole. Il dinoccolato pilota inglese è stato veloce per tutto il weekend e se le gomme e la sua Kawasaki domani non lo tradiranno di certo potrà dire la sua per la vittoria in gara con una speranza anche per quanto riguarda il titolo. Titolo che ormai solo Biaggi può perdere. Il Corsaro partirà dalla terza fila in quanto non è riuscito a qualificarsi per la terza ed ultima fase della Superpole. Una cattiva gestione delle gomme morbide non gli ha consentito di entrare nei primi otto, ma domani non sarà certo la terza fila a spaventare Max che grazie ad un ottimo passo di gara domani cercherà di gestire le due gare che però potrebbero disputarsi sotto la pioggia o comunque su di una pista bagnata.

    Le previsioni infatti parlano di pioggia anche se la stessa potrebbe cessare prima della partenza della prima gara della Superbike. Melandri (ascolta la sua intervista) partirà dalla prima fila preoccupato per la sua resistenza sulla lunga distanza quando le costole danneggiate a Portimao potrebbero farsi sentire. Pensiamo che tutto dipenderà dalla situazione di Marco in gara ed in campionato perché se il ravennate intravedesse una possibilità di vittoria il dolore alle costole sparirebbe come per incanto. Ma in prima fila non ci saranno solo Sykes e Melandri, ma anche Checa (ascolta la sua intervista) e Laverty. Lo spagnolo si è detto fiducioso della messa a punto della sua Ducati ma anche preoccupato per una pioggia che potrebbe cambiare completamente lo scenario intravisto nelle prove.

    Laverty invece, partendo dalla prima fila, potrebbe nel caso dare una mano al suo compagno di squadra se ce ne fosse bisogno. La seconda fila è aperta dal padrone di casa Guintoli, che assieme a Rea, Haslam e Davies rappresentano le mine vaganti delle due manche di domani. Rea ed Haslam sono sempre stati nelle prime posizioni in questo weekend mentre Davies, nonostante la caduta di questa mattina ed i problemi tecnici di ieri, ha conquistato in Superpole una buona posizione ed una moto che domani gli consentirà di lottare per il podio. La terza fila sarà invece composta, oltre che da Biaggi, anche da Camier, da un ottimo Fabrizio e dalla sorpresa Corti. Il comasco ha fatto passi da gigante in questi due giorni ed è riuscito a tirare fuori il meglio dalla Kawasaki di Pedercini.

    La quarta fila è composta dai giovani più promettenti emersi in questa stagione. Oltre a Loris Baz, che forse sente troppo la pressione della gara di casa, troviamo infatti Davide Giugliano, Maxime Berger e Lorenzo Zanetti. La quinta fila sarà composta da un deluso Badovini, dai due ex GP Aoyama e Hopkins e da Lundh che però difficilmente potrà prendere il via a causa di una caduta nelle prove che gli ha procurato una forte contusione alla schiena e la frattura di due costole. Sesta ed ultima fila per Brignola e la sua BMW privata.

    Questo il responso dell’ultima Superpole del campionato Superbike 2012 che domani deciderà chi potrà raccogliere l’eredità di Carlos Checa. Biaggi ha un corposo vantaggio nei confronti dei suoi due rivali, ma se davvero una o entrambe le manche si dovessero correre su di una pista bagnata dalla pioggia il compito di Max potrebbe essere più difficile del previsto. Non resta che attendere domani quando alle 12 si spegnerà il semaforo rosso. Rien ne va plus.

    Classifica

    Magny-Cours - FIM Superbike World Championship - Superpole 3

    1. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 1'36.950
    2. Carlos Checa (Althea Racing) Ducati 1098R 1'37.422
    3. Eugene Laverty (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1'37.516
    4. Marco Melandri (BMW Motorrad Motorsport) BMW S1000 RR 1'37.658
    5. Sylvain Guintoli (PATA Racing Team) Ducati 1098R 1'37.901
    6. Jonathan Rea (Honda World Superbike Team) Honda CBR1000RR 1'38.252
    7. Leon Haslam (BMW Motorrad Motorsport) BMW S1000 RR 1'38.280
    8. Chaz Davies (ParkinGO MTC Racing) Aprilia RSV4 Factory 1'38.425
    9. Leon Camier (FIXI Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1'38.072
    10. Max Biaggi (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1'38.095
    11. Michel Fabrizio (BMW Motorrad Italia GoldBet) BMW S1000 RR 1'38.318
    12. Claudio Corti (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1'38.516
    13. Loris Baz (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 1'38.548
    14. Maxime Berger (Red Devils Roma) Ducati 1098R 1'38.727
    15. Davide Giugliano (Althea Racing) Ducati 1098R 1'38.807
    16. Lorenzo Zanetti (PATA Racing Team) Ducati 1098R 1'39.354
    17. Ayrton Badovini (BMW Motorrad Italia GoldBet) BMW S1000 RR 1'39.430
    18. Hiroshi Aoyama (Honda World Superbike Team) Honda CBR1000RR 1'39.750
    19. John Hopkins (FIXI Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1'40.538
    20. Alexander Lundh (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1'40.882
    21. Norino Brignola (Grillini Progea Superbike Team) BMW S1000 RR 1'42.461

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    Doveva vincere Tom Sykes, e il fenomeno delle superpole lo ha fatto. Ma non è bastato, per un soffio.

    Un soffio valutato mezzo punto, quello che ha diviso il britannico da Max Biaggi, al suo secondo titolo mondiale delle derivate di serie e sesto complessivo nel mondo delle due ruote.

    [non perdetevi la nostra gallery-tributo a questo secondo iride SBK del Corsaro!]

    Il pilota dell'Aprila si presentava a Magny-Cours con 30,5 punti di vantaggio e doveva solo gestire. Ma una caduta malandrina in gara 1 ha rimesso tutto in gioco, con Sykes che è tornato sotto a 14,5 punti e Marco Melandri a 18,5.

    Insomma, tutto si è giocato nell'ultima gara dell'ultimo weekend del campionato, e il risultato finale dice che era difficile fosse più emozionante di così.

    Dopo il bagnato della prima corsa, la seconda si è svolta su un asfalto che si stava asciugando, ma decisamente traditore, come ha scoperto Melandri che ha salutato la compagnia nel corso del sesto passaggio, dando così addio ai suoi sogni di gloria.

    Biaggi partiva indietro a causa di una brutta Superpole, e ha faticato nei primi giri, poi pian piano ha preso confidenza ed è risalito fino alla quinta posizione che gli serviva per chiudere i giochi senza dover costringere il suo compagno di squadra Eugene Laverty a giochi di squadra.

    Tra l'altro, chiudendo quarta e quinta, assieme al ritiro BMW, le due RSV4 Factory hanno regalato ad Aprilia anche il titolo costruttori.

    Sul podio assieme a Sykes sono saliti Johnny Rea, che recupera per l'errore commesso in Gara 1 dove si è sparato fuori quando era in testa con un bel vantaggio, e il vincitore della prima manche nonché favorito del pubblico Sylvain Guintoli, mostro delle piste bagnate con la Ducati 1098R del team Pata.

    22141_max_biaggi_campione_del_mondo_per_mezzo_punto!

    biaggi_eni_champion
     
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    Il team Althea e la Ducati hanno interrotto una collaborazione che in pochi anni ha portato a grandi successi, dal titolo mondiale di Carlos Checa a quello della Superstock 1000 di Davide Giugliano, senza dimenticare il titolo costruttori della Superbike nel 2011. Per comprendere i perché di questo divorzio abbiamo sentito telefonicamente colui che ha creato questo progetto vincente: Genesio Bevilacqua.

    Eravamo a conoscenza del fatto che i destini del team Althea e della Ducati in Superbike si sarebbero discussi in questi giorni, ma solo questa mattina siamo riusciti a parlare con l’imprenditore di Civita Castellana.
    «La nostra avventura con Ducati sembra arrivata al capolinea – debutta Genesio – dopo tre anni di successi che hanno portato prestigio a noi ed alla casa di Borgo Panigale. A Giugno avevo preparato e sottoposto a Ducati un programma completo che riguardava ovviamente la stagione 2013. Non era molto diverso da quello del 2012, ma teneva ovviamente in debita considerazione lo sviluppo della nuova Panigale. Dopo mesi di rinvii la risposta di Ducati è arrivata solo in questi giorni, con una controproposta che non ci interessa e che non abbiamo accettato».

    Quali sono i principali motivi di disaccordo?
    «Noi siamo abituati a fare le cose al meglio. Sin dall’inizio della nostra storia in Superbike abbiamo portato avanti un progetto vincente e volevamo proseguire sulla stessa strada. Senza i presupposti per far bene non siamo interessati a continuare. Il principale motivo di disaccordo è ovviamente sul lato economico e ci ha stupito soprattutto il fatto che un’azienda come Ducati, da poco rilevata da un colosso come Audi, non abbia interesse ad investire su un nuovo prodotto, su un progetto che porterebbe a ripetere i successi del passato con i conseguenti benefici che ne deriverebbero in termine di vendite. Così come era successo nel 2012, noi eravamo pronti ad investire tutte le nostre risorse e a confermare i nostri sponsor nel nuovo progetto Panigale ed era ovvio che ci aspettassimo lo stesso impegno anche da parte di Ducati. Ma così non è stato»

    Maggiore la delusione o la rabbia?
    «Solo delusione e tanto rammarico per un rapporto che finisce con una Casa nella quale abbiamo sempre creduto e alla quale riteniamo di aver portato solo successi e prestigio. Come sai il mio team è nato nel 2010 con un budget raccolto dal sottoscritto, con le moto che io avevo nel mio garage e dando fiducia ad un grande pilota che però in molti consideravano sulla via del tramonto. Abbiamo debuttato con la grande vittoria di
    Carlos a Phillip Island e concluso con il terzo posto nella classifica piloti. L’anno successivo abbiamo proseguito ancora con le nostre forze, pagando tutto da soli, compresi piloti e tecnici, anche gli ingegneri Ducati ed abbiamo vinto il titolo mondiale Superbike e la Superstock 1000 FIM Cup, mettendo in luce una delle migliori speranze del motociclismo italiano: Davide Giugliano. Un’impresa che sembrava impossibile da parte di una squadra privata nata solo l’anno prima. Nell’ultimo appuntamento del mondiale 2011 a Portimao, quando eravamo già campioni del mondo, abbiamo rischiato di veder interrotto il nostro rapporto con Ducati che però all’ultimo momento ha accolto le nostre proposte per un altro anno insieme. E per questo ringrazio ancora oggi la Ducati. Per assurdo però proprio l’anno che ci ha visti supportati dalla casa italiana è stato il peggiore dei tre e non ti nascondo che non sono per niente contento di come sono andate le cose. Il supporto economico della casa di Borgo Panigale, che si è accollata il contratto di Checa e ci ha passato alcuni sponsor, ha significato anche il dover accettare scelte tecniche che non abbiamo condiviso in pieno. Ma è andata così ed oltre ad aver lanciato Giugliano in Superbike abbiamo comunque raccolto podi e vittorie»

    «La cosa che più mi è dispiaciuta, nelle decisioni della Ducati, è stata la mancanza di chiarezza nei confronti di Giugliano. L’averci sottoposto i loro programmi solo ora mi è sembrata una grave mancanza di rispetto nei confronti di un pilota che di fatto al momento attuale è senza una moto. Per fortuna fa parte della mia struttura e non lo abbandoneremo di certo. Anzi abbiamo già programmi ambiziosi»

    Cosa farà il prossimo anno la tua squadra?
    «E’ presto per dire di preciso cosa faremo, ma ti posso assicurare che il lavoro che abbiamo fatto in questi anni non è passato inosservato e sono stato piacevolmente stupito nel vedere quante strade si sono aperte davanti a noi. Il mio team proseguirà e non certo per fare da comparsa. Proseguiremo con il ruolo di protagonisti che ci compete»
    Resterete in Superbike? Ora che Dorna gestisce entrambi i campionati potrebbe essere più facile passare magari in uno dei campionati GP.
    «Stiamo valutando solo proposte che riguardano la Superbike e la GP e spero di potervi dare presto maggiori indicazioni. Stiamo considerando solo progetti interessanti che ci possano permettere di competere ad alto livello. Gli altri non ci interessano. Sappiamo che è tardi ma faremo di tutto per farci trovare pronti per la prossima stagione»

    Non pensi ci possa essere un ripensamento da parte di Ducati?
    «Non credo, ma anche se ci fosse non ritengo possibile un’apertura da parte nostra. Sono stati messi in discussione non solo i fattori economici, ma sono state anche le questioni di principio ad aver portato alla fine del nostro rapporto. Ora devo pensare a far proseguire la nostra struttura e a creare i presupposti affinché Davide Giugliano, i fratelli Coppola e tutti i ragazzi che compongono il mio team possano continuare a lavorare e a trovare le soddisfazioni che meritano. Non so se io sarò ancora parte attiva del team anche perché ho dei collaboratori che potrebbero continuare a mandare avanti la mia struttura anche senza la mia presenza in pista. Lo valuterò assieme alla mia famiglia».

    Hai già parlato con Checa?
    «Ancora no. Lui è un pilota Ducati e se ci sentiremo sarà solo per un saluto».

    Ma secondo te in quale squadra correrà Carlos il prossimo anno?
    «Non lo so e devo dirti sinceramente che non mi interessa più di tanto. Ovviamente mi spiace non poter più lavorare con un campione ed una persona eccezionale qual è Carlos, con il quale abbiamo diviso momenti indimenticabili. Resterà la nostra amicizia. Gli auguro di poter essere competitivo anche il prossimo anno anche se al momento non intravedo una soluzione vincente. Ma è un problema che non mi riguarda».


    Queste le dichiarazioni di Bevilacqua. Così come ci lasciò stupiti la decisione di Ducati – poi fortunatamente modificata – di non accettare le proposte di Checa e del team Althea al termine della stagione 2011, siamo sorpresi anche da questa ulteriore decisione della casa di Borgo Panigale che si ritrova di fatto a fine ottobre senza una squadra e con una moto ancora da sviluppare. Speriamo che Ducati ci sorprenda tirando fuori un asso dalla manica che risolva la questione. In caso contrario potrebbe trattarsi di un errore con implicazioni non solo sportive. Parlando di squadre che ancora non hanno deciso con quale moto correre resta solo l’ipotesi ParkinGo che però ci risulta in bilico tra Aprilia e BMW. Sappiamo della voglia di Batta e del suo team Alstare di rientrare in Superbike e questa forse potrebbe essere una strada percorribile anche se tutta da valutare. In caso contrario alla casa italiana non resterebbe che creare una propria struttura, avvalendosi dei numerosi tecnici rimasti senza lavoro a seguito della decisione di BMW di schierare una sola squadra o fuoriusciti dal travagliato team Effenbert. Sarà comunque un lavoro non certo facile per la Ducati e per Ernesto Marinelli, responsabile del progetto Superbike.

    althea_box

     
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    È stato siglato un accordo biennale che lega la struttura Belga di Francis Batta a Ducati per i programmi sportivi Superbike 2013-2014. Carlos Checa, portacolori Ducati nelle derivate di serie, e Ayrton Badovini in sella alla 1199 Panigale, si uniranno allo staff Alstare per la grande sfida nel mondiale superbike 2013 nel “Team Ducati Alstare” che rappresenterà la casa di Borgo Panigale in questo avvincente e combattuto campionato.

    L’Headquarters di Francis Batta rappresenta un riferimento in termini di professionalità e competenza. La sede della struttura, ubicata ad Alleur, in Belgio, è una delle più avanzate in termini di attrezzature e potenzialità. Queste prerogative e caratteristiche offrono una sinergia perfetta con lo spirito dei tecnici Ducati e con le aspettative agonistiche per la nuova nata, la 1199 Panigale. I tecnici di Alstare e il team di sviluppo Superbike Ducati saranno già al lavoro insieme nel prossimo test programmato per il 14-15 novembre ad Aragon per poi spostarsi nel circuito di Jerez il 28-29-30 novembre, prima della pausa invernale.

    "In Ducati non possiamo che essere felici e fiduciosi in merito a questo accordo" - ha commentato Ernesto Marinelli, Direttore Progetto Superbike Ducati – "Siamo certi che le nostre strutture lavoreranno molto bene insieme. La professionalità, la passione e correttezza di Francis Batta e di tutto il suo staff, uniti alla sua struttura che rappresenta un riferimento in termini di potenzialità ed organizzazione, sono elementi importantissimi per il percorso che ci attende. Ci aspetta molto lavoro che sono sicuro faremo nel migliore dei modi".

    La partnership è stata frutto di ottimi risultati già in passato, dal 1995 al 1997 infatti Ducati ed il Team Alstare hanno collaborato insieme sia nel campionato Supersport (sia europeo che mondiale) sia nel campionato mondiale Superbike.

    "È per me un’emozione molto grande tornare nella famiglia Ducati con la quale ho già ottenuto molti successi in passato e che oggi rappresenta un brand di riferimento" - ha commentato Francis Batta dopo l’accordo biennale con la casa motociclistica bolognese – "La nuova sfida che ci si pone davanti è entusiasmante e per me ed il mio Team rappresenta uno stimolo esaltante. Senza alcun dubbio daremo il massimo per costruire insieme un progetto vincente".

    23161_ufficiale:_ducati_e_team_alstare_insieme_fino_al_2014
     
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    Mezzo punto: questa è la distanza che lo scorso anno ha separato Tom Sykes e la Kawasaki dalla conquista del Mondiale Superbike. Dopo anni di anonimato nelle retrovie, la Casa di Akashi è riuscita a tornare alla ribalta affidando le sue ZX-10R agli spagnoli della Provec Racing ed ovviamente vuole proseguire su questa strada anche nel 2013.

    Non è un caso, infatti, che la presentazione ufficiale del programma oggi abbia avuto luogo a Barcellona, dove i vertici del team ed il vice-campione del mondo in carica hanno ribadito l'intezione di provare a centrare quell'obiettivo che a Magny-Cours è sfumato davvero per un soffio.

    Confermatissima la coppia di piloti formata proprio da Tom Sykes e dal giovane francese Loris Baz, che già nel 2012, quando è stato chiamato a sostituire l'infortunato Joan Lascorz, ha mostrato di avere il talento necessario per battagliare con i primi della classe, conquistando anche una vittoria sul bagnato a Silverstone e diversi piazzamenti a podio.

    Con una formazione di alto profilo come questa, durante l'inverno i tecnici della Kawasaki e quelli della Provec Racing hanno lavorato molto duramente per rendere ancora più competitiva la versione 2013 della ZX-10R, con l'obiettivo di renderla ancora più guidabile e soprattutto in grado di gestire meglio il consumo della gomma posteriore, visto che nel 2012 si è rivelata velocissima sul giro secco, come confermato dalla raffica di Superpole di Sykes, ma meno redditizia dal punto di vista del passo.

    Nonostante un clima non particolarmente amico non abbia consentito di testare a fondo tutte le novità della ZX-10R 2013, negli uomini guidati da Guim Roda c'è la convinzione di essere riusciti a fare un passo avanti importante a livello di elettronica e di sospensioni, anche se c'è stato qualche step evolutivo anche dal punto di vista del motore. E anche il cronometro sembra dare indicazioni positive in questo senso, visto che Sykes è stato spesso e volentieri il più veloce nel corso dei test invernali disputati fino ad oggi (spesso con tempi ufficiosi, perchè girava senza transponder).

    "Lo scorso anno ho perso il campionato solo per mezzo punto contro un pilota forte come Max Biaggi. Tra il 2011 ed il 2012 io, la squadra e la moto abbiamo fatto un salto in avanti molto importante e vogliamo ripeterci quest'anno per provare ad essere noi a festeggiare alla fine del 2013" ha detto Sykes, non lasciando dubbi su quello che è il suo obiettivo per il campionato che scatterà tra 20 giorni in Australia.

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    Il team Alstare di Francis Batta ha presentato la livrea definiva della Ducati 1199 Panigale SBK che verrà portata in pista da Carlos Checa e Ayrton Badovini. La livrea è stata messa a punto dopo l’accordo con lo sponsor Fiamm, arrivato pochi giorni fa. La moto di Borgo Panigale presenta il classico Rosso Ducati come colore dominante e parecchio spazio per i 4 sponsor principali: Fiamm, Tim, Energy Trading International e Ficc. La presentazione è stata l’occasione per il patron Francis Batta di dispensare un cauto ottimismo per la prossima stagione: “Non posso che essere ottimista: la squadra e la moto sono ottime e gli sponsor affiatati e convinti. La stagione sarà dura ma la fiducia di Ducati ci farà trovare le forze per affrontare i nostri avversari”.

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    Anno nuovo, nuove sfide. Il team Ducati Superbike è pronto a scendere in pista per la rivincita dopo un debutto non esattamente facile per la 1199 Panigale tra le derivate di serie. Cambiano la gestione, affidata a Feel Racing, ed i piloti, Chaz Davies e Davide Giugliano.

    Restano da svelare le carene della Rossa, che nel frattempo si è rifatta il trucco internamente, soprattutto dal punto di vista dell'elettronica. Per l'occasione, Ducati offre a tutti gli appassionati la possibilità di presenziare virtualmente l'evento. Grazie alla tecnologia LTE di TIM, sponsor dell’evento, è infatti possibile seguire il lancio in diretta streaming. L'appuntamento è per le ore 11:30, ma il teaser è già visibile qui sotto. Restate collegati per il live feed della presentazione!

    * LIVE FEED:

    Cladio Domenicali: "Possiamo parlare di Ritorno al Futuro, perché torniamo a gestire la squadra in modo più diretto, con una struttura che conosciamo bene, su un campionato che rappresenta un valore importante per Ducati, che ha aiutato Ducati a diventare un marchio straordinario e ci permette di sviluppare moto ancora più performanti e affascinanti per i nostri. Abbiamo due grandissimi alfieri, piloti giovani, forti, che potranno portare freschezza oltre alla nostra voglia di tornare a vincere e rinnovare il nostro impegno nella SBK".

    Gigi Dall'Igna: "Sono veramente emozionato. Nei primi mesi della mia attività all'interno di Ducati Corse ho conosciuto una nuova realtà e sono estremamente contento per quanto riguarda il livello tecnico che ho trovato. C'è molto lavoro da fare ma la moto è migliorata, ed i commenti dei piloti sono stati tutti nel verso giusto. Questa moto è esteticamente la più bella, ma non si vince per questo. Dobbiamo fare il massimo sforzo anche per i tifosi. Conosco Chaz da quando era ragazzino in 125, e ho vinto gare con lui in SBK. Ho lavorato recentemente anche con Davide, uno dei piloti più promettenti nel panorama italiano. Sono diversi, hanno stili diversi, ma entrambi razionali e puntano dritto al risultato".

    Paolo Ciabatti: "Veniamo da un anno complicato sia in MotoGP che SBK, ma ci piacciono le sfide e, se possiamo, anche vincerle. La Superbike è la mia storia, insieme a Ducati abbiamo vinto tanti campionati, e la seguirò con attenzione".


    Ernesto Marinelli: "Abbiamo diverse novità, a partire dalla centralina, nuova e dal cablaggio rivisto per ottimizzare anche la distribuzione dei pesi. Sono molto contento della nostra formazione dal punto di vista dei piloti. Conosco bene Giugliano, con il quale abbiamo vinto la stock nel 2011. Di Chaz ammiro lo stile e la grinta. Entrambi hanno voglia di vincere, come tutto il resto della squadra, ed il gruppo è compatto".

    Serafino Foti: "Sono contento di essere tornato in una famiglia con la quale ho condiviso molti bei ricordi. Sono onorato e darò il massimo per meritarmi la fiducia che Ducati ci ha concesso. I nostri piloti sono come dei figli, hanno due caratteri diversi ma una cosa importante in comune: nessuno dei due ha raggiunto l'apice della propria carriera. Credo che questo possa dargli una motivazione in più. Sono sicuro che ci faranno divertire".

    Chaz Davies: "Le mie prime impressioni della Panigale sono molto positivo. Abbiamo fatto un paio di test, e tutti stanno lavorando duro perché la moto sta effettivamente migliorando ad ogni uscita. Ai fan prometto di mettercela tutta per riportare la moto alla vittoria e stare sempre al vertice. È bello stare in sella alla Panigale dopo averla osservata così a lungo. Devo dire che mi sono adattato in fretta, è una moto sincera e che ti dà molta fiducia".

    Davide Giugliano: "Ducati fa parte del mio DNA, per me è un sogno che si avvera essere pilota ufficiale con questa moto. Non ho molto da dire, sono italiano al 100% e cercherò di portare questo a spasso per il mondo e far divertire tutti quanti. Per scaramanzia non faccio promesse, ma voglio la prima vittoria e ce la sto mettendo tutta per ottenerla. Questa presentazione è stata emozionante come un ultimo giro in lotta per la vittoria. C'è voglia di fare davvero tanto

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    E alla fine arriva Sylvain. Con un giro quasi perfetto in 1’30”038 Guintoli cancella il giro veloce della pista di Phillip Island, che apparteneva a Carlos Checa, e si porta a casa la prima Superpole stagionale, la sua terza in carriera dopo quella di Monza con la Ducati e di Laguna Seca lo scorso anno con la RSV4. Il francese ha lavorato sodo nei test e nelle prove ed ora, grazie anche alla pole position, potrebbe ripetere la vittoria dello scorso anno. A Davide Giugliano (anch’egli più veloce del precedente record di Checa) è mancato un solo decimo di secondo per conquistare la Superpole australiana, ma gli resta comunque non solo la soddisfazione della prima fila, ma anche la consapevolezza che domani potrà lottare per una vittoria che lo catapulterebbe tra gli idoli dei tifosi delle rosse di Borgo Panigale. Completa la prima fila Marco Melandri, che dopo la caduta di questa mattina ha trovato la giusta concentrazione per fare una buona Superpole. Le Suzuki che avevano fatto man bassa nelle prove partiranno in seconda fila, con Laverty davanti al suo giovane compagno di squadra Alex Lowes, dolorante al piede per la caduta di questa mattina nelle ultime qualifiche. Seconda fila anche per Rea, che sta risalendo la classifica e che domani potrebbe rappresentare una sorpresa, ma solo per chi si fosse dimenticato della classe cristallina dell’inglese.


    La terza fila è aperta dalle due Kawasaki. Questa pista non si adatta molto alle verdone di Akashi, però sia Baz che Sykes non erano andati male nelle prove. A compromettere la classifica dell’inglese è stata una scivolata a due minuti dal termine della Superpole, proprio mentre il campione del mondo stava dando l’assalto alle prime posizioni. Quarta fila per la seconda Honda, quella di Haslam e per le due Evo di Canepa e Salom. L’italiano non si è trovato bene con la gomma tenera, che lo ha mollato all’uscita dell’ultima curva, rischiando di farlo cadere e non è riuscito a migliorare il suo tempone di questa mattina. Chaz Davies è il grande deluso di questa Superpole, visto che si aspettava di stare a contatto con il suo compagno di squadra nelle prime posizioni. Purtroppo per lui una sbandata nel suo giro veloce non gli ha permesso di fare meglio dell’undicesimo posto. Al suo fianco partirà la Kawasaki Evo di Salom, che nella Superpole 1 ha ottenuto il secondo posto dietro a Haslam, estromettendo così il connazionale Elias e Corti con la MV, rispettivamente terzo e quarto nella prima Superpole, quella dei piloti che nelle qualifiche si erano classificati dall’undicesimo al ventesimo posto..


    Alla luce di quanto abbiamo visto in questi due giorni, domani ci attendono due gare molto combattute, con almeno otto piloti in grado di lottare per la vittoria, visto che in tutte le sessioni i tempi dei primi sono stati sempre molto vicini tra di loro. Chi prevarrà? Le velocissime Aprilia (Melandri ha fermato la fotocellula sui 319,5 Km/h), le sorprendenti Suzuki, le titolate Kawasaki, le nuove Honda o le Ducati in cerca di rivalsa? Di certo saranno due manche vietate ai deboli di cuore.


    Classifica
    01- Sylvain Guintoli – Aprilia Racing Team – Aprilia RSV4 Factory
    02- Davide Giugliano – Ducati Superbike Team – Ducati 1199 Panigale R
    03- Marco Melandri – Aprilia Racing Team – Aprilia RSV4 Factory
    04- Eugene Laverty – Voltcom Crescent Suzuki – Suzuki GSX-R 1000
    05- Alex Lowes – Voltcom Crescent Suzuki – Suzuki GSX-R 1000
    06- Jonathan Rea – Pata Honda World Superbike Team – Honda CBR 1000RR SP
    07- Loris Baz – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R
    08- Tom Sykes – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R
    09- Leon Haslam – Pata Honda World Superbike Team – Honda CBR 1000RR SP
    10- Niccolò Canepa – Althea Racing – Ducati 1199 Panigale R (EVO)
    11- Chaz Davies – Ducati Superbike Team – Ducati 1199 Panigale R
    12- David Salom – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    13- Toni Elias – Red Devils Roma – Aprilia RSV4 Factory
    14- Claudio Corti – MV Agusta Reparto Corse Yakhnich Motorsport – MV Agusta F4 RR
    15- Fabien Foret – MAHI Racing Team India – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    16- Alessandro Andreozzi – Team Pedercini Racing – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    17- Jeremy Guarnoni – MRS Kawasaki – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    18- Sheridan Morais – IRON BRAIN Kawasaki SBK Team – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    19- Glenn Allerton – BMW Motorrad Italia Superbike Team – BMW S1000RR (EVO)
    20- Imre Toth – BMW Team Toth – BMW S1000RR
    21- Matt Walters – Team Pedercini Racing – Kawasaki ZX-10R (EVO)
    22- Geoff May – Team Hero EBR – EBR 1190RX *
    23- Aaron Yates – Team Hero EBR – EBR 1190RX
    34962_phillip_island,_superpole__la_prima_firma_è_di_guintoli
     
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    Il Mondiale Superbike si apre a Phillip Island nel segno di Eugene Laverty e di Sylvain Guintoli. In gara 1 l'irlandese su Suzuki si impone in rimonta davanti alle Aprilia di Marco Melandri e Guintoli. Quarto Davide Giugliano su Ducati. In gara 2, fermata a 7 giri dalla fine per olio in pista della Suzuki di Laverty, successo di Guintoli, che vola in testa al Mondiale. Dietro le Kawasaki di Loris Baz e Tom Sykes. Quarto Giugliano, Melandri 8°.


    Guintoli davanti a Melandri e Giugliano

    Gara 1 dominata dal nord irlandese Laverty: il vice campione del 2013 si dimostra subito a suo agio all'esordio sulla Suzuki, centrando il gradino più alto del podio in Gara 1 partendo dalla quarta posizione. Secondo e terzo posto per le Aprilia di Melandri e Guintoli, solamente settimo il britannico Tom Sykes, campione del mondo in carica. Primi punti per la MV Agusta, con Claudio Corti 13°. Gara 2 amara per Laverty, che al sedicesimo giro vede sfumare la doppietta per un problema al motore, che esplode lasciando parecchio olio sulla pista: bandiera rossa, gara interrotta e primo posto che va così a Guintoli, autore della Superpole in qualifica, davanti alle Kawasaki del connazionale Loris Baz e di Tom Sykes. Altro quarto posto per Giugliano su Ducati, mentre Melandri chiude ottavo per una svista all'ottavo giro che gli costa un dritto fatale. La classifica generale vede al primo posto Guintoli, con 41 punti, seguito da Baz, 31 e Melandri con 28. Il prossimo appuntamento della stagione sarà ad aprile in occasione del Gp di Spagna.


    LE CLASSIFICHE

    Risultati gara-1: 1. Laverty (Suzuki) 22 giri/97.790 km in 12:34'20.711 media 174,328 km/h; 2. Melandri (Aprilia) 2.959; 3. Guintoli (Aprilia) 3.034; 4. Giugliano (Ducati) 6.972; 5. Baz (Kawasaki) 11.132; 6. Rea (Honda) 11.718; 7. Sykes (Kawasaki) 15.612; 8. Davies (Ducati) 25.724; 9. Salom (Kawasaki) 37.407; 10. Canepa (Ducati) 37.468; 11. Allerton (BMW) 39.271; 12. Foret (Kawasaki) 45.212; 13. Corti (MV Agusta) 50.249; 14. Guarnoni (Kawasaki) 1'17.134; 15. Morais (Kawasaki) 1'23.686; 16. Toth (BMW) 1'30.651; 17. Yates (EBR) 1 Lap; RT. Andreozzi (Kawasaki); RT. Haslam (Honda); RT. Lowes (Suzuki); RT. Elias (Aprilia).

    Risultati gara-2: 1. Guintoli (Aprilia) 14 giri/62.230 km in 15:02'05.586 media 173.124 km/h; 2. Baz (Kawasaki) 0.283; 3. Sykes (Kawasaki) 1.103; 4. Giugliano (Ducati) 2.052; 5. Rea (Honda) 4.951; 6. Haslam (Honda) 5.673; 7. Davies (Ducati) 9.664; 8. Melandri (Aprilia) 10.574; 9. Elias (Aprilia) 11.682; 10. Salom (Kawasaki) 15.065; 11. Canepa (Ducati) 16.294; 12. Foret (Kawasaki) 16.919; 13. Lowes (Suzuki) 19.694; 14. Morais (Kawasaki) 27.266; 15. Allerton (BMW) 27.845; 16. Guarnoni (Kawasaki) 29.431; 17. Andreozzi (Kawasaki) 36.393; 18. Corti (MV Agusta) 37.018; 19. Toth (BMW) 54.093; 20. Yates (EBR) 1'13.385; RT. Laverty (Suzuki) 0.131.

    Classifica genrale: 1. Guintoli 41; 2. Baz 31; 3. Melandri 28; 4. Giugliano 26; 5. Laverty 25; 6. Sykes 25; 7. Rea 21; 8. Davies 17; 9. Salom 13; 10. Canepa 11; 11. Haslam 10; 12. Foret 8; 13. Elias 7; 14. Allerton 6; 15. Lowes 3; 16. Corti 3; 17. Morais 3; 18. Guarnoni 2. Costruttori: 1. Aprilia 45; 2. Kawasaki 31; 3. Suzuki 28; 4. Ducati 26; 5. Honda 21; 6. BMW 6; 7. MV Agusta 3.

    35006_phillip_island,_gara_2__la_bandiera_rossa_premia_guintoli
     
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