SBK

Max

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    La Superbike approda a Vallelunga, il regno di Max Biaggi. E il pilota romano, 37 anni, va a caccia di una vittoria che renderebbe meno amara una stagione da dimenticare per infortuni e scarsi risultati.
    Biaggi, ci risiamo. L'avventura con la Ducati sta per finire. "Sembrava fatta, ma a sorpresa hanno detto no. Peccato".
    Perché?
    "Mi sarebbe piaciuto correre con una moto ufficiale italiana. Ma peccato anche per loro. In Italia avrò almeno un milione di tifosi? Bene, ci sono rimasti male anche loro...".
    Ora che farà Biaggi nel 2009?
    "Mi hanno cercato Bmw e anche Francesco Batta, con la cui Suzuki ero nel 2007. Soprattutto c'è l'Aprilia, che il prossimo anno entrerà in Superbike".
    Una bella scommessa...
    "Eh sì. Anche perché con Noale ho cominciato a correre e abbiamo vinto tanto insieme. Mi piacerebbe davvero iniziare quest'avventura con l'Aprilia. Ci siamo già incontrati, ma non vi posso dire di più".
    Da come parla, sembra quasi fatta. O no?
    "Avete visto com'è andata con la Ducati. Comunque l'Aprilia è un'opportunità che mi affascina. Il Gruppo Piaggio è il più grande in Europa nel settore commerciale. Nelle corse hanno un programma ambizioso e ci sanno fare. Non mi nascondo: l'Aprilia in Superbike sarebbe una scommessa sulla quale punterei molto, ma ci devono essere le condizioni giuste per affrontarla".
    Soldi?
    "Non solo. Ci vuole tutto il pacchetto, per usare un termine caro a noi piloti".
    E se non andasse a buon fine la trattativa con l'Aprilia?
    "Allora potrei anche smettere".
    Lo dice per la prima volta...
    "Sì. Però non smetterei per nausea delle corse, anzi. Sono convinto di poter vincere il Mondiale Superbike. Mi piacerebbe riuscirci con l'Aprilia. Vedremo come andrà a finire (oggi l'incontro decisivo)".
    Con la MotoGP ha chiuso?
    "Diciamo che hanno voluto chiudere loro con me. Nel 2006 era tutto pronto: una Kawasaki e uno sponsor, la Camel, da 12 milioni. Ma la Bridgestone non poteva fare le gomme per una moto in più. Una barzelletta. Pedrosa ha cambiato gomme addirittura a campionato in corso... Nessun rimpianto, comunque. Si tengano lo spettacolo che hanno costruito con queste manovre. Io le gare MotoGP le guardo solo qualche giro. Ci sono solo due piloti. Anzi, uno e mezzo".
    Tifa per Rossi o per la Ducati?
    "Prossima domanda?".
    Perché Aprilia, Bmw o Suzuki dovrebbero prendere Biaggi?
    "Perché ho tanta voglia di correre e di vincere. E poi ho ancora tanti tifosi. Non voglio peccare di presunzione, ma chi può portare 7.000 persone a un test Superbike come ho fatto io l'anno scorso a Vallelunga?".
    Cosa promette ai suoi tifosi per la gara di domenica?
    "Di dare il massimo, come ho sempre fatto. Non sarà facile vincere, ma ci provo".
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    intanto in moto gp è stato sicuramente un anno difficile per l'australiano campione del mondo in carica Casey Stoner. Ormai persa la leadership in classifica in favore di un grande Valentino Rossi in ottima forma, per il pilota Ducati si prospetta un finale di stagione ancora più amaro dal momento che è in grande rischio la sua partecipazione alle prossime gare.
    I problemi causati dalla frattura allo scafoide (che molto probabilmente richiederà un'operazione), riapparsa dopo la caduta di Misano, non consentono infatti a Stoner di esprimersi al 100% delle sue possibilità e di conseguenza potrebbe rivelarsi indispensabile uno stop forzato per consentire all'australiano di tornare in forma per i test di sviluppo della nuova moto.

     
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    Sarà la prima volta. Ma per chi?
    Se vincerà l'americano, sarà il primo mondiale Superbike conquistato dalla Yamaha, mentre se ad aggiudicarsi il titolo sarà l'alfiere della Ducati, vedremo per la prima volta un pilota giapponese campione mondiale delle derivate dalla serie.
    Fare pronostici è impossibile anche se Haga potrà contare su dieci punti di vantaggio e sull'aiuto del suo compagno di squadra Michel Fabrizio. Il vantaggio di Haga costringerà infatti Spies a correre per vincere anche perché nel caso ciò avvenisse e contemporaneamente Haga si dovesse classificare per due volte al secondo posto, Ben sarebbe il campione mondiale Superbike 2009 grazie al maggior numero di vittorie in gara conquistate nel corso della stagione. Negli ultimi cinque campionati Haga si è sempre classificato al secondo o terzo posto della classifica piloti (nel 2007 arrivò secondo a due soli punti dal vincitore James Toseland) e quindi farà di tutto per sfatare questa sua fama di eterno secondo/terzo. Però comunque vada sarà stato un bellissimo campionato, uno dei più belli ed incerti degli ultimi anni che ci ha stupito con colpi di scena che non mancheranno per certo nemmeno nelle due ultime decisive gare portoghesi.
     
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    Ben Spies (Yamaha) è il nuovo campione del mondo 2009 della Superbike. Il texano ha regalato alla Yamaha il primo titolo iridato pioloti della SBK (il terzo mondiale della giornata, dopo quelli nella MotoGp e Supersport), dopo una gara soffertissima, che l’ha visto arrivare in quinta posizione finale. Vittoria per uno strepitoso Michel Fabrizio (Ducati), autore di una splendida gara, che ha chiuso davanti a Noriyuki Haga (Ducati) e Jonathan Rea (Honda).

    Il giapponese della Ducati ha corso una bella gara e, anche se Michel l’avesse fatto passare, non avrebbe comunque potuto vincere il titolo. L’errore della prima manche è stato fatale, perché senza la caduta, sarebbe rimasto in lizza per il titolo visto il ritardo finale di soli 6 punti sul texano.

    In partenza è Byrne a scattare al comando, seguito da Rea e Spies, ma il nordirlandese riesce subito a passare il texano e a portarsi in seconda posizione, mentre Haga, partito bene, in pochi giri è in scia a Spies. Dopo dieci giri Rea va al comando, seguito da Byrne, Fabrizio, Biaggi, Spies e Haga.

    Fabrizio passa anche Byrne e dopo inizia un gran duello con Rea, mentre Haga sorpassa Spies, Byrne e si mette in scia a Fabrizio, che passa Rea, che poi sbaglia, lasciando al giapponese della Ducarti il secondo posto. Ottimo quarto posto di Shane Byrne (Ducati), mentre Max Biaggi (Aprilia) ha chiuso sesto.

    Si chiude così un mondiale Superbike all’insegna del texano Ben Spies, autore di una stagione incredibile, al debutto nel mondiale delle derivate dalla serie. Se ne andrà in MotoGP, mentre il mondiale SBK 2010 inizierà subito questo martedì, sempre a Portimao, con i primi test invernali.
    Ben Spies, texano classe 1984, è stato la più giovane promessa del motociclismo a stelle e strisce dopo Nicky Hayden. Come L’ex iridato della MotoGP, infatti, Ben è stato l’unico in grado di interrompere la striscia di vittorie di Mat Mladin, dominatore da anni del campionato AMA.

    Ben debutta nella Superbike a stelle e strisce nel 2005, dove chiude secondo dietro a Mladin e, nelle tre stagioni successive (2006, 2007 e 2008) conquista il titolo nazionale con i colori del team Yoshimura Suzuki. Sempre nel 2008 debutta in MotoGP, dove corre le gare di Donington Park (quattordicesimo), Laguna Seca (ottavo) e Indianapolis (sesto). Ha vinto più di tutti e avrebbe chiuso in anticipo la sfida se la Yamaha non lo avesse lasciato cinque volte a piedi per banali problemi meccanici. Nelle prossime due stagioni Spies sarà in MotoGP con la Yamaha, la stessa di Valentino Rossi. Il debutto tra settimane a Valencia.

    Quest’anno ha debuttato nel mondiale Superbike dove ha conquistato subito la pole position e una vittoria in Gara 2 a Phillip Island. Per lui, in un solo anno, 11 pole position su 14 gare (quella di Portimao gli ha permesso di battere il record di pole in un anno centrato da Doug Polen nel 1991) 14 vittorie di manche, due secondi ed un terzo posto.

    Questi 14 successi, ottenuti in 24 manche, hanno piazzato Ben al quattordicesimo posto dei piloti più vittoriosi della storia del Mondiale Superbike. È davanti ad Aron Slight, a quota 13 vittorie (in 229 gare) e a pari punti con John Kocinscki, 14 (in 48 gare) e Scott Russell, 14 (in 118 gare).

    La carriera di Ben Spies in Superbike
    2005 - 2. Campionato AMA Superbike
    2006 - 1. Campionato AMA Superbike
    2007- 1. Campionato AMA Superbike
    2008 - 1. Campionato AMA Superbike – 19. Campionato MotoGP
    2009 - 1. Campionato Mondiale Superbike
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    Archiviato il fantastico epilogo del Mondiale 2009 la Superbike si lancia a tutta velocità verso il 2010. Le squadre ufficiali sono rimaste a Portimao per due giornate di test (martedì e mercoledì) che sveleranno i nuovi abbinamenti.

    Attesissimo l’arrivo di James Toseland chiamato ad un compito difficilissimo: salire in sella alla Yamaha R1 e non far rimpiangere lo strepitoso Ben Spies campione al primo colpo. Il Pianista è arrivato nel pomeriggio reduce dal disastroso GP della Malesia concluso all’ultimo posto. La Yamaha farà girare anche Cal Crutchlow, 23 anni, neo campione iridato della Supersport. Il ragazzino di Coventry non è un pivello della Superbike, avendo già gareggiato due anni nella BSB con la Honda ufficiale: lo scorso anno a Donington, da wild card, fece secondo!

    Crutchlow prende il posto di Tom Sykes che va in Kawasaki. La sua partecipazione ai test è ancora in forse per la spalla destra contusa a Magny-Cours. Dopo averlo consigliato di saltare la gara i medici della clinica mobile hanno prescritto quattro settimane di riposo ma lui vuole assaggiare subito la ZX-R10. La Kawasaki ha convocato anche il neoacquisto Chris Vermeulen che però non ha avuto il nulla osta Suzuki e dovrebbe fare da spettatore. Il condizionale è d’obbligo: la squadra ha comunicato alla direzione del circuito che girerà con due piloti…

    Aria nuova anche alla Suzuki con l’arrivo di Leon Haslam ex Honda Stiggy. Il figlio d’arte affianca Sylvain Guintoli che ha già gareggiato domenica con la GSX-R dell’Alstare. Curiosità: Haslam avrà come capo tecnico Giacomo Guidotti, una sorta di investitura da pilota numero uno.

    Guidotti quest’anno ha lavorato con Max Neukirchner che, lasciata burrascosamente la Suzuki, oggi ha anticipato tutti compiendo tre giri sulla Honda del teamTen Kate durante la sessione odierna dedicata ai giornalisti. Il tedesco è salito in moto per adattare i comandi di guida, apparentemente senza alcuna difficoltà fisica, prima di essere fermato dai responsabili dalla Infront sollecitati dalle squadre concorrenti. Neukirchner affiancherà il confermato Jonathan Rea.

    Nessuna novità per le marche italiane: sulle Aprilia ci saranno Biaggi e Camier, sulle Ducati Haga e Fabrizio. C’è però un piccolo mistero che riguarda Noale che ha comunicato agli organizzatori che ci potrebbe essere una terza moto in pista.
     
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    Il primo giorno da campione Superbike del Mondo Ben Spies lo ha passato da pilota… normale.
    Di primo mattino è tornato nel paddock di Portimao per pranzare con la squadra, aggiornare la sua pagina su facebook e fare due chiacchere con tutti. Ha avuto perfino il tempo di osservare l'ex iridato Alex Gramigni sceso in pista sulla YZF-R1 numero 19 per il test molto special che troverete su Motosprint in edicola martedi 3 novembre.

    Ben, com’è il primo giorno da campione del Mondo?
    “Al risveglio ho provato una sensazione strana e molto piacevole, sto cominciando a realizzare la portata di questa impresa”.

    Come avete festeggiato?
    “Ho partecipato alla cena di gala dell’organizzatore del Mondiale (finita a torte in faccia, ndr) poi ho bevuto qualcosa coi ragazzi della Yamaha e sono andato a letto. Nulla di particolare.”

    Qual è il ricordo più bello che ti ha lasciato questa strepitosa vittoria?
    “Non saprei indicarti un momento preciso. È stata un’annata meravigliosa con parecchi momenti esaltanti. Quello che mi è rimasto dentro è stato il sorpasso all’ultimo giro (in un curvone da quinta marcia, ndr) su Haga ad Assen. Ci ho provato, sono entrato dentro senza pensarci su ed è andata bene. Lì ho capito che avrei potuto vincere il titolo. Ma, guardandomi ancora più dietro, neanche Phillip Island era stata male: pole e vittoria al mio debutto nel Mondiale Superbike. Ovviamente il momento più speciale di tutti è stato il podio del Portogallo, quando ho indossato la maglietta da campione”.

    È stata una domenica molto speciale per la Yamaha: tre Mondiali in poche ore.
    "Già, una cosa mai vista. Faccio i miei complimenti a Valentino che ha già moltiplicato per nove la gioia che ho provato domenica. Anche Crutchlow in Supersport è stato grande. La Yamaha è una grande azienda che crede molto nelle corse e sta raccogliendo i frutti. Ho firmato per i prossimi due anni con loro e sono felice di essere dalla parte dei più forti”.

    Non avrai molto tempo per riposarti: tra meno di due settimane sarai a Valencia per il grande debutto Yamaha in MotoGP. Pensi di potercela fare pure là?
    “Adesso viene il difficile. Valentino, Jorge, Casey e Dani sono piloti superveloci ed hanno tantissima esperienza. Quella che a me mancherà. So che sarà dura, molto dura, e non ti saprei dire cosa mi aspetto. Di fare bene, sicuramente. La difficoltà verrà anche dall’ambiente: so che in MotoGP non troverò la stessa atmosfera amichevole che si respira in Superbike. Non credo che l’anno prossimo potrò andare a cena con il mio avversario, come ho fatto con Nori Haga. Ma mi adatterò”.
     
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    Il celebre preparatore giapponese Yoshimura ha annunciato ufficialmente che sarà al via del Campionato Mondiale Superbike 2010 con la sua Suzuki GSX-R1000. Come anticipato alcuni giorni fa, il team vincitore della 8 Ore di Suzuka si schiererà come wild card del mondiale SBK con l’obiettivo, così dice Mr. Yoshimura, di raccogliere informazioni e conoscenze tecniche per la prossima generazione di prodotti aftermarket Yoshimura.

    "Il marchio Yoshimura è stato associato al motociclismo per quasi 60 anni e dobbiamo ringraziare lo sport per la passione che ci ha dato, insieme con i tifosi e la squadra gli sponsor che hanno condiviso la stessa passione per tanto tempo - ha detto il presidente Fujio Yoshimura, nella foto in alto col team vincitore della 8 Ore di Suzuka 2009. - Yoshimura ha sempre messo i suoi sforzi nello sviluppo di nuove idee, e le nostre sfide hanno creato molti prodotti.


    La il nostro primo scarico 4-in-1, che è stato sviluppato nel corso della nostra prima sfida oltreoceano negli Stati Uniti nel 1971, è quella che rappresenta la nostra storia e quella che ci ha portato in una nuova era nelle corse e il mercato di strada con una grande varietà di attività post-vendita – e ha aggiunto. - Ora Yoshimura ha deciso di intraprendere una nuova sfida, entrando in alcune gare del mondiale WSBK 2010 come wild-card. Questo dovrebbe darci ulteriori opportunità di sviluppare prodotti più nuovi, di alta qualità per il mercato aftermarket in tutto il mondo motociclistico. La situazione economica è stata molto dura quest’anno e non è facile affrontare nuove sfide, ma crediamo che abbiamo ancora a perseguire queste nuove sfide, per sostenere il nostro programma di sviluppo in corso."
     
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    La RSV4 del romano impressiona a Phillip IslandEcco le veloctà massime registrate a Philip Island, durante i test della Superbike.

    Biaggi Aprilia 314,3
    Toseland Yamaha 311,6
    Fabrizio Ducati 310,7
    Crutchlow Yamaha 310,7
    Haslam Suzuki 309,8
    Camier Aprilia 309,8
    Guintoli Suzuki 308,9
    Rea Honda 308,0
    Sykes Kawasaki 307,1
    Vermeulen Kawasaki 307,1
    Haga Ducati 306,3
    Pitt BMW 306,3
    Byrne Ducati 305,4
    Corser BMW 305,4
    Neukirchner Honda 304,
    5 Smrz Ducati 302,8
    Resch BMW 302,8
    Lanzi Ducati 302,0
    Checa Ducati 301,1
    Brookes Honda 301,1
    Iannuzzo Honda 300,3
    Xaus BMW 299,5
    Hayden Kawasaki 295,4
    Baiocco Kawasaki 293,0
     
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    Leon Haslam ha portato la Suzuki in pole position nella prima prova del Campionato Mondiale Superbike 2010. A Phillip Island, nella sessione finale della Superpole, Haslam centra al primo passaggio un 1’31’’228 che gli permette di conquistare subito il primo tempo. Ottimo secondo tempo per Michel Fabrizi o, vicinissimo al britannico con la Ducati ufficiale. Terzo tempo per l’ufficiale Yamaha Cal Crutchlow, mentre chiude la prima fila Carlos Checa con la Ducati del team Althea.

    Seconda fila per la seconda Suzuki, quella di Giuntoli, Jakub Smr z, con la Ducati del team di Marco Borciani e Mirco Guandalini, Jonathan Rea, con la Honda Ten Kate e James Toseland, con la Yamaha ufficiale.

    Nella prima sessione della Superpole Haslam si piazza subito davanti a tutti col tempo di 1’31’’548, ovvero il miglior riscontro cronometrico di tutte le sessioni di prove. Incredibile secondo tempo di Smrz. Terzo Fabrizio e quarto Checa. Seguono Haga, Rea, Biaggi e Toseland. Vermeulen, sesto, è il primo a montare la gomma da morbida, riuscendo a qualificarsi per la seconda sessione. In difficoltà invece Byrne, ancora acciaccato dopo la caduta di ieri. Fuori Neukirchner, Byrne, Pitt e Resch, che non ha girato dopo essersi fratturato ieri la clavicola.

    Nella Q2 Haslam si riconferma subito col tempo di 1’31’’515, piazzandosi davanti a tutti. Scendono sotto il muro dell’1’32 anche Cal Crutchlow, incredibile secondo nel finale, Carlos Checa, Jakub Smrz e l’ottimo quinto James Toseland, nonostante il forte dolore al polso sinistro picchiato ieri. Sesto tempo per Michel Fabrizio, settimo Giuntoli e ottavo Jonathan Rea. Fuori Haga, decimo e Biaggi, undicesimo, mentre buon nono tempo per Lanzi.


    I TEMPI DELLA SUPERPOLE
    1. 91 Haslam L GBR Suzuki GSX-R1000 1'31.229
    2. 84 Fabrizio M ITA Ducati 1098R 1'31.245
    3. 35 Crutchlow C GBR Yamaha YZF R1 1'31.642
    4. 7 Checa C ESP Ducati 1098R 1'31.671
    5. 50 Guintoli S FRA Suzuki GSX-R1000 1'31.696
    6. 96 Smrz J CZE Ducati 1098R 1'31.757
    7. 65 Rea J GBR Honda CBR1000RR 1'31.912
    8. 52 Toseland J GBR Yamaha YZF R1 1'32.019
    ----------
    9. 57 Lanzi L ITA Ducati 1098R 1'32.205
    10. 41 Haga N JPN Ducati 1098R 1'32.229
    11. 3 Biaggi M ITA Aprilia RSV4 1000 F. 1'32.293
    12. 66 Sykes T GBR Kawasaki ZX 10R 1'32.398 0.883
    13. 11 Corser T AUS BMW S1000 RR 1'32.430
    14. 77 Vermeulen C AUS Kawasaki ZX 10R 1'32.561
    15. 111 Xaus R ESP BMW S1000 RR 1'32.842
    16. 2 Camier L GBR Aprilia RSV4 1000 F. 1'32.895
    ----------
    17. 76 Neukirchner M GER Honda CBR1000RR 1'32.782
    18. 67 Byrne S GBR Ducati 1098R 1'32.823
    19. 88 Pitt A AUS BMW S1000 RR 1'33.207
    20. 123 Resch R AUT BMW S1000 RR -

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    È lo spagnolo Carlos Checa a dare la prima soddisfazione alla Ducati, agguantando, proprio con un ultimo giro da manuale, il gradino più alto del podio in sella alla moto del Team Althea Racing. Secondo posto per la Suzuki di Leon Haslam, che si porta così in testa alla classifica del campionato. Terza piazza per Michel Fabrizio con la Ducati ufficiale.

    È stata una corsa simile a Gara 1, ma con qualche leggera differenza, rivelatasi decisiva. Se la musica è stata praticamente la stessa, un gruppetto che si è involato sin dal via, questa volta sono cambiati, o meglio aumentati, i suonatori. Alla combriccola dei quattro, che già avevano condotto Gara 1, si è aggiunto lo spagnolo Carlos Checa, autore di un’eccellente prestazione. Checa è riuscito a ricongiungersi al gruppetto dei quattro poco dopo metà gara, approfittando delle schermaglie fra Haslam ed il compagno Guintoli. Sorpassi e controsorpassi che hanno rallentato il gruppo di testa e gli hanno permesso di recuperare il distacco accumulato alla partenza: dall'ottava posizione del terzo giro, grazie ad una sequenza di impressionanti di giri veloci, Checa all'undicesimo si era riagganciato alle primissime posizioni. L'errore strategico, soprattutto di Guintoli che ha più volte provato, e ci è anche riuscito, a passare Haslam in fondo al rettifilo del traguardo, col risultato di ostacolarsi a vicenda e di rischiare anche qualcosa di più, è stato fatale. Non ha permesso al duo Suzuki di puntare alla doppietta, che oggi, probabilmente era alla portata dei piloti di Hamamtsu. La loro battaglia intestina non gli ha consentito la fuga e ha permesso il rientro di Checa. L'esperto pilota spagnolo non si è fatto prendere dalla foga, ma sornione, giro dopo giro, ha passato uno dopo l'altro tutti quelli che aveva davanti. Alla staccata del tornante in discesa, a due curve dal termine, ha fatto il suo capolavoro. Lì si era capito che Checa andava fortissimo, Haslam ha provato a resistergli, allargando la traiettoria, ma non c'è stato nulla da fare: l'affondo dello spagnolo è stato vincente. Non è stato mai della partita Haga, anche se è arrivato incollato ai primi quattro. Dietro a questo gruppo, ancora una volta se le sono date di santa ragione. Il sesto posto di Rea e il tredicesimo di Lanzi al traguardo sono divisi solo da tre secondi e mezzo. Come dire che otto piloti sono arrivati praticamente in volata. E poteva essercene anche un nono, Vermuelen con la Kawasaki, se non fosse caduto nel corso dell'ottavo giro. Anche Gara 2 ha dimostrato una superbike in grande spolvero, con differenze molto contenute fra moto ufficiali e private. Anzi nel caso della Ducati del Team Althea potremmo dire del tutto azzerate. Dal quinto giro in poi tutti i piloti fino al quattordicesimo posto, giravano esattamente negli stessi tempi: 1’33". Lo prova la classifica finale, in cui Lanzi , tredicesimo all'arrivo, ha un distacco contenuto in soli 15 secondi.

    È stata una giornata da dimenticare per Biaggi. In Gara 2 , dopo essere rimasto invischiato in partenza, ha abbozzato una rimonta, ma la compagnia di diversi esagitati l'ha portato all'errore al quinto giro ed è finito diciassettesimo. Da quel momento ha recuperato costantemente posizioni, sino all'ottavo posto finale, ma era chiaro che oggi non avrebbe potuto competere col gruppetto dei primi.


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    A Phillip Island Leon Haslam ha battuto in volata Michel Fabrizio per soli 4 millesimi, 20 centimentri di pista. E’ stato il minor distacco in gara della storia Superbike. In tre occasioni c’erano stati arrivi decisi da cinque millesimi. La prima volta è successo a Monza, nel 1997, tra John Kocinski ed Aaron Slight, in quella stagione compagni di squadra alla Honda Castrol. A fine campionato Kocinski sarebbe diventato campione del Mondo: un precedente di ben augurio per Leon Haslam. Nel 1999 invece ci furono due arrivi decisi sempre per cinque millesimi: il primo proprio a Phillip Island, tra Corser e Fogarty, entrambi su Ducati. Nella stessa stagione a Monza Fogarty bruciò in volata Edwards, che allora era in Honda Castrol. In Superpole invece il divario più ridotto si è registrato nel 2009 a Kyalami quando Michel Fabrizio ha battuto Ben Spies per un solo millesimo di secondo. Un primato che sarà molto difficile battere.
     
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    Max Biaggi ha vinto in solitario anche Gara 2 della Superbike a Monza. Una doppietta (la seconda per il romano in SBK), che conclude un weekend perfetto, dove è stato un vero dominatore in sella all’Aprilia. Dietro a Biaggi, Leon Haslam, che quindi resta al comando provvisorio del campionato per 3 punti su Biaggi, e Troy Corser, che porta per la prima volta sul podio la BMW.

    La seconda manche della SBK di Monza ha perso subito alcuni dei sicuri protagonisti della gara. Al via, infatti, c’è stato un incidente alla prima variante, nel quale sono caduti Rea, Xaus e Toseland, mentre diversi piloti sono stati costretti a tirare dritto. Per James un forte trauma cranico, mentre per Jonathan una sospetta frattura ad una caviglia.

    Il più veloce è stato ancora Max Biaggi, seguito da Corser e Sykes. Dal groviglio della prima variante ne approfitta Haga, che si trova proiettato nelle prime posizioni, mentre al secondo passaggio va a terra Michel Fabrizio.

    In un paio di giri risalgono Haslam e Crutchlow, che si portano rispettivamente in seconda e terza posizione, all’inseguimento di Max e, al quinto passaggio, Haslam si porta al comando, ma una volta sul rettilineo la Aprilia del romano brucia la Suzuki del britannico.

    Verso metà gara paurosa imbarcata per Haslam, che resta in piedi ma perde la scia dei primi due. A questo punto Biaggi e Crutchlow si sono trovati da soli al comando, ma al tredicesimo passaggio Cal va a terra dopo aver perso il posteriore della sua Yamaha all’ingresso della prima variante.

    Gli ultimi giri sono stati un assolo di Max Biaggi, che così oggi ha portato per la seconda volta sul gradino più alto del podio la sua Aprilia. Dietro di lui Haslam e Corser. Quarta piazza per Leon Camier, mentre ottimo quinto per Tom Sykes con la Kawasaki, che è riuscito a tenersi dietro Noriyuki Haga, sesto al traguardo.


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    Max Biaggi ha vinto anche Gara 2 della Superbike a Misano Adriatico, centrando così la quarta doppietta stagionale. Il romano dell’Aprilia è partito forte, è stato superato, ha riattaccato e, una volta al comando, ha iniziato a martellare su tempi irripetibili per gli altri piloti. Dopo la metà della gara, il suo vantaggio sul secondo, superava i sette secondi. Ottimo secondo posto per Haslam, che però adesso è a 37 punti da Biaggi, autore di una gran bella gara e diversi sorpassi. Terzo gradino del podio per Michel Fabrizio, dopo un bel duello con Crutchlow, quarto.

    Partenza a razzo per Max Biaggi al via, che però viene subito passato da Corser e poi anche da Checa. Dietro al romano dell’Aprilia Haslam, Fabrizio e Scassa, ottimo sesto. Al secondo passaggio Fabrizio sorpassa Biaggi, mentre Corser e Checa tentano di allungare. Con queste posizioni consolidate, si ricompatta il gruppo di testa, composto quindi da Corser, Checa, Fabrizio, Biaggi, Haslam e Crutchlow e, al quinto passaggio, Michel passa Checa e si porta in seconda posizione. Lo spagnolo poi commette un errore e perde altre due posizioni a favore di Haslam e Crutchlow.

    All’inizio del settimo passaggio Michel attacca e passa Corser, portandosi al comando della corsa e, poco dopo, anche Biaggi sorpassa l’australiano della BMW. Al nono passaggio Biaggi sorpassa con una staccata incedibile all’esterno della prima curva Fabrizio e va in testa, mentre Haslam si porta in terza posizione. Al quattordicesimo Passaggio haslam passa Fabrizio e si porta in seconda posizione e al ventesimo passaggio Crutchlow guadagna il terzo gradino provvisorio del podio, grazie ad un sorpasso su Fabrizio, ma a due giri dalla fine l’italiano si riprende la posizione, salendo così sul podio.

    Dietro al britannico della Yamaha hanno poi tagliato il traguardo Checa, Guintoli, Byrne e Scassa, ottimo ottavo davanti a Haga e Corser. L’australiano della BMW, dopo un ottimo avvio, ha perso via via posizioni chiudendo decimo.
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    Max Biaggi ha corso una strepitosa Gara 2 a Brno, conquistando così la nona vittoria stagionale. Dopo Gara 1, i tecnici dell’Aprilia hanno modificato il setup della sospensione posteriore e ritoccato il rapporto della seconda marcia della RSV4 del romano che, dopo esser andato al comando da Jonathan Rea, ha allungato ed è andato a vincere davanti al nordirlandese della Honda. Chiude il podio Michel Fabrizio, terzo davanti James Toseland ed Haga.

    Per Biaggi, la vittoria di oggi, è la decima in carriera, tra 250, 500, MotoGP e Superbike.

    Difficoltà per Haslam, decimo a 34 secondi da Biaggi, che lascia la Repubblica Ceca con 68 punti di ritardo sul pilota dell'Aprilia.

    Al via Biaggi è nuovamente velocissimo, seguito da Xaus ma alla seconda curva, con un gran sorpasso sui due, è Rea ad andare al comando. Dietro ai tre ci sono Crutchlow, Fabrizio e Haga. Cadono subito invece Neukirchner e Sykes. All’inizio del secondo passaggio Rea ha già un piccolo vantaggio su Xaus, secondo, terzo Biaggi, quarto Fabrizio, quinto Haga e sesto Crutchlow.

    Settimo Checa e ottavo invece Haslam. Al terzo passaggio Rea arriva leggermente lungo in uscita di una curva e perde terreno nei confronti di Max Biaggi, in quel momento secondo, che così si riaccoda al nordirlandese, siglando pure il nuovo record del tracciato di Brno. Al settimo passaggio prima Michel Fabrizio passa Xaus guadagnando la terza posizione e poi Biaggi sorpassa Rea e si porta al comando.

    Il giro successivo Max ritocca nuovamente il record del tracciato e allunga leggermente sul pilota del team Ten Kate. A sei giri dalla fine, Ruben, ha perso aderenza sull’anteriore nella prima curva del tracciato mentre era in terza posizione ed è finito a terra, lasciando così l’ultimo gradino del podio a Fabrizio.

    Da segnalare il rientro nei box di Crutchlow dopo i primi passaggi. Il britannico della Yamaha ha cambiato la gomma posteriore e, una volta tornato in pista in ultima posizione, ha siglato il nuovo record del tracciato, abbassando di quasi mezzo secondo il tempo fatto registrare da Biaggi.


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    Parlando di infortuni, non preoccupa quello di Luca Scassa che certamente sarà al via di Silverstone per continuare a stupirci con le sue prestazioni. A Silverstone Luca troverà una Ducati più leggera.

    Grazie al regolamento della FIM che controlla in base ai risultati le differenze tra le moto a due e a quattro cilindri, a partire dal prossimo appuntamento del mondiale Superbike, le bicilindriche, e quindi tutte le Ducati, potranno diminuire il loro peso di altri tre chili. Quest è la seconda cura dimagrante per le moto di Borgo Panigale che già dopo le gare al Miller di Salt Lake City avevano avuto la possibilità di scendere di peso. Il problema è che ormai alle Ducati resta poco da togliere. Dove si potranno ridurre i tre chili che il regolamento consente di eliminare? Certo sei chili equivalgono ad una buona manciata di cavalli e quindi i team Ducati faranno certamente di tutto per approfittare di questo aiuto da parte della FIM. A Silverstone capiremo se ci saranno riusciti.
     
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    Ancora tre chili in meno per le bicilindricheI successi di Rea e Biaggi hanno fatto scattare per la seconda volta di fila il meccanismo regolamentare introdotto nel 2008 per bilanciare le prestazioni di due cilindri 1200 cm3 e quattro cilindri 1000 cm3 in base ai risultati. Dal prossimo round di Silverstone tutte le Ducati in pista potranno essere alleggerite a 162 chili, contro i precedenti 165. Per tutto il 2009 e nei primi sei round 2010 le 2V bolognesi avevano il peso limite a 168 kg, contro 162 delle quattro.

    Dalla Gran Bretagna in poi (per almeno tre round) tutte le moto in pista avranno lo stesso peso limite a prescindere da cilindrata e frazionamento. La revisione avviene ogni tre eventi e se a Imola (round 12) dovesse esserci nuovamente un coefficiente di punteggio troppo favorevole alle quattro cilindri dalla gara successiva le Ducati potranno aumentare di 2 mm il diametro dei restrittori all’alimentazione: adesso è fissato in 50 mm.
     
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