SBK

Max

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    La seconda gara del weekend di Brno del Mondiale Superbike è stata praticamente la fotocopia di quella di questa mattina. A cambiare però è stato il risultato finale, con Max Biaggi che questa volta ha saputo resistere agli attacchi di Marco Melandri, andando a conquistare la sua seconda vittoria stagionale, l'11esima della sua carriera sul saliscendi ceco.

    Ancora una volta i due piloti italiani hanno fatto la selezione, forse maggiormente rispetto a gara 1, con Carlos Checa che ha fatto ancora da spettatore in terza posizione, ma senza riuscire ad avvicinarsi più di tanto alla coppia di testa, che ha nuovamente regalato un bellissimo duello.

    Max e Marco si sono scambiati più volte le posizioni, ma poi nel finale il campione del mondo in carica ha resistito con grinta al rivale della Yamaha, chiudendogli tutti i varchi e andando a conquistare una vittoria fondamentale per la sua caccia al titolo, perchè gli consente di ridurre a 30 punti il suo gap nei confronti di Checa. Anche Melandri si avvicina, ma 53 punti sono ancora tanti (più di due vittorie di distanza).

    Identico l'ordine di arrivo per quanto riguarda le posizioni comprese tra la quarta e la sesta, con Michel Fabrizio, Eugene Laverty ed Ayrton Badovini che hanno tagliato il traguardo con questa sequenza. I primi due questa volta hanno dato la sensazione di poter reggere il passo dei primi, finendo poi per staccarsi nella seconda metà di gara.

    Badovini invece questa volta è riuscito a sfoderare una buona partenza, portandosi subito nelle prime posizioni, ma il risultato finale non è cambiato. Evidentemente il limite della sua BMW S1000RR era questo, ma rimane il fatto che l'italiano è stato ancora il migliore dei piloti della Casa bavarese, precedendo proprio la moto ufficiale di Leon Haslam.
    10437_biaggi-risponde-a-melandri-in-gara-2-a-brno
     
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    John Hopkins non poteva sperare di meglio per il suo ritorno nel Mondiale Superbike: arrivato come wild card per il round di Silverstone, il pilota della Suzuki Crescent ha infatti portato a casa la Superpole, sfoderando un crono di 2'04"041, con cui ha beffato per appena una manciata di millesimi il pilota di casa Eugene Laverty, risalito decisamente nella Superpole 3 dopo aver faticato un po' nella prima fase del weekend.

    La prima fila è poi completata da Leon Camier, che per una volta si è tolto la soddisfazione di essere il miglior pilota in sella ad una Aprilia, e dalla Ducati del leader del mondiale Carlos Checa. Lo spagnolo del team Althea forse non è riuscito a sfruttare al meglio il suo potenziale, ma per domani sembra messo veramente bene sul passo di gara.

    La seconda fila è aperta dall'altra 1198 del francese Sylvain Guintoli, seguito a ruota da Marco Melandri: la quinta-sesta posizione sembra essere un po' il limite del pilota ravennate della Yamaha su questa pista. Gli ultimi due ad avere accesso alla Superpole 3, infine, sono stati Michel Fabrizio e Noriyuki Haga.

    Non si può non notare, dunque, che nell'ultimo segmento non è sceso in pista Max Biaggi, eliminato al termine della Superpole 2. Il campione del mondo in carica non riesce a trovare il giusto feeling con la sua Aprilia ed ha pagato anche una caduta avvenuta nella Superpole 1, quindi prenderà il via solamente dall'undicesima posizione.

    Davanti a lui troviamo anche le due BMW di Leon Haslam ed Ayrton Badovini, con l'italiano che forse avrebbe potuto dire la sua per entrare in Superpole 3 se non si fosse reso protagonista di una caduta nella prima mini sessione. La terza fila è poi completata da uno straordinario Mark Aitchinson, miglior pilota Kawasaki con la moto del team Pedercini.

    Dopo la Superpole 1 hanno invece alzato bandiera bianca Jakub Smrz, James Toseland, Maxime Berger e Tom Sykes. Quest'ultimo non è neppure sceso in pista a causa di una microfrattura rimediata nella caduta dell'ultima sessione di prove libere. Domani comunque farà il possibile per presentarsi al via.

    11015_strepitosa-superpole-per-la-wild-card-hopkins
     
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    300 vittorie
    La prima delle due gare di Silverstone (Gran Bretagna), nono appuntamento in calendario per il Campionato Mondiale Superbike 2011, oltre a confermare la leadership Ducati sia nella classifica costruttori che in quella piloti, ha permesso di raggiungere lo storico traguardo delle 300 vittorie ottenute dalla casa motociclistica di Borgo Panigale dall’inizio di questo avvincente campionato.
    Con il successo in gara 1 Carlos Checa, il portacolori del Team Althea Racing, si è aggiudicato la sua nona vittoria nel 2011 in sella alla Ducati 1198.
    Un traguardo importante che conferma il grande valore di questo pilota spagnolo e la grande competitività della bicilindrica bolognese. Grazie a questo storico risultato Carlos guida la classifica assoluta del Campionato Mondiale piloti con 50 punti di vantaggio sul suo diretto inseguitore, Max Biaggi, mentre Ducati è saldamente al comando della classifica costruttori con 330 punti.

    Nessun'altra casa motociclistica aveva raggiunto questo traguardo. Un risultato completato anche da altrettanti record difficilmente uguagliabili, che iniziano con la prima vittoria conquistata da Marco Lucchinelli nel 1988, per poi passare agli altri 25 piloti che hanno tagliato vittoriosi il traguardo di una gara Superbike; nomi come Carl Fogarty, Doug Polen, Raymond Roche, Troy Corser, Giancarlo Falappa, Neil Hodgson, Piefrancesco Chili, Ben Bostrom, James Toseland, Noriyuki Haga e tanti, tanti altri ancora, per concludere con una leggenda come Troy Bayliss e un mito come Carlos Checa. Tanto per…”dare un po’ di numeri”, ad oggi sono ben 753 i podi ottenuti da Ducati in Superbike, oltre a 155 pole position, 13 titoli iridati piloti e ben 16 mondiali costruttori.

    RISULTATI DUCATI IN SBK
    (DAL 1988 al 2011 fino alla gara 1 di Silverstone – 31/7/2011)
    Vittorie in gara conquistate da piloti Ducati : 300
    • Carl Fogarty (GB) 55,
    • Troy Bayliss (AUS) 52,
    • Doug Polen (USA) 26,
    • Raymond Roche (F) 23,
    • Troy Corser (AUS) 16,
    • Neil Hodgson (GB) 16,
    • Noriyuki Haga (JPN) 16,
    • Pierfrancesco Chili (I) 13,
    • Giancarlo Falappa (I) 13,
    • Carlos Checa (SPA) 12,
    • Ruben Xaus (E) 11,
    • Régis Laconi (F) 10,
    • Ben Bostrom (USA) 7,
    • John Kocinski (USA) 5,
    • James Toseland (GB) 5,
    • Michel Fabrizio (I) 4,
    • Lorenzo Lanzi (I) 3,
    • Shane Byrne (GB) 2,
    • Mauro Lucchiari (I) 2,
    • Marco Lucchinelli (I) 2,
    • Stephane Mertens (B) 2,
    • Anthony Gobert (AUS) 1,
    • Garry McCoy (AUS) 1,
    • Andreas Meklau (A) 1,
    • John Reynolds (GB) 1,
    • James Whitham (GB) 1.

    Pole conquistate da Ducati: 155

    Titoli Mondiale Piloti conquistati da Ducati: 13
    • Carl Fogarty (GB) 4,
    • Troy Bayliss (AUS) 3,
    • Troy Corser (AUS) 1,
    • Doug Polen (USA) 2,
    • James Toseland (GB) 1,
    • Raymond Roche (F) 1,
    • Neil Hodgson (GB) 1.

    Titoli Mondiale Costruttori conquistati da Ducati : 16
    1. 1991
    2. 1992
    3. 1993
    4. 1994
    5. 1995
    6. 1996
    7. 1998
    8. 1999
    9. 2000
    10. 2001
    11. 2002
    12. 2003
    13. 2004
    14. 2006
    15. 2008
    16. 2009
    carlos_checa_300vittorie_sbk1
     
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    La notizia bomba arriva a poche ore dai bei risultati fatti segnare da Marco Melandri ed Eugene Laverty nella gara di Silverstone del Mondiale Superbike.

    ”La Yamaha Motor Europe - si legge in un comunicato stampa - ha deciso di ritirare la propria squadra ufficiale dal Mondiale Superbike al termine della stagione in corso”.

    L’annuncio ”segue una riorganizzazione strategica delle Operazioni di Marketing che include tutte le attività di Motorsport, in considerazione dei continui severi cambiamenti che il mercato delle due ruote a motore sta subendo”.

    Il comunicato di Yamaha continua dicendo che ”Per via di questa decisione, saranno utilizzate più risorse verso attività direttamente collegate alla soddisfazione del cliente, per accrescere il valore dell’appartenenza al marchio”.

    Seguono i consueti ringraziamenti di rito verso tutte le persone impegnate nelle competizioni, per il loro supporto, la passione, la professionalità etc etc, ma di fatto il comunicato di Yamaha parla chiaro: non ci sono soldi da sperperare in competizioni e quindi è bene dedicarsi ad attività più remunerative.

    Beh, che dire di questa doccia fredda che arriva a quattro appuntamenti dal termine del Campionato? E’ difficile analizzare così di getto una decisione del genere, perché si rischia di ricadere nel banale. Una cosa è certa: che i chiari di luna non fossero così propizi in Yamaha si era capito; che ci fossero difficoltà a trovare sponsor era altrettanto chiaro, ma che si arrivasse a chiudere il Team Ufficiale proprio non ce lo aspettavamo.

    Già lo scorso anno la Ducati annunciò la sua mancata partecipazione ufficiale al Campionato 2011, anche se da più parti si era giustificata questa scelta con il fatto che la Ducati 1198 fosse a fine vita agonistica e che quindi non valeva granchè la pena continuare ad investirci sopra. Oltre a ciò, il ritiro di Ducati è stato in effetti un ritiro a metà, visto che la metà delle facce che girano nel box del Team Althea, hanno scritto Ducati sul biglietto da visita. Ci aspettiamo infatti da un momento all’altro che Ducati annunci il suo rientro, non appena lancerà la nuova Superbike 2012.

    Verrebbe da pensare, quindi, che anche Yamaha abbia deciso di non investire più sulla YZF-R1, ormai a fine vita e che ha raccolto risultati commerciali davvero modesti, tali da non giustificare più un investimento diretto.

    E ora? Che faranno Marco Melandri ed Eugene Laverty? Per ora nulla è dato sapere, e lo stesso Marco ha “Twittato” la notizia sul suo profilo ma senza commentare.

    Ci viene da domandarci: “Stiamo forse tornando verso un Campionato del Mondo Superbike dedicato ai Team privati, mentre le Case dedicheranno i loro sforzi agonistici solo alla MotoGP?” Potrebbe darsi, e non è detto che ciò sia necessariamente un male…

    11067_clamoroso-la-yamaha-lascia-la-sbk-a-fine-stagione
     
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    Giuliano Rovelli le corse le conosce bene anche perché prima di creare il team ParkinGO ha corso, cogliendo importanti risultati, nella Sport Production (si è classificato al terzo posto della SS600 nel 1992) e successivamente nel trofeo ParkinGO European Series da lui stesso organizzato assieme ad Infront Motorsports. Attivissimo imprenditore e proprietario della Oasi Handling (gruppo che comprende anche ParkinGO, società che organizza e gestisce parcheggi low cost dislocati in prossimità dei principali aeroporti italiani). Rovelli quest’anno è passato da Triumph a Yamaha quando mancavano solo poche settimane all’inizio della prima gara del mondiale Supersport. Ciò nonostante la sua squadra si è già aggiudicata ben sei vittorie nelle otto gare di campionato sin qui disputate. “Il team Yamaha ufficiale del 2009 colse sei vittorie con Cal Crutchlow – ci dichiara un orgoglioso Rovelli – e noi abbiamo già uguagliato questo risultato e speriamo ovviamente di fare ancora meglio, visto che mancano ancora quattro gare al termine della stagione”.


    Specialmente dopo la gara di Silverstone, Chaz Davies è il grande favorito nella corsa al titolo SS.
    “Stiamo facendo una grande stagione, ma non è ancora finita ed i nostri avversari sono molto agguerriti. Noi ci crediamo e daremo il massimo sino all’ultimo giro dell’ultima gara”.


    Ed il prossimo anno farete il grande salto?
    "Stiamo lavorando molto per poter partecipare il prossimo anno al mondiale Superbike. Lo vogliamo fare nel migliore dei modi per essere protagonisti come lo siamo quest’anno in Supersport. Non corriamo per far numero. So quanto sia impegnativa la Superbike se si vuole disputare ad alti livelli, ma ci sto lavorando da tempo ed ho creato un pool di aziende interessate al mondiale che affiancheranno ParkinGo".


    Da più parti si da per scontato che resterete con la Yamaha rilevando il loro team.
    "Si l’ho letto anche io, ma in realtà nulla è ancora stato deciso. Il progetto Superbike sta andando avanti da alcuni mesi, nel corso dei quali abbiamo sentito Ducati, Aprilia ed ora, alla luce del loro ritiro, anche Yamaha, con la quale esiste ovviamente un canale preferenziale. Lo scorso anno in poco tempo abbiamo trovato con loro un accordo che ci ha permesso di disputare una buona stagione in Supersport, ma non è detto che nel 2012 utilizzeremo le loro R1. Stiamo valutando attentamente diverse possibilità perché vogliamo essere competitivi, ma nello stesso tempo dobbiamo rispettare i nostri budget".


    Il budget è ormai per tutti il problema principale.
    "La crisi esiste e secondo me è appena all’inizio. Reperire i fondi necessari per correre ad lato livello è difficilissimo e richiede una gestione estremamente professionale. La mia squadra è organizzata esattamente come un azienda, con centri di costo, budget e sotto budget. Nulla è lasciato al caso per ottimizzare le risorse. Solo così si può sopravvivere e sono convinto che in questo i team privati siano più bravi di quelli ufficiali. Prendete ad esempio il team Althea. Genesio Bevilacqua è un grande appassionato, ma soprattutto un ottimo imprenditore. In poco tempo ha messo assieme una squadra che funziona e che sta ottenendo risultati eccezionali con costi certamente inferiori a quelli dei team ufficiali".


    Può essere questa la strada per dare un futuro alla SBK?
    "Ne sono certo. In Superbike abbiamo la fortuna di avere a che fare con Infront e con persone come Ciabatti e Flammini. Dirigenti che hanno a cuore il loro lavoro e con i quali è facile dialogare. Non cercano di imporre nulla, ma anzi collaborano per aiutare i team e di conseguenza il loro campionato. Stanno lavorando per ridurre i costi e per facilitare l’ingresso di squadre private nel mondiale Superbike. Non ci sono più le risorse per i mega team ed il futuro è rappresentato da quelle squadre private che uniranno la passione alle capacità imprenditoriali e gestionali".


    Le moto per la Superbike non sono ancora state scelte ed i piloti?
    "Per quanto riguarda i piloti abbiamo un punto fermo che è rappresentato da Davis. Lui sarà certamente alla guida di una delle nostre moto. Considero Chaz un grande pilota ed un professionista serio che è arrivato alla sua massima maturazione ed è quindi pronto per la Superbike. In passato ha accumulato molte esperienze correndo in quasi tutte le categorie ed è giunto per lui il momento di mettere a frutto queste esperienze e le sue indubbie capacità. Davies sarà uno dei nostri piloti, indipendentemente dal fatto che si possa o meno laureare campione del mondo della Supersport 2011".


    Certo se assieme alle R1 arrivasse anche un certo Melandri...
    “Sarebbe il benvenuto. Come vi dicevo noi andiamo in Superbike per far bene e non per riempire la griglia. E’ quindi nostra intenzione ingaggiare piloti che possano puntare a grandi risultati e naturalmente Marco è uno di quelli. Al momento è prematuro fare dei nomi, ma una volta che avremo deciso quali moto utilizzare sceglieremo anche chi affiancherà Davies che, ripeto, resta il nostro punto di riferimento per quanto riguarda i piloti”.
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    James Toseland deve smettere di correre. In una lettera indirizzato ai suoi sostenitori il trentunenne pilota del team BMW Italia annuncia di dover dare l’addio alle competizioni a causa del suo polso destro, che non gli permette più di guidare in modo sicuro. Al Nurburgring, nella prima manche, aveva disputato la sua duecentesima gara in Superbike, ma nella seconda, corsa in condizioni proibitive era caduto. Inizialmente sembrava che il polso terribilmente danneggiato a marzo nei test privati di Aragon, non fosse stato ulteriormente colpito. Purtroppo invece, una volta rientrato in patria, James ha dovuto prendere atto della triste realtà.

    Ecco il testo della lettera pubblicata sul suo sito
    Voglio scrivervi una lettera personale per spiegarvi cosa mi ha costretto a ritirarmi prematuramente e colgo l’occasione per ringraziare tutti voi per l’incredibile supporto che mi avete dato nel corso della mia carriera. Come sapete ho passato dei brutti momenti da quando mi sono infortunato al polso destro durante dei test privati ad Aragon in Spagna nei primi mesi dell’anno. Abbiamo compreso subito che il danno patito dal mio polso avrebbe potuto compromettere la mia carriera, ma ho deciso assieme al mio staff di fare tutto il possibile per continuare a correre. Ho fatto molta fatica per correre in due gare e poi al Nurburgring in Germania, dove abbiamo corso in condizioni tremende, sono caduto. Mi sono consultato nuovamente con i miei consulenti e con Mike Hayton ed la diagnosi è stata la peggiore che io mi potessi aspettare. Per spiegarmi in poche parole vi dirò che il mio polso non mi consente di effettuare tutti i movimenti necessari per correre in moto da professionista e che non esiste nessuna fisioterapia che possa migliorare la situazione. Ne consegue che non posso più correre in moto in piena sicurezza e con il pieno controllo del mezzo. Devo pensare alla mia sicurezza ed anche a quella degli altri piloti che gareggerebbero con me. Sapendo che non posso più competere ad alto livello mi fa comprendere che non è giusto che io utilizzi in modo non appropriato una moto che potrebbe invece essere messa a disposizione di un giovane di talento che ne potrebbe trarre dei vantaggi. Ovviamente è stata una decisione molto difficile ed è stato duro dover accettare il consiglio del mio staff ed accettare una sconfitta come questa, ma non esiste un’alternativa. Ho fatto tutto quanto era possibile negli ultimi mesi ma la triste realtà è che nessuno dei miei sforzi è servito per cambiare le cose e per aprire il gas come avrei voluto. Siete stati fantastici nel corso della mia carriera, nella buona come nella cattiva sorte ed è stato per me come avere una seconda famiglia che mi è stata di grande aiuto. Grazie di tutto e spero che abbiate potuto essere fieri di me.

    Una lettera davvero commovente del due volte campione del mondo della Superbike che dimostra ancora una volta di essere una grande persona oltre che un grande pilota. Nella sua vita le corse sono state sempre importanti ma James aveva anche altre passioni come quella della musica e del pianoforte. Si chiude quindi un capitolo importante della sua vita ma siamo certi che se ne posa aprire uno nuovo con la speranza che la vita gli riservi altre soddisfazioni pari a quelle che ha saputo raccogliere in moto.

    James Toseland



    Andrea Buzzoni, Project Director del BMW Motorrad Italia Superbike Team a Direttore di BMW Motorrad Italia, ha dichiarato: “Sono personalmente molto dispiaciuto per il ritiro di James. Quest’anno ho avuto l’opportunità di incontrare e conoscere James ed ho potuto apprezzare non solo la sua professionalità, in un anno così difficile, ma specialmente le sue qualità umane.
    Voglio ringraziare James per il suo comportamento, la sua personalità trasparente, la sua cortesia e professionalità. Nelle corse ci sono molti piloti veloci, ma James unisce il talento del pilota ed una grande umanità. E’ un pilota eccellente – un campione – ed una persona molto positiva. Grazie James”.

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    Non ce l'ha fatta "il toro" a fare una corsa puntando solo a prendere i punti: no, lui è Carlos Checa, l'assoluto dominatore e ora finalmente matematicamente campione del mondo 2011 e quindi ha voluto dimostrare ancora una volta quanto lui e la sua Ducati Althea fossero superiori alla concorrenza in questa stagione. Così si è portato a casa anche la vittoria di Gara 1 a Magny-Cours, casomai non fosse ancora chiaro.

    Al via era Eugene Laverty a prendere il comando, mentre il poleman Johnny Rea restava al palo e sfilava settimo al primo giro. Checa si metteva in scia al leader in sella alla Yamaha, e al decimo passaggio c'era un primo attacco all'Adelaide, con relativo controsorpasso dell'irlandese in uscita. Ma alla curva del Liceo, la penultima piega prima dell'arrivo, arrivava l'assalto definitivo.

    Il resto è stata gara in solitaria, una passerella fatta di giri velocissimi e avversari dimenticati, mentre al box Althea tremavano e speravano Carlos non facesse errori, per poter festeggiare liberamente a fine gara.

    Nel gruppo dei terrestri, invece, l'azione era appassionante come tipico stile Superbike, con un gruppo formato da Leon Camier, Leon Haslam, Sylvain Guintoli, Noriyuki Hagae Marco Melandri in caccia della seconda posizione di Laverty.

    Il romagnolo, finito indietro a causa della caduta di Rea al quarto passaggio alla chicane, è in rimonta e gira velocissimo. E a metà gara, col serbatoio che va svuotandosi, diventa il più veloce in pista. Il più veloce dei "terresti", ovviamente...

    Pian piano scavalca Haga, il pilota di casa Guintoli, e dopo poco anche Camier, che già era stato sopravanzato dalla Bmw di Haslam.
    La Bmw e la Yamaha si "annusano" un po', poi diventa chiaro che la precedenza va data all'andare a prendere la "volpe" Laverty, e così i due avversari si alleano e alla ventesima tornata arrivano a prendere l'irlandese.
    A questo punto "Macio" decide che è il momento, passa Haslam e poi attacca anche il compagno di squadra, andando a conquistare la seconda posizione a due giri dal termine.
    Il giovane rampollo Yamaha non ce la fa più, ha finito le gomme e viene poi passato anche da Haslam e Camier, chiudendo solamente quinto dopo essere stato in testa per metà gara.

    L'attenzione è ovviamente tutta per "il toro", che viene festeggiato lungo tutto il tracciato dal numeroso pubblico presente sulle tribune. Ma la festa poi sarà tutta all'arrivo in corsia box.

    carlos-checa-campione-del-mondo-superbike-2011_9464
     
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    pensieri sul suo futuro non hanno impedito a Carlos Checa di "matare" il resto del gruppo del Mondiale Superbike anche in gara 1 a Portimao. Il campione del mondo, ancora in bilico tra Ducati e BMW, ha condotto la sua 1198R al 15esimo successo stagionale, precedendo sul traguardo del tracciato portoghese l'altra Rossa di Sylvain Guintoli.

    Il francese aveva accarezzato il sogno di portare a casa il primo successo della stagione, comandando le operazioni per ben 20 dei 22 giri previsti. Nel corso del penultimo passaggio però ha dovuto fare i conti con lo spagnolo e con la sua voglia di dare una risposta forte alla Casa di Borgo Panigale, quindi si è dovuto inchinare al portacolori del team Althea.

    Sul terzo gradino del podio è salito il poleman Jonathan Rea. Il pilota della Honda non è riuscito a replicare sulla distanza l'ottimo passo mostrato sul giro secco e, dopo aver comandato nel primo passaggio, ha piano piano perso terreno, ma si è comunque confermato sul podio.

    Ai piedi del podio bisogna segnalare la rimonta mostruosa di Max Biaggi: il pilota dell'Aprilia è scattato dalla 17esima posizione, ma è stato semplicemente straordinario nel risalire fino alla quarta posizione, agguantata proprio nel finale ai danni della Kawasaki di Joan Lascorz. Solo sesto Marco Melandri, che probabilmente ha chiesto troppo alle gomme della sua Yamaha per restare nel trenino di testa nei primi giri e lo ha pagato nel finale, quando i tempi della sua R1 si sono alzati tantissimo.

    Stupisce poi la prestazione di Maxime Berger, bravo a regalare un bel settimo posto al team Supersonic proprio in occasione della sua ultima uscita nella serie. Completano la top ten poi Tom Sykes, Leon Haslam e Jakub Smrz. Non bisogna dimenticare poi il brivido corso da Eugene Laverty, tradito dall'ammortizzatore di sterzo della sua Yamaha mentre procedeva ad altissima velocità, ma fortunatamente abile a non finire a terra.

    Sicuramente per Marco Melandri ed Eugene Laverty non deve essere stato facile fare i conti con la decisione della Yamaha di abbandonare il Mondiale Superbike in veste ufficiale, ma oggi hanno fatto un grande regalo alla Casa giapponese, confezionandogli un addio di quelli da incorniciare.

    Il pilota italiano ha infatti conquistato la sua quarta vittoria stagionale in gara 2 a Portimao, al termine di un duello entusiasmante con il compagno di squadra. L'irlandese ha tenuto un ritmo incredibile nella prima parte di gara, ma a 5 tornate dal termine si è dovuto arrendere all'attacco del ravennate, che poi ha si è costruito un leggero margine di sicurezza e si è involato verso la vittoria.

    Il secondo posto, che negli ultimi due giri ha dovuto difendere con le unghie dalla Honda del poleman Jonathan Rea, non è bastato però a Laverty per chiudere il suo primo campionato in Superbike sul podio: piazzandosi settimo in rimonta, Max Biaggi ha terminato la stagione con gli stessi punti e lo stesse numero di vittorie di Eugene, precedendolo però in virtù del maggior numero di secondi posti.

    Sull'ultimo podio della stagione non è riuscito a salire invece il dominatore Carlos Checa, che questa volta si è accontentato di piazzare la sua Ducati del team Althea in quarta posizione, giusto davanti all'altra 1198R di Sylvain Guintoli, che ha seguito lo spagnolo proprio come in gara 1.

    Obiettivo raggiunto anche per Ayrton Badovini: il pilota della BMW Motorrad Italia era partito per il Portogallo con la speranza di chiudere il Mondiale nella top ten e così è stato. Con il nono posto ottenuto nella seconda frazione ha preceduto di appena 4 lunghezze Joan Lascorz, ottavo sul traguardo con la sua Kawasaki.
    12869_la-yamaha-saluta-la-superbike-con-una-doppietta
     
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    L'aumento del peso minimo della Ducati 1198R per la prossima stagione del Mondiale Superbike sembra ormai cosa fatta. Stando alle indiscrezioni che arrivano da Portimao, dove oggi ci sono i primi test in vista del 2012, la FIM ha deciso di appesantire di 6 kg le bicilindriche di Borgo Panigale come compensazione dei 200 cc di cilindrata che possiedono in più rispetto alla concorrenza.

    Del resto, il dominio mostrato nel campionato appena concluso, con Carlos Checa che è stato capace di conquistare la bellezza di 15 vittorie, ha creato non poco malumore all'interno delle altre squadre, che avevano richiesto fortemente l'intervento della Federazione e della Infront Motor Sport.

    In casa Ducati però non hanno perso tempo e sono immediatamente corsi ai ripari: questo aumento di peso potrebbe essere sfruttato per inserire sulla moto il motorino di avviamento. Un accorgimento che potrebbe rivelarsi fondamentale nel 2012, quando sarà proibito l'utilizzo della seconda moto. In caso di caduta, infatti, potrebbe permettere di raggiungere i box molto rapidamente.

    Nei test di oggi intanto ci saranno tanti esordi: il più atteso è senza dubbio quello di Marco Melandri in sella alla BMW S1000RR. Sulla moto bavarese farà il suo debutto anche Michel Fabrizio, nuovo acquisto del team Motorrad Italia. Senza dimenticare poi la prima apparizione di Eugene Laverty sull'Aprilia.

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    L'Aprilia ha lottato parecchio per convincere Eugene Laverty a vestire i suoi colori nelle prossime due stagioni del Mondiale Superbike e, a giudicare dalla prima uscita del pilota britannico in sella alla RSV4, sembra aver riposto molto bene la sua fiducia.

    Sceso appena 48 ore fa dalla Yamaha, Eugene è stato immediatamente capace di stampare il miglior tempo nei test andati in scena oggi a Portimao. Il suo miglior riferimento, 1'42"8, è più alto di appena tre decimi rispetto alla Superpole ottenuta sabato da Jonathan Rea sul tracciato portoghese.

    Laverty è sceso in pista con le due Aprilia che in questa stagione ha utilizzato Noriyuki Haga, propendendo però per una soluzione diversa a livello di forcella, puntando cioè sulla Ohlins 2011 che non piaceva al giapponese. Alle sue spalle, staccato di appena un decimo, si è inserito proprio Rea, confermando ancora una volta di aver trovato un grande feeling con la sua Honda CBR1000RR, per la quale ha testato anche molte nuove componenti.

    A sorpresa, anche Joan Lascorz è riuscito a scendere sotto al muro dell'1'43" con la sua Kawasaki (anche se va detto che probabilmente a Portimao ha vissuto il miglior weekend del suo 2011), precedendo di oltre quattro decimi Leon Haslam, che oggi ha provato una BMW S1000RR in configurazione 2012, quindi completamente rivista per quanto riguarda telaio, motore e carene.

    Il suo nuovo compagno Marco Melandri invece ha girato sia con la versione 2011 che una ibrida 2012 della moto bavarese, fermandosi a circa quattro decimi da Leon: quello del ravennate quindi può essere considerato un esordio positivo, considerando che Haslam ormai conosce la moto da un anno.

    Meno brillante invece l'esordio sulla BMW di Michel Fabrizio: il pilota romano, che nel 2012 difenderà i colori del team Motorrad Italia, si è reso protagonista di una scivolata piuttosto spettacolare, nella quale fortunatamente non ha riportato conseguenze. Ha chiuso però la giornata al decimo posto, staccato di oltre un secondo dal compagno di squadra Ayrton Badovini, che invece è sesto.

    Tante novità anche in casa Liberty Racing. La squadra legata alla Ducati molto probabilmente schiererà quattro moto nella prossima stagione e quindi ha iniziato a valutare i potenziali candidati per il ruolo di nuovi vicini di box di Sylvain Guintoli e di Jakub Smrz.

    A mettersi in grande evidenza ci ha pensato soprattutto Maxime Berger, quasi certo di ottenere una delle 1198R della squadra ceca, che ha ottenuto il quinto tempo di giornata. In pista però si sono visti anche il campione canadese Brett McCormick e Santiago Barragan, che proprio nel weekend aveva fatto il suo esordio in Sbk con la Kawasaki del Team Pedercini.

    WORLD SUPERBIKE, Portimao, 18/10/2011
    Test collettivi
    1. Eugene Laverty (Aprilia) 1'42”8
    2. Jonathan Rea (Honda) 1'42”93
    3. Joan Lascorz (Kawasaki) 1'42”93
    4. Leon Haslam (Bmw) '143”33
    5. Maxime Berger (Ducati) 1'43”3
    6. Ayrton Badovini (Bmw) 1'43”3
    7. Tom Sykes (Kawasaki) 1'43”3
    8. Marco Melandri (Bmw) 1'43”7
    9. Brett McCormick (Ducati) 1'44”3
    10. Michel Fabrizio (Bmw) 1'44”4
    11. Santiago Barragan (Ducati) 1'47”0

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    A volte ritornano. E non ci riferiamo solo al team Alstare che ha da poco annunciato di aver abbandonato le competizioni, ma soprattutto ad uno dei marchi storici del motociclismo mondiale come MV. Sembra infatti che il vulcanico Francesco Batta (ma tempo fa non aveva dichiarato “o con Suzuki oppure mi ritiro?”) stia lavorando per schierare nel prossimo mondiale Supersport la nuova F3 della casa italiana e che a guidarla sia stato scelto Luca Scassa.

    Usiamo il condizionale in quanto come sempre per realizzare un progetto servono molte componenti, compreso il budget per concretizzarlo. Comunque il fatto che il progetto sia in una fase avanzata e che la Casa di Schiranna abbia dato la sua disponibilità a fornire le nuove e bellissime F3, fa ben sperare. Rivedere in pista una MV e guidata poi da quel pilota che è stato l’ultimo a portarla al successo (Scassa ha vinto nel 2008 il titolo di campione italiano Superbike con la MV F4 del team Gimotorsport) farebbe non solo sognare moltissimi tifosi, ma sarebbe un’ottima occasione per rivalutare una classe che da alcuni anni è in fase calante, anche a causa della sua scarsa visibilità televisiva.

    Luca Scassa ha dimostrato quest’anno nelle fila del team ParkinGo Yamaha di essere uno dei top rider della Supersport ed in una squadra competitiva, come è sempre stata quella dell’Alstare, potrebbe ottenere grandi risultati portando al successo la tre cilindri varesina.
    Per il momento non c’è nulla di ufficiale e trovare gli sponsor che possano sostenere il progetto non è certamente un compito facile, ma incrociamo le dita e speriamo che il fascino del marchio attiri non solo gli appassionati, ma anche aziende disposte ad investire.
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    Dopo l’abbandono da parte di Giovanni Sandi e dei suoi uomini, alla volta della MotoGP (più specificatamente alla CRT del team Ioda Racing), e del team manager Francesco Guidotti, emigrato al Pramac Racing Team, il team ufficiale Aprilia Superbike aveva contattato Enrico Folegnani, che già aveva lavorato con Max in passato, vincendo assieme a lui un titolo, con la Honda 250. Sembrava fatta, ma non è stato così. Ora il problema del capotecnico si è risolto, con l’arrivo di Aligi Deganello, che dopo la scomparsa di Simoncelli non se la sentiva più di rimanere nell’ambiente dove aveva lavorato gomito a gomito col grande Marco, col quale aveva lavorato parecchi anni, fin dai tempi della Gilera. Anzi, Marco lo aveva voluto al suo fianco anche durante la breve avventura in Superbike con l’Aprilia RSV4 1000 ufficiale - ad Imola, nel 2009 - dove aveva conquistato un podio e probabilmente avrebbe anche vinto l’altra manche, se non fosse caduto.
    Aligi era un uomo “di altri tempi”, nel senso che era (e ovviamente lo è ancora, mica si è scordato tutto…) un vero mago dei motori a due tempi, che aveva lasciato il mondo del cross nel ’93 per dedicarsi al motomondiale 125 e 250, con un intervento a quattro tempi prima nel ’96 – quando seguì la Ducati 916 SBK di Paolo Casoli – e poi proprio per affiancare superSic in quella puntata con l’Aprilia SBK, prima dell’avventura in MotoGP con la Honda, dove naturalmente ha accumulato ulteriore esperienza.

    Pernat è il nuovo Direttore Sportivo del Pramac Racing
    E se Deganello lascia l’amico Gresini e tutti i suoi collaboratori, compreso suo figlio Elvio, che seguiranno Alvaro Bautista, con la Honda RCV213, e Michele Pirro con la CRT con motore Honda CBR1000RR, per andare ad affiancare un pilota fortissimo come è ancora Max Biaggi, il mitico Carlo Pernat, dopo la perdita dell’amico Marco e il ritiro del suo pupillo Loris Capirossi, smette i panni di manager dei piloti e torna a far parte integrante di un team, come in passato: Carlo infatti è il nuovo Direttore Sportivo del Pramac Racing Team, dove seguirà Hector Barberà e la Ducati Desmosdedici. «Belìn non me la sento più di legarmi così ai piloti» racconta Carletto «è ora di voltar pagina e andare ad affrontare un anno difficile come sarà il 2012, che fungerà da “traghetto” per la nuova categoria CRT. Staremo a vedere…».
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    Conquistandosi i galloni di vice-campione del mondo, Marco Melandri è stato senza dubbio una delle note positive del Mondiale Superbike 2011. Al debutto tra le derivate di serie, il ravennate ha immediatamente dimostrato di poter dire la sua ad alto livello, ma sfortunatamente per lui la Yamaha ha deciso di non proseguire la sua avventura nella serie.

    Per questo Marco è stato costretto a scegliere una nuova strada, optando per la BMW per il suo futuro. Un'avventura che sembra tutt'altro che facile: "Mi è bastato il primo test con la S1000RR per rendermi conto che le difficoltà saranno tante. La priorità sarà tenere su il morale della squadra quando le cose non andranno bene. Sul giro secco siamo ancora lontani ma, se corressimo domani, sono certo che sulla distanza potrei tirare fuori qualcosa in più. Non vedo l'ora di cominciare" ha detto in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

    Per molto tempo però si è parlato anche di un suo possibile approdo all'Aprilia. Una trattativa non andata in porto perchè Melandri non avrebbe potuto avere lo stesso trattamento di Max Biaggi: "La mia moto sarebbe stata gestita da un team esterno. Io non avrei avuto problemi, ma lui ha un contratto che esclude la possibilità di avere un italiano come compagno".

    Sul passaggio in Superbike non sembra esserci il minimo ripensamento, anche se gli sarebbe piaciuto tornare in MotoGp per sostituire l'infortunato Jorge Lorenzo in sella alla Yamaha ufficiale nelle ultime gare del 2011: "Mi sarebbe piaciuto sostituire Lorenzo nelle ultime due gare, quando lui era fuori per l'infortunio. Sarebbe stato un bel regalo d'addio, che la Yamaha mi doveva".

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    La Queensland Raceway ha ospitato un evento fuori dal comune: il campione del mondo Superbike Troy Bayliss ha caricato sulla sua Ducati il pilota di Formula 1 Mark Webber.
    I fenomeni dei motori ne danno notizia su Twitter. Noi vi mostriamo una foto che la dice lunga su quanto gas abbia dato il mitico Troy: in piena impennata in uscita di curva, con Mark appollaiato sul codone, roba da urlo!

    Un ottimo modo, indubbiamente adrenalinico, per preparare la stagione 2012 di entrambi. Pilota ufficiale Red Bull Racing F1, Mark Webber cercherà di mettere da parte un 2011 fatto di grandi sorpassi ma poca concretezza in termini di punti: l'australiano spera di riprendere il filo della stagione 2010, in cui è riuscito a contendere il titolo a Vettel fino a poche gare dalla fine del Mondiale, rappresentando uno dei maggiori candidati all'iride della prossima stagione.

    Anche per il connazionale Bayliss il 2012 sarà un anno fitto di impegni. Dopo aver dato man forte nello sviluppo della 1199 Panigale, il tre volte Campione del Mondo WSB ed unico pilota ad aver vinto nella stessa stagione una gara SBK ed una di MotoGP, tornerà in sella alla nuova bicilindrica di Borgo Panigale come "collaudatore di lusso" e come istruttore dei corsi Ducati DRE dove il corso avanzato prenderà il nome di Troy Bayliss Academy.

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    John Hopkins sarà al via del Mondiale Superbike 2012 il 26 febbraio a Phillip Island (Australia). L'americano, che vanta anche un passato in MotoGP, sarà al via nonostante le condizioni della mano destra, con un anulare ridotto a un moncherino.

    SU TWITTER — L'annuncio è arrivato tramite il popolare social network: "E' una vergogna che dopo 6 operazioni e un sacco di soldi spesi per la riabilitazione io sia ridotto così. Ma sarò pronto per la prima gara della stagione con il massimo delle motivazioni".

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91 replies since 18/9/2008, 18:36   916 views
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