SBK

Max

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    L’Aprilia ha le mani sul Mondiale, e Silverstone, ultima tappa prima della lunga pausa estiva, sembra il terreno ideale per allungare la striscia di trionfi di un Max Biaggi ormai lanciatissimo. L’unico rivale, Leon Haslam, ha retto per metà campionato ma non ha resistito all’affondo del Corsaro: cinque vittorie e un secondo posto nelle ultime sei gare, disputate a Miller, Misano e Brno.

    La RSV4 appare irraggiungibile e nel paddock della Superbike l’insofferenza degli avversari è sempre più palpabile. Il ritorno dell’Aprilia, uscita dal Motomondiale e impegnata al massimo livello, ha modificato equilibri consolidati e oscurato molte squadre che fino a poco fa erano sotto i riflettori.

    «Aprilia ha troppi soldi e risorse tecniche, è fuori portata per tutti eccetto la BMW - è l’opinione di Ronald Ten Kate - per un team satellite come il nostro correre da protagonisti è sempre più difficile e se va avanti così i giapponesi finiranno per stancarsi della Superbike». Altri vanno giù ancora più pesante. «La Ducati se l’è giocata nella gara Superbike, l’Aprilia ha vinto la MotoGP: la RSV4 non è una derivata dalla serie, è su un altro pianeta » ha commentato Michel Fabrizio dopo il terzo posto di Misano in gara.


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    Ayrton Badovini ha vinto la gara di Silverston della Superstock 1000 FIM Cup, cogliendo con tre gare d’anticipo il trofeo 2010. Con una splendida gara il pilota ventitreenne di Biella ha recuperato terreno girando molto veloce su Maxime Berger (Ten Kate Race Junior Honda) che aveva guidato la corsa nei primi giri.

    Per la BMW si tratta della prima vittoria titolata nelle moto, mentre sono stati innumerevoli i titoli vinti dalla Casa di Monaco nei sidecar.

    A completare il trionfo degli italiani, c'è il terzo posto di Andrea Antonelli (Lorini Honda) e la presenza di altri quattro italiani nelle prime dieci posizioni: Zanetti (4°), Magnoni (5°), Giugliano (7°) e Petrucci (9°).

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    Abbuffata britannica nel GP d'Inghilterra, decima prova del Mondiale Superbike. Cinque piloti d'Oltremanica davanti a tutti con Cal Crutchlow della Yamaha, aiutato anche dal settaggio di Valentino Rossi in occasione della prove di qualche settimana fa, capace di bissare il successo in gara-1 con una splendida seconda gara. Subito dietro Rea e Camier davanti a Haslam e Toseland. Male il leader del Mondiale Biaggi che ha raccolto un sesto posto.
    Manca la controprova, certo è che la Yamaha di serie di Crutchlow ha cominciato a girare forte, come mai prima d'ora. Il dubbio sorge spontaneo: che il lavoro svolto da Rossi a Brno per "provare" la sua gamba abbia realmente dato una mano al britannico? Lui non ci sta ma i risultati - sorprendenti - parlano chiaro e forse un "grazie" al pesarese potrebbe anche scapparci.

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    “Ho 24 anni e non ho tempo da perdere in Superbike”«Gare come questa possono cambiarti la vita». Cal Crutchlow saluta il pubblico, bacia il padre e la fidanzata e poi comincia a parlare del trionfo, di Valentino Rossi, della Yamaha, dei suoi sogni. Rossi ha provato la Yamaha R1 a Brno e tu la gara dopo hai rotto finalmente il digiuno. La squadra ha detto che la moto era la stessa di sempre.

    Tu puoi dire qualcosa in più? «Vale ha un’esperienza enorme e ci ha dato una grossa mano. Anch’io avevo capito che il problema della R1 era l’erogazione troppo brusca, ma ci avevamo girato intorno senza riuscire a trovare la soluzione. Lui invece ha dato la dritta giusta, consigliando ai tecnici di cambiare le regolazioni elettroniche nella prima fase dell’apertura del gas».

    Quindi Valentino è stato determinante… «Perché negarlo? A me fa piacere riconoscere i suoi meriti. Non scopriamo certo adesso che è il più grande».

    Perché, pur girando fortissimo fin dai test invernali, hai vinto solo al decimo round? «Ho sofferto spesso di eccessiva usura del pneumatico. Non eravamo a posto, l’ho detto, e qui invece siamo scesi in pista con una moto che era un violino. Poi ho avuto anche una bella dose di sfortuna, perché in alcune occasioni avrei potuto farcela e invece me ne sono successe di tutti i colori».

    È stata dura battere Rea? «Andava forte, decisamente, e per stargli dietro ho fatto anche un paio di errori. Ma stavolta la Yamaha era un missile, le gomme funzionavano ed io volevo a tutti i costi questa vittoria. Il massimo non bastava, ho dato ancora di più e ce l’ho fatta. Credo che gli appassionati si siano divertiti, io e Jonathan abbiamo offerto un bello show».

    Dicono che la Yamaha Superbike voglia tenerti a tutti i costi… «Dite? A me non sembra. Lawrence Koerkamp (responsabile corse di Yamaha Europa, ndr) mi ha fatto proprio oggi un’offerta veramente ridicola. Chiedetegli se non è vero. E poi, anche se mi offrissero di più, io in Superbike non vorrei starci comunque».

    Puoi spiegare meglio? «Voglio andare in MotoGP. Subito. Mi hanno detto che alla Tech3 ci potrebbe essere un posto libero, forse due, e se mi chiamano io ci vado al volo. Perché ho 24 anni e non ho tempo da perdere. Devo conoscere la MotoGP, i circuiti del Motomondiale. Non posso permettermi di restare un altro anno in Superbike».

    Eppure se resti potresti essere uno dei candidati al titolo 2012… «Sì, certo. Oppure potrei rompermi una gamba alla prima gara, perdere tutta la stagione, dover ricominciare tutto da capo e restare in Superbike per altri dieci anni».

    Se vai in MotoGP però, Valentino Rossi non ti aiuterà più... «È il mio idolo da sempre, non ho mai pensato di poterlo battere. Ma se mi dovessi trovare in griglia con lui, anche qualche fila dietro, questo sì che sarebbe un sogno che diventa realtà».


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    A proposito di "gap" se hai visto la gara di Sbk di Silverstone - chiede a Rossi un giornalista inglese - avrai notato che la superopole di Crutchlow lo avrebbe classificato settimo nella griglia della MotoGp ed era solo mezzo secondo più lenta di quella di Lorenzo
    "Si, ho visto, ma non si può non considerare che loro hanno la gomma da tempo e noi no. Che se avessi la ultramorbida gireremmo un altro secondo e mezzo più forte e che in gara qui a Brno la differenza è di tre secondi al giro. Loro hanno le mille, noi no, dispongono di un'elettronica che è so, o di un anno e mezzo più indietro della nostra, usano gli stessi nostri moduli freno, hanno 24 litri . Il problema è che si stanno allontanando un po' dallo spirito Superbike. Là forse sono troppo permissivi e qui troppo restrittivi. Il rischio "clone" un po' c'è. Però, l'ho già detto, una gara in Sbk mi piacerebbe farla, magari l'anno prossimo (sarebbe con la Ducati n.d.r)".
     
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    Ducati, che ha partecipato a tutte le edizioni del campionato mondiale SBK dalla sua nascita nel 1988 in forma ufficiale, vincendo 16 titoli mondiali costruttori e 13 titoli mondiali piloti, ha deciso di limitare la partecipazione alla fornitura di moto e al supporto di team privati.

    “Questa decisione deriva da una precisa scelta strategica della casa di Borgo Panigale, che vuole incrementare ulteriormente il contenuto tecnologico dei propri modelli di serie previsti in uscita sul mercato nei prossimi anni. Per raggiungere questo obiettivo le risorse tecniche dell’azienda, fino ad oggi impegnate nella gestione del team ufficiale SBK, verranno dedicate allo sviluppo della nuova generazione di moto supersportive, sia in versione omologata che nella derivata dedicata alle competizioni SBK - ha dichiarato Gabriele Del Torchio, Presidente ed Amministratore Delegato Ducati - Mi preme ringraziare in questo momento Nori e Michel, e tutti i piloti che hanno contribuito a fare grande la storia della Ducati in SBK, ma soprattutto tutte le persone di Ducati che con il loro lavoro e la loro professionalità ci hanno permesso risultati così importanti. Un grande grazie va anche a tutti partner che ci hanno supportato, Xerox ovviamente in primis. Un riconoscimento va anche a chi il campionato lo ha pensato e gestito per così lungo tempo, i fratelli Flammini, e la FIM con la quale il dialogo è continuo e proficuo.”

    Con questa importante scelta Ducati vuole rendere ancora più rapido ed efficace il trasferimento al prodotto di serie delle soluzioni tecnologiche avanzate, sperimentate attualmente nel campionato prototipi.

    L’attività di verifica nelle gare Superbike delle soluzioni tecniche innovative verrà quindi affidata, per i prossimi anni, ai team esterni che avranno la possibilità di essere assistiti tecnicamente da personale Ducati. Scelta questa che permetterà a questi Team di poter disporre di mezzi e materiali ancora più competitivi.

    Malgrado la decisione di interrompere la partecipazione ufficiale al Campionato Mondiale Superbike, Ducati proseguirà, in collaborazione con le altre case, l’organizzatore del campionato e la FIM, il lavoro di definizione di un regolamento tecnico, volto al contenimento dei costi.
    Forte di quello spirito sportivo che, da sempre, ha permesso a questa casa di competere, confrontarsi e vincere, Ducati ritiene fondamentale individuare, insieme alle altre parti coinvolte, soluzioni che possano garantire, nel medio periodo, il futuro del campionato.

    Il campionato WSBK, pur nel rispetto del regolamento, e' stato interpretato in tempi recenti più come competizione tra prototipi che tra moto derivate dalla serie. Tutto questo ha portato ad un aumento dei costi, sia per le case motociclistiche, sia per i team partecipanti al campionato. Questa situazione è difficilmente conciliabile con la difficile congiuntura economica mondiale cha ha oltretutto reso più difficile il reperimento di sponsorizzazioni. La casa confida che il lavoro congiunto di tutte le parti possa portare ad un miglioramento anche di questi aspetti.


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    Clamoroso: la Ducati ha ufficializzato il ritiro dal Mondiale Superbike a partire dal 2011.

    La notizia, anticipata da Motosprint nel numero uscito martedi 24 agosto, è destinata a suscitare vastissimo clamore. La Ducati ha preso parte in forma ufficiale a tutte le edizioni del Mondiale delle derivate dalla serie, cioè dal 1988 ad oggi, conquistando 29 titoli iridati: 13 piloti e 16 Marche.

    Nelle scorse settimane Borgo Panigale aveva minacciato di uscire se la FIM e la Infront non avessero recepito alcune modifiche regolamentari che la Ducati riteneva necessarie per adeguare le prestazioni della 1198R alle quattro cilindri. La stessa Infront aveva confermato l’eventualità attraverso il direttore sportivo Paolo Ciabatti.

    Il regolamento però sembra soltanto una giustificazione, e sarà interessante leggere cosa verrà riportato nel comunicato. In realtà la Ducati non ha più molto interesse commerciale a far correre la 1198R e, con Noriyuki Haga e Michel Fabrizio ampiamente sotto le aspettative, avrebbe avuto necessità di investire per rifondare una squadra andata alla deriva dopo la partenza dell’ex responsabile Davide Tardozzi, adesso in Bmw. Meglio quindi prendersi un anno sabbatico in attesa dell’arrivo della nuova Superbike che deutterà nel 1200 con 2V completamente riprogettato e telaio monoscocca in alluminio.
     
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    Max Biaggi è stato incredibile in qualifica, centrando la seconda Superpole della stagione. Il romano dell’Aprilia ha piegato un velocissimo Checa, secondo ed un agguerrito James Toseland, terzo, ma però poi retrocesso in ottava posizione, perchè entrato in pista prima dell'apertura della pista. Terzo quindi Guintoli e quarto Rea. Seconda fila invece per Haslam, Haga, Sykes e appunto Toseland.

    Nella prima sessione Haslam gira subito in 1’55’’173 . Scivolano al primo passaggio invece Corser (in staccata in fondo al rettilineo come alla fine delle libere) e Byrne. Quindi, passano al turno successivo Haslam, Crutchlow, Rea, Toseland, Fabrizio, Smrz, Guintoli, Xaus, Sykes, Haga, Checa, Biaggi, Lanzi, Corser, Scassa e Neukirchner.
    Fuori invece Byrne (che dopo la caduta non è riuscito a qualificarsi per la seconda sessione), Hayden e Lowry. Non ha preso parte alla Superpole Camier, che si è fratturato un polso ieri.

    Nella seconda sessione Rea sigla al primo passaggio un 1’55’’067, ma a metà turno Checa centra un 1’54’’847 che lo lancia in prima posizione. Caduta invece per Corser, che così colleziona 3 cadute consecutive in 3 turni. Scivola poi anche Xaus, mentre sul finale Guintoli, con il tempo di 1’54’’755 va al comando davanti a Checa, Sykes, Rea, Haslam, Biaggi, Toseland e Haga.
    Fuori Fabrizio, Crutchlow, Xaus, Lanzi, Smrz, Corser, Neukirchner e Scassa.

    Nella terza sessione Guintoli è subito primo, ma Checa centra subito un incredibile 1’54’’688. Sul finale, però, Biaggi sigla un impressionante 1’54’’595 e va al comando, davanti a Checa, Toseland (poi appunto retrocesso in ottava posizione), Guintoli, Rea, Haslam, Haga e Sykes.

    I tempi della Superpole

    1. 3 Biaggi M ITA Aprilia RSV4 Factory 1'54.595
    2. 7 Checa C ESP Ducati 1098R 1'54.621
    3. 50 Guintoli S FRA Suzuki GSX-R1000 1'54.934
    4. 65 Rea J GBR Honda CBR1000RR 1'55.138
    5. 91 Haslam L GBR Suzuki GSX-R1000 1'55.161
    6. 41 Haga N JPN Ducati 1098R 1'55.276
    7. 66 Sykes T GBR Kawasaki ZX 10R 1'55.378
    8. 52 Toseland J GBR Yamaha YZF R1 1'54.909 (retrocesso)
    ------
    9. 84 Fabrizio M ITA Ducati 1098R 1'55.264
    10. 35 Crutchlow C GBR Yamaha YZF R1 1'55.295
    11. 111 Xaus R ESP BMW S1000 RR 1'55.375
    12. 57 Lanzi L ITA Ducati 1098R 1'55.524
    13. 96 Smrz J CZE Aprilia RSV4 Factory 1'55.577
    14. 11 Corser T AUS BMW S1000 RR 1'55.599
    15. 76 Neukirchner M GER Honda CBR1000RR 1'55.735
    16. 99 Scassa L ITA Ducati 1098R 1'55.908
    ------
    17. 67 Byrne S GBR Ducati 1098R 1'56.457
    18. 95 Hayden R USA Kawasaki ZX 10R 1'57.613
    19. 5 Lowry I GBR Kawasaki ZX 10R 1'57.669


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    La Ducati lascia ma raddoppia. Nel 2011 non ci sarà il team interno ma il reparto corse continuerà a fare sviluppo per le strutture satellite che acquisteranno le 1198R: in lista ci sono già quattro team. La Ducati metterà sul mercato il miglior pacchetto tecnico possibile, inclusa l’elettronica con acceleratore ride by wire, che dal 2009 è stata esclusiva degli ufficiali.

    L’Althea, che già in questa stagione ha stanziato un budget di 3 milioni di euro per assicurarsi un trattamento di riguardo, ha già rinnovato l’accordo e oltre alle moto ufficiali avrà anche il supporto di tre ingegneri del reparto corse. Carlos Checa è già stato confermato, il secondo sarà un giovane.

    Ha chiesto la 1198R ufficiale anche il team Supersonic, formazione che si è affacciata al Mondiale in questa stagione con gli ottimi risultati di Luca Scassa. Correranno con Ducati anche DFX e il team italo-ceko Effenbert.


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    Max Biaggi è il Campione del Mondo della Superbike 2010. Il romano dell’Aprilia conquista così il quinto mondiale della sua carriera (dopo i 4 in 250), 13 anni dopo il suo ultimo titolo. Il romano, che porta così all’iride anche l’Aprilia, e per la prima volta in Italia, ha vinto per l’uscita di scena del rivale Haslam, rimasto a piedi con la sua Suzuki fumante al decimo passaggio.

    Il ritiro di Haslam ha fatto accontentare Max del quinto posto, mentre la gara è andata ad uno strepitoso Carlos Checa, che bissa così il successo di Gara 1. Lo spagnolo della Ducati è stato autore di un altro grande recupero che l’ha portato a vincere la seconda manche davanti ad Haga, anche lui bravissimo a risalire diverse posizioni e Cal Crutchlow, terzo. Quarto posto per un bravissimo Tom Sykes, in testa anche in questa manche per diversi passaggi.

    Al via Sykes è ancora un fulmine, seguito da Haslam e da Max Biaggi. Quarto Lanzi, che precede le BMW di Corser e Xaus. Lorenzo, in poche curve, passa il romano dell’Aprilia e poi anche Haslam e si porta in seconda posizione, ma alla variante bassa sbaglia e viene ripassato da Leon e Max. Nel frattempo Checa ha recuperato diverse posizioni e si è portato alle spalle del romano, in quinta posizione e, al terzo passaggio, lo sorpassa portandosi in terza piazza provvisoria. Il giro successivo Carlos sorpassa anche Haslam,si mette in scia di Sykes e al quinto giro si porta al comando.

    Alla fine del sesto passaggio Haslam, nel tentativo di passare Sykes, arriva lungo alla variante bassa e viene passato da Biaggi, Fabrizio e Haga.

    Al decimo giro il motore di Haslam si rompe, costringendo il ritiro del britannico e regalando a Max Biaggi il titolo iridato.

    Due giri dopo Haga passa Sykes e si porta in seconda posizione, mentre Crutchlow si aggancia a Biaggi. Al 15° giro il britannico passa Biaggi portandosi in quinta posizione. Alla fine del 17° giro Cal riesce a sorpassare il connazionale e si porta in terza posizione e a salire quindi sul podio.

    Dietro al britannico della Yamaha, che l’anno prossimo correrà in MotoGP col team Tech3, hanno tagliato il traguardo Sykes, Biaggi, Byrne, Lanzi, Guintoli, Xaus e Scassa.
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    Ecco la gioia di Max a fine gara: "È una cosa pazzesca, il mio sogno più grande, che non avevo mai nascosto e mai messo nel cassetto. È un sigillo che mi riipaga di tanti sforzi. Aprilia, Biaggi, la mia squadra: mi pare di essere tornato a 15 anni fa. Una risposta a qualcuno? No, io non cercavo il potere, ma un sogno che è diventato realtà, grazie alla squadra, alla mia compagna, a mia figlia. Non posso chiedere di più alla vita".

     
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    Max Biaggi ha vinto il Mondiale Superbike 2010. È stato il primo italiano a trionfare nel campionato iridato delle derivate di serie. Alla fine ha vinto il migliore. Biaggi quest'anno ha dimostrato una superiorità concreta. Sino ad ora, nella carriera SBK, ha vinto 13 gare, è salito 16 volte sul secondo gradino del podio e 17 sul terzo, collezionando un totale di 46 podi. Nella stagione di quest’anno, che lo ha incoronato Campione del mondo, su 24 gara disputate, ne ha vinte 9, è arrivato due volte secondo e due volte terzo, andando ad “ingrassare” i 46 podi della sua carriera nella Superbike (nella gallery, il percorso di Biaggi in WSBK, dal 2007 ad oggi).

    Ha sempre guidato nell'ottica di vincere il campionato, senza mai sciupare un risultato per foga o voglia di strafare. Certo, in alcune occasione poteva dare di più, ma a che prezzo? Il rischio era troppo elevato e lui voleva diventare Campione del mondo. Perché alla fine è quello che conta, con i se e i ma non si rimane negli annali. Biaggi ha costruito il suo successo su una maniacale ricerca della migliore messa a punto in ogni gara. Fate caso: non è mai esplosivo in prova, ma alla fine per la gara sono sempre stati pronti lui e la moto. Quando quest’ultima non lo poteva assecondare, non ha rischiato oltre misura, quando era vincente, e l'Aprilia è stata certamente la moto nel complesso più performante, ha vinto senza sbavature.

    Il successo lo ha costruito nella seconda parte del campionato, quando l'Aprilia ha finalmente raggiunto una competitività assoluta e, allo stesso tempo, Haslam e la sua Suzuki sono andati in crisi. Da Miller e nelle due gare successive, cinque vittorie di fila su sei gare: 145 punti. Proprio nel momento in cui Haslam soffriva e non riusciva a mettere insieme più di 62 punti. Quello è stato il momento chiave, quello in cui si è deciso il campionato.

    Biaggi ha confermato di essere un pilota con un passo di gara velocissimo, ma anche un maturo stratega. Cero la sua Aprilia RSV4 ha dimostrato spesso una velocità di punta stratosferica e una gestione elettronica di prim'ordine, ma questo è merito anche del romano, sempre minuzioso, tenace e maniacale nella messa a punto. Come ha dimostrato il suo compagno Camier, certamente tutt'altro che un “fermo”, la moto da sola non basta per salire sul gradino più alto del podio. La storia è piena di piloti con moto vincenti che sono riusciti a perdere, mentre Biaggi, con una moto vincente, ha saputo vincere. A 39 anni compiuti è fisicamente integro, in gran forma, motivatissimo e pronto a difendere il titolo. Tanto di cappello.

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    “Ci ho pensato una notte intera per fare questa maglia celebrativa – ha detto Max Biaggi, neo iridato della Superbike, - e alla fine ci ho messo più di due giorni per completarla. Solo che avevo una paura incredibile… fare queste cose prima di aver vinto un titolo di solito porta una sfortuna pazzesca… Io poi su ste cose sono molto superstizioso e infatti neanche sapevo che le magliette erano arrivate in circuito domenica mattina. La prima l’ho vista sul podio dopo Gara 2!"

    Ecco cosa recita la maglia celebrativa del primo titolo della SBK di Max Biaggi

    1… è la 5° stella che inseguivo da tanto tempo
    2… sono il primo italiano nella storia della SBK a vincere un Mondiale
    3… sono stato il primo italiano a vincere un Mondiale in 250 cc con una moto italiana Aprilia e volevo essere il primo italiano a vincere in SBK con moto italiana Aprilia
    4… ho la compagna più gnocca di tutti!... e questo aiuta… (smile)
    5… Enzo Ferrati si sbagliava di grosso (il Drake diceva sempre “quando un pilota diventa padre, perde un secondo al giro”, ndr)
    6… non finirò mai di ringraziare la Ducati per il no ricevuto nel 2009 (alla fine del 2008, dopo una lunga trattativa, Ducati non lo portò nel team ufficiale e lui accettò l’Aprilia, ndr)
    7… Aprilia e Piaggio sono la mia seconda famiglia
    8… diventare padre mi ha dato motivazioni eccezionali
    9… a 39 anni suonati li metto in riga tutti
    10… lo dovevo a tutti i miei tifosi e agli italiani
     
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    Max Biaggi ha chiuso il mondiale Superbike 2010 da vero campione, resistendo prima ad un agguerrito Guintoli e poi ad un aggressivissimo Crutchlow, secondo al traguardo, che ha fatto tutto il possibile per vincere la sua ultima manche, prima di andare in MotoGP. Il britannico però non ha potuto nulla contro un bravissimo Max Biaggi, che ha vinto la decima gara della stagione. Chiude il podio Michel Fabrizio, terzo, autore di un gran ultimo giro dove ha piegato Guintoli.

    Al via Biaggi è velocissimo, seguito da Guintoli, Crutchlow, Haga e Fabrizio. Il francese, con una gran staccata, sorpassa Biaggi e si porta al comando, mentre Haga si porta in terza posizione e Fabrizio in quarta, davanti a Crutchlow. I due ufficiali Ducati iniziano a sorpassarsi e risorpassarsi, consentendo così a Crutchlow di riavvicinarli e passarli in un solo colpo. Quindi, primo Guintoli, secondo Biaggi, terzo Crutchlow, quarto Fabrizio e quinto Haga.

    Col passare dei giri i primi tre si sono compattati, mentre i due piloti Ducati hanno cominciato a perdere un po’ di terreno. All’ottavo passaggio Biaggi attacca e sorpassa Guintoli. Al quindicesimo passaggio, Crutchlow riesce a sorpassa Guintoli, dopo averci provato per quasi dieci giri, mentre Fabrizio è riuscito a riagganciare i primi tre ed è in scia del francese.

    Il giro successivo Guintoli arriva leggermente lungo alla staccata del tronantino e ne approfitta Michel, che si porta così in terza posizione. Al penultimo giro perà Guintoli riesce a riprendersi l’ultimo gradino del podio, ma Michel gli risponde, mentre Biaggi e Crutchlow sono ai ferri corti.

    Ultimo giro incredibile: Max Biaggi riesce a resistere a tutti gli attacchi di Crutchlow, mentre Fabrizio perde e poi si riprende nuovamente la terza posizione. Biaggi vince quindi l’ultima manche del Mondiale Superbike 2010, Crutchlow chiude secondo dopo una gara incredibile e Fabrizio chiude il podio. Guintoli, dal canto suo, è quarto, ma se avesse corso tutto il mondiale con la grinta messa in mostra in queste due manche sarebbe sicuramente salito sul podio diverse volte.

    Seguono poi Haga, Smrz, Scassa, Byrne e Checa. Solo 10° invece Haslam, che dopo una gran Gara 1 è partito mane in Gara 2 e, mentre stava recuperando, è stato costretto a uscire di pista, perdendo così diverse posizioni, per evitare Toseland, caduto alla variantina. Per James una stagione da dimenticare, che si è conclusa con due cadute nelle ultime due manche.

    Da segnalare infine l'assenza di Jonathan Rea, convinto dai vertici Honda a non correre, per evitare altri rischi dopo l'infortunio di polso e spalla ad Imola e la scivolata in prova a Magny-Cours.

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    I primi test della Superbike 2011 sono iniziati sotto l’acqua. Haga, Haslam, Fabrizio e Laverty hanno fatto il loro debutto rispettivamente in sella all’Aprilia, BMW, Suzuki e Yamaha sul bagnato. Pochi giri di pista un po’ per tutti. Haslam ha provato la BMW S1000R per qualche passaggio, con la fianco il fido Giacomo Guidotti, mentre Corser ha postato in pista la versione 2011 della moto tedesca.

    Il team DFX-Borciani ha fatto provare l’Aprilia RSV4 al giapponese Noriyuki Haga e al canadese Bret McCormick, mentre Fabrizio ha percorso qualche passaggio in sella alla Suzuki GSX-R 1000 del team Alstare. È salito invece sulla R1 Superbike del team Yamaha Eugene Laverty, mentre ha lasciato il circuito il team Supersonic Ducati.
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    Nel secondo ed ultimo giorno di test della Superbike per la stagione 2011, sul tracciato francese di Magny-Cours è finalmente uscito il sole. Dopo il diluvio di martedì, i protagonisti della prossima stagione hanno potuto saggiare il potenziale delle loro moto su un asfalto perfetto.

    Sorpresa della giornata è stato Eugene Laverty: il vice-campione del mondo della Supersport 2010 ha provato per la prima volta la Yamaha del Team Sterilgarda sull’asciutto, dimostrando una grande facilità di adattamento alla R1 e capeggiando la lista dei tempi con 1'38'7, un crono un decimo più veloce del miglior giro di Gara 2 fatto registrare da Crutchlow domenica.

    “Sono contento di questo primo test sulla Yamaha”, ha raccontato a fine giornata Eugene Laverty. ”Sono sorpreso di come mi sia trovato bene. Solitamente sono molto realista, ma oggi ho superato le mie aspettative in quanto non pensavo di adattarmi subito alla R1. Non ho voluto forzare, ma procedere passo passo per conoscere la moto e non fare errori stupidi che potessero dare al team un’opinione sbagliata di me. Pensavo di dover fare più chilometri per capire la moto, invece dall’ora di pranzo in poi mi sentivo a mio agio. Subito ero nervoso, teso, ma a farmi stare tranquillo ci ha pensato il team che mi ha fatto sentire il benvenuto. Con i ragazzi ho subito instaurato un bel rapporto di lavoro e non vedo l’ora di proseguire i test e iniziare la stagione 2011”.

    Bene anche Leon Haslam, al debutto in sella alla BMW ufficiale in versione 2010, grazie al tempo di 1’39”2 (migliore di un decimo del suo miglior giro in Gara 2). Troy Corser, invece, ha continuato a girare con la nuova BMW S1000RR, rinnovata nell’impianto di scarico, nel serbatoio e nelle specifiche del motore Per l’australiano il quarto tempo ufficioso, grazie al crono di 1’40’’0.

    Noriyuki Haga ha svolto un buon lavoro in sella all’Aprilia RSV4 del Pata Racing Team anche se una scivolata senza conseguenze rimediata nel pomeriggio ha rallentato il suo programma: il giapponese ha ottenuto un crono di 1’40”0.

    Stesso tempo per il romano Michel Fabrizio in sella alla Suzuki del Team Alstare, squadra con cui ha vinto nel 2003 la Coppa del Mondo Superstock 1000.

    Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) e Katsuaki Fujiwara (KHI Test rider) hanno fatto segnare tempi promettenti con la Ninja ZX-10R in versione 2011, col britannico in grado di girare in 1 e 39 basso.

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    Honda Motor Europe ha annunciato che ha messo a punto un nuovo accordo triennale per sostenere Ten Kate Racing nel Campionato Mondiale FIM Superbike. Le due aziende hanno goduto di una proficua collaborazione che dura da più di un decennio e per un totale di nove titoli mondiali: nel Mondiale Supersport e uno in quello Superbike. Honda Motor Europe ha confermato che Ten Kate Racing continuerà ad essere il suo team di riferimento nel paddock del Mondiale Superbike e il nuovo accordo è destinato a dare stabilità e continuità di squadra per il suo sviluppo a lungo termine.

    La società ritiene che il mondiale delle derivate di serie sia una piattaforma eccellente per lo sviluppo e il lancio dei prodotti e anche un’ottima piattaforma per siglare accordi di successo come accaduto con la Japan Tobacco International con il suo marchio Winston e, più recentemente, Hannspree produttore di elettronica.

    Carlo Fiorani, direttore sportivo di Honda Motor Europe, ha dichiarato: "Dopo dieci anni di collaborazione nel paddock del Mondiale Superbike, siamo felici di dire che il livello di cooperazione tra noi e Ten Kate Racing è più forte che mai. Siamo quindi lieti di confermare che questa partnership continuerà anche in futuro".

    Gerrit Ten Kate, leader del Ten Kate Racing ha commentato: "Siamo molto felici di restare fedeli a Honda. Abbiamo goduto di un ottimo rapporto negli ultimi dieci anni. Questo nuovo accordo triennale ci permette di continuare con il nostro sviluppo tecnico, il nostro programma e di mantenere una struttura di squadra forte".

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    La notizia non è certo uno scoop, visto che era nell’aria già da diversi giorni. Ecco però il comunicato della Casa di Noale che conferma l'accordo per i prossimi due anni di Mondiale Superbike.

    Noale, 18 ottobre 2010 – Aprilia Racing e Max Biaggi hanno siglato il contratto che lega il Campione del Mondo Superbike 2010 alla marca che lo ha visto trionfare sin dai suoi esordi nella classe 250 del Motomondiale.

    Grazie all’accordo, che ha valore biennale, Max Biaggi e Aprilia potranno difendere insieme, nella prossima stagione, il titolo mondiale Piloti e il titolo mondiale Costruttori conquistati quest’anno.

    Il 2010 è stata infatti un’annata sportiva straordinaria per il binomio Biaggi-Aprilia nel mondiale SBK: dieci vittorie, quattro doppiette e altri quattro podi hanno condotto il cinque volte iridato alla conquista nel mondiale piloti (primo italiano nella storia del motociclismo) e Aprilia al proprio primo trionfo nella classifica Costruttori del WSBK.

    Con la conferma del sodalizio Biaggi-Aprilia, si rinnova uno dei binomi più vincenti del motociclismo sportivo: Max vanta cinque titoli mondiali in un arco temporale da record visto che tra il primo mondiale 250 e il titolo SBK di quest’anno sono passati sedici anni. Aprilia vanta un palmares di 45 titoli mondiali e, con 277 vittorie di GP, è il marchio più vincente della storia del Motomondiale.

    “Sono ovviamente felicissimo di continuare con Aprilia questa avventura vincente nel mondiale SBK” ha dichiarato Max Biaggi. “Dopo una stagione esaltante ma faticosa, dopo tanti anni di gare e tante vittorie, è stato naturale e giusto fermarsi a pensare, a riflettere su un impegno futuro così importante. E nelle mie valutazioni è stato decisivo, così come lo fu all’inizio di questa avventura con Aprilia, sentire vicine una squadra e una azienda così capaci e così focalizzate verso l’obiettivo sportivo. Ora dobbiamo prepararci al meglio per la prossima stagione, sappiamo bene che non potremo sederci sugli allori, che saremo l’obiettivo di tutti gli avversari. Ma ora sono anche certo che saremo al via della prima gara ben motivati, con una moto che ho cresciuto e che non ho voluto abbandonare, pronti a vendere cara, anzi carissima, la pelle”.

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