SBK

Max

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    La Ducati ha ritirato la squadra ufficiale ma avrà una presenza di tutto rispetto nel Mondiale Superbike. Il team Althea, che ha sede a Civita Castellana, nel viterbese, avrà la 1198R versione 2011, cioè la moto evoluta che avrebbero guidato i piloti interni se Borgo Panigale non si fosse chiamata fuori.

    Unica punta Carlos Checa, 38 anni, ex della 250 e MotoGP approdato in Superbike nel 2008 con la Honda Ten Kate. In tre stagioni ha totalizzato cinque vittorie: due con la Honda nel 2008 e tre nel 2010 al debutto sulla Ducati, sempre con il team Althea. Il catalano ha trionfato nell’apertura di Phillip Island e sbancato Imola (doppietta).

    Avrebbe fatto bottino pieno anche a Salt Lake City quando fu fermato da problemi tecnici mentre stava do- minando entrambe le corse. Ha concluso il Mondiale al terzo posto, ampiamente davanti agli ufficiali Noriyuki Haga (sesto) e Michel Fabrizio (ottavo). Esperto, veloce, consistente, tanto che Max Biaggi lo considera l’avversario più pericoloso «perché la Ducati andava già forte lo scorso anno e adesso ha anche il pilota…».

    Il team Althea appartiene a Genesio Bevilacqua, imprenditore della ceramica e grande appassionato di corse: possiede un fantastico museo che raccoglie tutte le moto da corsa più prestigiose degli ultimi quarant’anni. Il budget della squadra è intorno ai 2 milioni di euro.

    Il team Liberty è una delle novità 2011: il proprietario è l’uomo d’affari Mario Bertuccio mentre la gestione è affidata a Natale Egi, ex collaboratore di Marco Borciani. La base operativa è in Repubblica Ceca. Jakub Smrz, velocissimo sul giro secco ma ancora incostante alla distanza (tredicesimo posto finale nel 2010), sarà affiancato da Sylvain Guintoli, autore di un ottimo finale di campionato con la Suzuki Alstare, al debutto nelle derivate di serie dopo anni trascorsi in 250 e MotoGP.

    Maxime Berger, 21 anni, è la scommessa della Supersonic, squadra emiliana capitanata da Danilo Soncini. Lo scorso anno Supersonic ha riportato alla ribalta Luca Scassa (diciassettesimo posto, miglior risultato settimo negli Usa) e adesso punta sul vice campione della Stock 1000. Berger è stato preferito a Ruben Xaus.Berger è nato a Digione il 27 Giugno 1989 e dopo essersi aggiudicato nel 2007 il titolo continentale della Superstock 600, nei tre anni successivi ha gareggiato nel campionato Superstock 1000 FIM Cup, raccogliendo ottimi risultati e concludendo sempre nelle prime tre posizioni della classifica piloti. Il team Supersonic conferma quindi la sua volontà di puntare sui giovani e dopo aver disputato una grande stagione con Luca Scassa si appresta ora a confermare, e possibilmente migliorare, i risultati dello scorso anno, forte di una maggiore esperienza, dell'appoggio della Ducati e del prezioso aiuto degli sponsor che anche quest'anno affiancheranno la squadra italiana.
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    "Oggi è una giornata importante per me e per la mia carriera", ha detto Berger. "Sono davvero contento di entrare a far parte del team Supersonic e di iniziare così la mia avventura nel mondiale Superbike. Sin dagli inizi della mia carriera la Superbike è stata per me la classe regina ed il principale obiettivo da raggiungere. La Stock 1000 mi ha dato tante soddisfazioni, ma ormai mi stava decisamente stretta. Per le mie caratteristiche di guida poi gareggiare su pochi giri non era certo il massimo, mentre in Superbike, con due manche da disputare, potrò dare il meglio di me. Sono lusingato dall'attenzione che Danilo Soncini ha sempre dimostrato nei miei confronti. So che mi ha seguito con interesse e che crede in me. Questo è un grande stimolo che mi porterà a dare sempre il massimo. Il contratto mi lega al team Supersonic per due anni ed è un aspetto molto importante che mi permetterà di lavorare senza troppe pressioni per potermi adattare alla squadra e a questa categoria così impegnativa. Anche in Superbike voglio mantenere il mio numero di gara che è il 21. Un numero certamente impegnativo e prima di poterlo utilizzare intendo chiedere il permesso a Troy Bayliss. Sarà un ulteriore stimolo a fare bene".

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    «La Ducati si ritira dal Mondiale Superbike». L’annuncio di fine estate aveva colto di sorpresa, scatenando un putiferio. Il popolo ducatista, cresciuto nel mito di Fogarty e Bayliss, era sceso sul piede di guerra: com’era possibile che la Regina avesse deciso di voltare le spalle al proprio glorioso passato? Tre mesi dopo ci siamo accorti che c’è stato tanto rumore per (quasi) nulla. La Ducati non avrà più il team interno ma fornirà l’appoggio diretto del reparto corse alle strutture satellite. Carlos Checa, pupillo della laziale Althea, avrà la 1198R con tutti gli aggiornamenti 2011.

    La Ducati non vuole che si chiami “ufficiale” ma l’etichetta non è importante: Checa avrà l’identica bicilindrica che avrebbe guidato se fosse diventato titolare del team interno. Avrà l’assistenza diretta della Ohlins, che ha già fornito nei test di Alcaniz la forcella più sofisticata in catalogo, cioè quella usata dai top team MotoGP, l’elettronica ultimo grido (identica alla Desmosedici GP10) e l’assistenza di due ingegneri del reparto corse. Lo spagnolo diventa anche il riferimento per i test e lo sviluppo della rinnovatissima Superbike che debutterà nel 2012. Checa ha fatto terzo nel Mondiale da privato, senza disporre dello stesso potenziale (in particolare l’elettronica) di Haga e Fabrizio e nel 2011 punterà dritto al Mondiale. E per la Ducati la Superbike diventa un affare: risparmia i soldi che avrebbe speso nel team interno e incassa quattro-cinque milioni di euro per la fornitura ai satelliti. Con l’obbiettivo di restare comunque protagonista. Ernesto Marinelli, responsabile del progetto Superbike, svela tutti i retroscena del cambio di strategia.

    Ducati fornirà moto e assistenza a tre squadre: che differenze ci saranno dal punto di vista tecnico?
    «Il team Althea avrà due moto in configurazione 2011 e l’appoggio di un due persone del nostro reparto corse: Marco Lozej (ex ingegnere di pista di Michel Fabrizio, ndr) e l’elettronico Marco Frigerio. Il team Liberty avrà le quattro moto F10 utilizzate la passata stagione dal team Xerox, che però avranno l’aggiornamento del software 2011. Forniremo anche un ingegnere, Luca Ferraccioli (ex ingegnere di pista di Haga, ndr). Supersonic avrà due moto con il ride by wire (che nel 2010 era esclusiva degli ufficiali e del team Althea, ndr) con aggiornamenti a livello di sospensioni».

    I motori saranno uguali per tutti?
    «Tutti i team avranno a disposizione i motori in configurazione 2011, quindi le differenze saranno limitate alle sospensioni e a qualche dettaglio a livello ciclistico. Tutti avranno a disposizione un ottimo potenziale ».

    Il team Liberty ha emesso un comunicato stampa annunciando di essere “diventato ufficiale”: cosa significa?
    «Ducati ha annunciato il ritiro del team ufficiale in agosto, quindi dal 2011 e fino a diversa comunicazione non esisterà più un team ufficiale Ducati nel Mondiale Superbike. Come avevamo detto, Ducati però continuerà a supportare i team satellite, ai quali ci affideremo per restare protagonisti nel Mondiale delle derivate della serie. Ducati renderà disponibile, come d’altronde ha sempre fatto, il supporto e il materiale necessario ai nostri team per fare un buon lavoro. Abbiamo una lunga tradizione di ottimi risultati ottenuti dalle nostre strutture satellite».

    Checa è andato fortissimo nei primi test 2011: sarà il vostro uomo di punta?
    «Carlos Checa è un pilota molto forte e di grossa esperienza e ha dimostrato quest’anno di trovarsi molto bene sulla nostra 1198».

    Quali sono le differenze tra la Ducati 2010 e l’evoluzione 2011?
    «Avremo sospensioni diverse (sempre Ohlins, che assisterà Checa in forma diretta, ndr) e altri aggiornamenti a livello di veicolo e di elettronica».

    Ducati fornirà alle squadre anche la revisione periodica dei motori?
    «No. Montaggio e revisioni sono fasi di lavoro gestite direttamente dai team».

    Chi si occuperà dello sviluppo nei prossimi mesi?
    «Il nostro sistema di lavoro prevede che ogni anno sviluppiamo la moto che corre la stagione successiva. Quindi la versione 2011 è già stata ampiamente deliberata».

    Le eventuali novità saranno disponibili subito per tutti i clienti?
    «Le novità a stagione in corso sono sempre state modeste e limitate a problemi di affidabilità. Se troveremo qualcosa di utile, ovviamente lo metteremo a disposizione di tutti».

    Quanto costa correre il Mondiale con una Ducati al top?
    «Sicuramente meno di quello che si pensa. Il pacchetto Ducati ha il miglior rapporto competitività-costo».

    Nel 2012 lancerete una Superbike con motore e telaio completamente riprogettati. Checa si occuperà dello sviluppo del prototipo?
    «Per lo sviluppo Superbike in generale abbiamo identificato in Troy Bayliss e Carlos Checa i due piloti che per potenzialità, stili di guida ed esperienza ci possano dare le indicazioni più interessanti. Saranno loro a portare avanti tutto il programma».

    Queste persone lavorano alla gestione e sviluppo dei programmi Superbike?
    «Tutto lo sviluppo tecnico legato alla moto 2011 sarà seguito da Marco Lozej che coordinerà i quattro ingegneri che avremo sui circuiti in assistenza ai team. Lo stesso Lozej dirigerà anche il lavoro correlato a casa. Io seguirò personalmente lo sviluppo tecnico dei nuovi prodotti “race related” avvalendomi di quattro ingegneri fra progettazione e sviluppo veicolo e del gruppo in reparto che conosco molto bene. È comunque difficile fare una stima precisa del personale, perché in Ducati tutti i reparti si occupano in tandem dei progetti MotoGP e SBK».

    Seguirai il progetto Superbike anche in pista?
    «Continuerà ad essere il mio ruolo primario. I team satellite saranno assistiti con la massima attenzione per cui seguirò di persona gran parte dei round 2011».

    Ducati si giocherà il Mondiale anche senza squadra ufficiale?
    «Penso che Checa, Smrz, Guintoli e Berger possano far bene il prossimo anno, ovviamente i rivali sono molti e molto forti quindi sarà dura. Bisognerà guidare al massimo».

    Checa è da Mondiale?
    «Il titolo è un obbiettivo tutt’altro che facile da ottenere, ma Carlos è molto motivato. Il suo talento ed esperienza per noi sono una certezza».

    La Ducati ufficiale non ha fatto risultato per colpa di Haga e Fabrizio?
    «Il 2010 è stato di sicuro un anno molto difficile, sicuramente più difficile di quanto previsto. Le difficoltà sono state tante. Da fine novembre a inizio gennaio abbiamo dovuto cambiare i tre riferimenti fondamentali, cioè il team manager e i due ingegnere di pista di entrambi i piloti. La struttura era consolidata ma non siamo riusciti a ritrovare la stessa alchimia vincente. A complicare le cose è stata una stagione più difficile delle precedenti, con avversari sempre più veloci e temibili. Inoltre abbiamo pagato la pressione perché Ducati ha vinto così tanto che restare al vertice è diventato un obbligo. È stata dura per tutti, piloti compresi».

    Ogni tanto però Haga vinceva…
    «Nel finale di campionato avevamo sei chili in meno, tutti eravamo più rodati ed è stato più facile che all’inizio».

    Nel 2011 avrete lo stesso peso dei quattro cilindri, 165 chili.
    «Il campionato partirà a pari peso per tutti, speriamo di faticare meno».

    Nel 2012 la MotoGP aprirà ai motori 1000 derivati dalla serie: ci saranno team Moto- GP che useranno il 2V Ducati di produzione?
    «Il regolamento da quanto mi risulta impone il limite di cilindrata 1000 cm3, e un alesaggio massimo di 81 mm, quindi il nostro V2 (che è 1200 cm³ e ha l’alesaggio da 106 mm, ndr) non può correre».

    Da ingegnere e da manager ritieni che la parità di cilindrata con la MotoGP priverà di interesse la Superbike?
    «No. Penso che i due mondi siano comunque ben distinti e che anzi sarà uno stimolo per trovare il modo di abbattere i costi. È questo l’aspetto più critico delle corse, in questo momento: ridurre i costi è la sola strada percorribile per tutti i campionati».

    Nel 2010, con la partenza di Davide Tardozzi, sei stato promosso team manager nella stagione più difficile. C’è qualcosa che non rifaresti?
    «Accettare di diventare anche team manager (sorride, ndr). Scherzi a parte, ci sono sicuramente alcune cose che non rifarei e altre che gestirei in modo diverso, ma questo avviene ogni anno. Nella vita e nel lavoro non si finisce mai di imparare e fare esperienza, da tecnico ho 15 anni di esperienza, da responsabile progetto SBK e team manager solo uno per il momento».

    Dirigere un team è più difficile di quanto sembri?
    «Dirigere un team è sicuramente una cosa difficile e complicata, non ho mai pensato che fosse semplice e sicuramente non lo penso ora. È stata una grossa esperienza che mi servirà molto in futuro».

    Sarete impegnati anche nella Stock?
    «Daremo assistenza al team SS Lazio che ha già ottenuto ottimi risultati la passata stagione con Lorenzo Zanetti e l’anno prossimo dovrebbe schierare Davide Giugliano. Sempre nella Coppa del Mondo si aggiungerà il team Barni che vestirà i colori del Team Italia con Danilo Petrucci. Il team Althea invece ha dato fiducia a un altro giovane molto interessante, Lorenzo Baroni, che con la stessa squadra farà anche il CIV Superbike».

    Ducati va a correre nel CIV?
    «Il CIV è un campionato molto interessante, ben strutturato e in crescita. Ci sono molte strutture ben organizzate che aiutiamo con piacere. Nel 2011 con il team Barni, che ha svolto un lavoro a dir poco impeccabile, abbiamo vinto il campionato con Alex Polita, conquistando anche il secondo posto con Stefano Cruciani».

    Ducati è interessata a tornare nella Superbike americana?
    «Il campionato americano è stato in passato molto importante perché rispecchia un mercato ampio e altrettanto importante per le vendite. Ducati è attenta a quel mercato e non è detto che in futuro non si possa investire».

    Valentino Rossi ha detto che gli piacerebbe correre almeno una volta in Superbike. Adesso è con voi: ci avete pensato?
    «Per ora no, ma se davvero volesse farlo valuteremo…».

    Chi vince il Mondiale 2011?
    «Sicuramente Max è l’avversario da battere, sarà interessante vedere Melandri come si adatta alle derivate di serie e Haslam alla BMW. Rea sarà ancora più forte, ma confido che Carlos possa avere la costanza per combattere fino all’ultimo. E sono anche curioso di vedere Guintoli sulla nostra 1198».

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    Martedì 30 dicembre, sul tracciato di Phillip Island, ci sarà il primo scontro diretto tra Max Biaggi e Marco Melandri. Il campione del mondo della Superbike vedrà il vero potenziale del ravennate, autore di giri record a Valencia durante la prima presa di contatto con la Yamaha da SBK.

    Il romano dell’Aprilia proverà novità sulla moto della Casa di Noale e vanta già un ottimo feeling con la RSV4. Melandri, invece, continuerà il proprio apprendistato con la Superbike e le gomme Pirelli, che dovrà testare a fondo sui saliscendi del veloce circuito australiano.

    C’è tanta attesa per il primo scontro diretto tra i due italiani, tra i più accreditati al titolo 2011 della SBK, anche questi test (che si chiuderanno il 2 dicembre) e chi tra i due sarà il più veloce, di fatto sferrerà il primo affondo al rivale.

    Melandri dice che queste prove servono solo per vedere realmente a che punto sono lui e la Yamaha, Max pensa solo a ciò che dovrà provare, ma il risultato finale sarà sicuramente importante per entrambi.


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    Il Team Suzuki Alstare, con Leon Haslam, è stato il vero antagonista dell’Aprilia, questo non è valso a Francesco Batta, manager della squadra, un maggiore impegno da parte dei giapponesi per il 2010, anzi, la Suzuki ha ridotto l’impegno costringendolo a schierare una sola moto. E a rinunciare ad Haslam, lasciandolo libero di passare alla BMW.

    La crisi si fa sentire, e il bel sogno delle 7 Case costruttrici impegnate in Superbike, con 14 piloti ufficiali, vacilla, per l’impegno dimezzato della Suzuki, ma anche per l’uscita di scena della squadra Ducati ufficiale, che sui successi in Superbike ha costruito la fortuna delle sue supersportive, eppure se n’è andata accusando il regolamento, che penalizzerebbe le bicilindriche. Un nuovo regolamento lo vorrebbe anche Batta. Ma di che tipo?

    «Non dico di correre con le Superstock, ma quasi. Oggi che il mercato deve confrontarsi con una frenata epocale, oggi che ci sono molti meno soldi di ieri, il regolamento va adattato a questa situazione. Dobbiamo tornare indietro, e nessuno deve barare».

    Barare?
    «Avete visto una solo moto verificata nell’intero campionato? A qualcuno è stato smontato il motore? Non mi risulta. E non ditemi di fare reclamo. Li avrei tutti addosso. Sono sempre io, il “cattivo”».

    Che controlli chiede, Batta?
    «Chiedo il pieno rispetto dell’omologazione, il controllo dell’elettronica e che le gomme vengano sorteggiate. Qui la FIM è latitante, Vito Ippolito, il suo presidente, non sa nemmeno cosa sia la Superbike. Non ce l’ho con l’Aprilia, ce l’ho con la FIM che ha omologato in corsa il loro kit per la distribuzione ad ingranaggi e poi lo ha vietato per il prossimo anno».

    Come vede, Batta, il Mondiale SBK di domani?
    «A livello di investimenti la Superbike non sarà più quella di due anni fa; la aspetta un 2011 difficilissimo, ma ha la forza per riprendersi. Però ribadisco, bisogna fare un passo indietro. Il Mondiale SBK non ha una storia così lunga da non poter essere flessibile. Se ripensata bene, fra tre anni la Superbike avrà di nuovo 36 partenti».

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    Ieri la pioggia ha rallentato decisamente i lavori delle squadre di Superbike impegnate sul tracciato di Portimao. Tra i piloti scesi in pista, uno era comunque piuttosto soddisfatto: stiamo parlando di James Toseland, che ha avuto la sua prima occasione per salire in sella alla BMW S1000RR con cui correrà nel 2011.

    Stando a quello che ha dichiarato a MotorCycleNews, le prime sensazioni sono state subito positive: "Mi sono trovato bene, specialmente se pensiamo a quali condizioni abbiamo dovuto affrontare. Non guidavo una moto dall'ultima gara di quest'anno a Magny-Cours, quindi è stato bello tornare in sella. In questi giorni voglio solo farmi un'idea del potenziale e la prima impressione è che il motore sia molto buono, così come il bilanciamento, che rende la moto molto agile".

    Chiaramente anche lui avrebbe sperato in condizioni climatiche migliori, ma per ora l'obiettivo non sono le prestazioni: "Ovviamente queste condizioni non mi hanno permesso di spingere al massimo, diciamo che ho dato l'80%, ma comunque queste giornate mi serviranno per imparare a conoscere la moto e la mia nuova squadra".

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    Alla Clinica Princess Grace di Monte Carlo è nato oggi il secondo figlio di Max Biaggi ed Eleonora Pedron. Si chiama Leon Alexander Biaggi e pesa 2,900 kg. Leon Alexander (curioso il fatto che come primo nome abbia lo stesso del suo rivale per il titolo 2010 della SBK, Leon Haslam), è il secondo genito di Biaggi e la Pedron, che hanno già una bambina, Inés Angelica che ha 15 mesi.

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    La Kawasaki ha grande fiducia nel potenziale della nuovissima Ninja ZX-10R ma nell’imminenza dei test di Sepang (10- 14 gennaio) teme di non poter disporre del miglior Chris Vermeulen. Perlomeno non a breve scadenza. «Chris cammina con le stampelle, è ancora lontanissimo dalla forma migliore e non ha molto senso far girare un pilota che non può spingere al massimo - è stato il grido dall’allarme del proprietario del team PBM, Paul Bird, che gestisce le Kawasaki ufficiali - Abbiamo deciso di portare in Malesia anche Stuart Easton, che con la nostra moto (in versione 2010, ndr) ha dominato la gara di Macao e correrà il campionato britannico. Se Vermeulen non ce la dovesse fare, toccherà a lui portare a termine le verifiche di materiale e assetti che abbiamo programmato». Mentre le concorrenti tagliano i budget e limitano al minimo indispensabile il lavoro invernale, la Kawasaki ha organizzato un mega test in Malesia, dove la Superbike non fa tappa ma c’è la certezza di girare con il caldo e per parecchie ore al giorno.

    La pista è prenotata dal 10 al 14 gennaio, cinque giorni interi di cui uno (eventuale) di riposo per i piloti. Saranno impegnati i tre piloti della squadra ufficiale PBM – Vermeulen, Lascorz e Sykes - il tester Katsuaki Fujiwara (che ha lasciato la Supersport e nel 2011 correrà il campionato Pan Pacifico) e Roberto Rolfo (guarda la video intervista a Rolfo), per adesso unico pilota del team satellite Pedercini. La squadra mantovana porterà a Sepang anche i tre giovani che punteranno alla Coppa del Mondo Superstock: Marco Bussolotti, Leandro Mercado e Bryan Staring, fresco campione australiano Superbike e pupillo di Troy Bayliss.

    Un impegno così massiccio serve per accelerare al massimo lo sviluppo della ZX-10R, la nuova ammiraglia del catalogo di Akashi ispirata alla ZX-RR che ha gareggiato in MotoGP fino al 2009. Il reponsabile è lo stesso Ichiro Yoda. Il lavoro è cominciato in settembre e ha già toccato Magny Cours, Alcaniz, Valencia, Almeria, Jerez e Cartagena. Un tour de force impressionante servito a completare la prima fase di sviluppo, affidata al confermato Tom Sykes coadiuvato dal tester Katsuaki Fujiwara.

    Il neopromosso Juan Lascorz ha svolto un provino nei giorni scorsi ad Almeria, soprattutto per verificare il pieno recupero dal terribile incidente al via della Supersport di Silverstone. Il team Pedercini, che ha il supporto diretto (anche economico) della casa madre attraverso la filiale Europea, avrà una ZX-10R leggermente diversa dalle tre ufficiali. Il direttore sportivo Lucio Pedercini rivela i dettagli. «Abbiamo il pieno supporto tecnico della Kawasaki ma seguiremo una strada leggermente differente. Le ZX-10R ufficiali avranno le sospensioni Showa (sarà l’unica squadra di MotoGP e SBK ad utilizzare il materiale dell’azienda di proprietà Honda, ndr) mentre noi avremo le Öhlins».

    Le differenze non si fermano qui.
    «La Kawasaki utilizza l’elettronica Magneti Marelli (con centralina MHT, la più evoluta, ndr) mentre noi faremo i test invernali con l’impianto Microtec utilizzato sulla precedente ZX-10R. Per il debutto mondiale però realizzeremo un nostro sistema, sempre basato su hardware Microtec, ma con sistemi di controllo realizzati dai nostri tecnici».

    E i motori?
    «Quelli dei tre piloti ufficiali arriveranno direttamente dal reparto corse mentre noi ce li faremo in casa. Mio papà Donato è un ottimo motorista che è riuscito a far andare forte tutto quello che gli è passato per le mani. Quindi non temiamo di restare indietro anche perché lavoriamo su un quattro cilindri che già di serie è evolutissimo ed eroga quasi 190 CV. Basta qualche piccolo ritocco per arrivare a potenze di riferimento per la Superbike».

    Non c’è il rischio che la squadra italiana si ritrovi in inferiorità tecnica?
    «Lo scambio di informazioni sarà continuo perché in pratica siamo una sorta di squadra ufficiale bis. Avremo quindi la piena collaborazione degli ingegneri giapponesi in forza al team ufficiale. La vera differenza non la fanno i cavalli, che sono anche troppi sulle Superbike di oggi. Ma l’elettronica e il bilanciamento generale del mezzo».

    Rolfo resterà pilota unico del team Pedercini?
    «No, avremo sicuramente due piloti».

    E l’altro chi sarà?
    «Non abbiamo ancora deciso perché ci arrivano offerte da tutte le parti, di alto livello, e la scelta sarà difficile. Abbiamo sul tavolo la candidatura di due ex della Moto2, cioè Gabor Talmacsi e Lukas Pesek. Ma stiamo ancora valutando Andrew Pitt, che ci interessa se ridurrà la sua richiesta economica. L’alternativa italiana potrebbe essere Massimo Roccoli, che nei giorni scorsi ha provato la ZX-10 Stock del team Lorenzini sostituendo l’indisponibile Morais».

    Tre piloti nella Stock: non sono un po’ troppi?
    «La Kawasaki vuole vincere la Coppa del Mondo e schieriamo un tris di ragazzi promettentissimi: Marco Bussolotti, Leandro Mercado e il neo campione australiano Brian Staring, che ci ha suggerito Troy Bayliss. Lui è convinto che sia un grande talento e ci ha spianato la strada perché potessimo prenderlo».

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    È stato presentato oggi il team BMW Motorrad Italia che quest’anno debutterà nel Campionato Mondiale Superbike, dopo aver conquistato il titolo Stock 1000 lo scorso anno con Ayrton Badovini. L’italiano, promosso in SBK, correrà al fianco dell’ex iridato James Toseland, mentre le due Superstock 1000 saranno affidate al bresciano Lorenzo Zanetti, debuttante lo scorso anno con le 4 tempi dopo anni di militanza nella classe 125 GP del Motomondiale e al francese Sylvain Barrier, terzo assoluto nella Superstock 1000 FIM Cup 2010.

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    Honda Team che si presenterà al via della stagione mondiale 2011 con i colori del famoso produttore di lubrificanti sulle carene delle Honda CBR1000RR Fireblade.

    Il rinnovato team continuerà ad affidarsi alla struttura e alle capacità degli olandesi di Ten Kate Racing, partner di Honda nel WorldSBK dal 2004. Confermato in sella il talentuoso e velocissimo Jonathan Rea che sarà affiancato da Ruben Xaus, uno dei piloti con maggiore esperienza nelle derivate di serie.

    La partnership tra Honda e Castrol è di lunga data, risale addirittura la 1959, quando i colori Castrol comparvero per la prima volta sulle carene delle moto del Costruttore giapponese all’Isola di Man.

    In questi anni il supporto di Castrol al team Honda non è mai venuto a mancare e, in passato, la “title sponsorship” ha portato alla conquista di ben tre titoli mondiali SBK. Risale infatti addirittura al 1997 la prima collaborazione, quando vinse il titolo John Kocinski in sella alla RC45 con motore 750 cc V4, mentre nel 2000 e nel 2002 fu Colin Edwards con le VTR SP1 ed SP2 ad alzare la coppa di Campione del Mondo.

    Si unisce alla collaudata compagine composta da Johnny Rea e il team Ten Kate lo spagnolo Ruben Xaus, nel Mondiale SBK dal 1998, con trascorsi anche in MotoGP nel 2004 e 2005. Al suo attivo il 32enne catalano ha 11 vittorie e ben 35 podi.

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    Velocissimo Carlos Checa, che porta la sua Ducati in pole position realizzando il nuovo record della pista, ma velocissimo anche il campione del mondo in carica Max Biaggi che quel record della pista battuto dallo spagnolo lo aveva fatto segnare neanche un minuto prima.
    Il romano, apparso molto sereno e contento del risultato, ha dichiarato appena finita la sessione: "si può fare di più perché Checa ha fatto di più, ma ci siamo quasi. Molto meglio dell'anno scorso, è un bell'inizio di stagione".

    Dietro di loro a quattro decimi di secondo un Sylvain Guintoli veloce e consistente, ma mai apparso realmente in grado di poter dare fastidio ai due in vetta. Poi Leon Haslam, che porta la Bmw in prima fila rifilando oltre sette decimi al compagno di squadra (tra l'altro una vecchia volpe come Troy Corser, uno che di Superpole se ne intende visto che è quello che ne ha conquistate di più tra quelli presenti in pista).

    Fa molta impressione pensare che già il quinto classificato, l'irlandese Eugene Laverty, si trovi a quasi un secondo di distacco dai primi due.

    Buona la sesta posizione di Jacob Smrz, visto che il ceco è caduto subito durante il primo giro cronometrato della Superpole 2, sprecando quindi un treno di gomme da tempo. Si è fatto portare in motorino da un commissario ai box e a meno di due minuti dalla fine ha escluso Michael Fabrizio usando il secondo treno buono sulla moto di riserva per rientrare negli otto finalisti, dovendo così affrontare la Superpole 3 con gomme usate.

    Troy Corser, settimo, è andato in crescendo: nella Superpole 1 pareva indietrissimo e destinato a non passare il turno, ed invece zitto zito ha lavorato ed è arrivato fino in seconda fila, anche se abbastanza staccato dal compagno di squadra.

    Marco Melandri ha portato la sua Yamaha in ottava posizione, anche se staccato di 1"7 da Checa, ma dovendosi giocare uno dei due treni di pneumatici da tempo subito nella prima sessione, dove ha passato il turno per il rotto della cuffia passando sotto la bandiera a scacchi.
    Il romagnolo soffre ancora dei postumi dell'operazione alla spalla e dopo un po' di giri il dolore riaffiora.

    Nella Superpole 2 non hanno passato il turno Michel Fabrizio, Tom Sykes, Joshua Waters e Jonathan Rea. L'inglese della Honda ha fatto esattamente come Smrz, uscendo di pista nel primo giro cronometrato, rovinando però molto la moto visto che questa si è impuntata subito dopo che il pilota si era staccato. Poi la corsa verso la pit-lane ed il tentativo di ultimo giro disperato, ma nel suo caso invano.
    L'inglese è stato coraggioso, ma molti si sono preoccupati quando lo hanno visto toccarsi mano e polso infortunati questa settimana subito dopo essere finito a terra.

    Più tranquilla la Superpole 1, con inizialmente tutti in pista con gomme da gara e poi solo quelli a rischio taglio a girare per provare a lottare per andare avanti. Devono però accontentarsi dell quarta fila sullo schieramento Joan Lascorz, Noriyuki Haga, James Toseland e Ruben Xaus.

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    Dominio annunciato quello di Carlos Chca a Phillip Island nella prima manche del Mondiale Superbike 2011. Lo spagnolo del team Althea, dopo esser passato al comando al secondo giro, ha allungato sugli avversari, andando così a vincere la sesta manche della sua carriera in SBK, portando così sul gradino più alto del podio la Ducati, nella prima gara della stoia della SBK senza team ufficiale della Casa di Borgo Panigale.

    Secondo posto per il campione del mondo in carica Max Biaggi, unico in grado di girare sui tempi dello spagnolo della Ducati nei primi passaggi. Per Max questo è un grande risultato, visto che l'Aprilia ha sempre faticato sul tracciato australiano. Gran gara per Leon Haslam, terzo dopo un gran duello con Marco Melandri. Il britannico ci ha messo tanto del suo per portare sul terzo gradino del podio la BMW, mentre il suo compagno di squadra, Corser, è solo decimo.

    Splendida gara per Marco Melandri, al debutto in SBK con una spalla ancora dolorante e soprattutto con poca forza. Il ravennate della Yamaha è stato autore di un bel recupero nei primi passaggi e, fino a cinque giri dalla fine è stato terzo, ma sul finale era visibilissima la sua difficoltà nei cambi di direzione. Marco ha chiuso quinto dopo esser stato bruciato sul traguardo dal compagno di squadra Laverty, altro debuttante in SBK. Comunque Melandri c’è e lo attendiamo quando sarà in piena forma fisica. Molto buona anche la prestazione di Michel Fabrizio, sesto.

    Per quanto riguarda gli altri italiani, a punti anche Roberto Rolfo, undicesimo con la Kawasaki del team Pedercini e Ayrton Badovini, quattordicesimo con la BMW.

    Al via Biaggi è un fulmine, ma dalla prima curva esce per primo il debuttante Eugene Laverty, seguito da Biaggi, Checa, Haslam, Corser e Melandri. Lo spagnolo della Ducati riesce però a superare subito Biaggi e a portarsi in seconda posizione e, all’inizio del secondo passaggio si porta al comando della gara davanti a Laverty, Biaggi, Haslam, Corser e Melandri, sesto. Ottima partenza per Rea, settimo, mentre al terzo passaggio Melandri riesce a sorpassare Corser e si porta in quinta posizione.

    Al quinto giro Biaggi riesce a superare Laverty, così come Haslam, mentre Rea si porta in sesta posizione ai danni di Corser. Mentre esce di scena Guintoli, uno dei protagonisti delle prove, al nono giro Melandri raggiunge e sorpassa il compagno di squadra Laverty e lo passa e si mette in scia ad Haslam, che è terzo, mentre il passaggio successivo anche Rea sorpassa Laverty. All’undicesimo giro Marco Melandri si porta in terza posizione ai danni di Haslam, mentre da dietro sta rinvenendo Fabrizio, settimo.

    Al tredicesimo giro errore di Rea, che arriva lungo in una staccata e perde la quinta posizione, rientrando tredicesimo, mentre Fabrizio raggiunge e sorpassa Laverty, portandosi così in quinta posizione. A cinque giri dalla fine Melandri è cotto, viene attaccato e superato da Haslam, e al fotofinish viene sorpassato anche da Laverty e chiude quinti quinto, davanti a Michel Fabrizio Fabrizio.

    Doppietta (annunciata) di Carlos Checa a Phillip Island, nella prima prova del Campionato Mondiale Superbike 2011. Lo spagnolo è stato al comando nei test di inizio settimane, in tutte le sessioni di prove e qualifiche (solo nel warm up bagnato della mattina non è stato davanti) e ha vinto entrambe le manche dominandole. Per lo spagnolo della Ducati è la terza doppietta della carriera, la settima vittoria in SBK.

    Gran duello per gli altri due gradini del podio tra Max Biaggi, secondo e Marco Melandri, terzo. I due italiani hanno lottato per tutta la seconda parte di gara, con il ravennate della yamaha ancora più efficace rispetto a Gara 1 dopo aver effettuato delle modifiche (vincenti) sulla sua R1.

    Un podio, quello di Gara 2 della Superbike, tutto di ex della MotoG P. Primo pilota che non proviene dal Motomondiale Jonathan Rea, quarto con la Honda. Il nordirlandese, rispetto a Gara 1, è partito più tranquillo e ha portato a casa un gran risultato (soprattutto dopo il botto nei test e quello in prova), che ha preceduto altri due giovani: Leon Haslam, quinto con la BMW e Leon Camier, resuscitato dopo una Gara 1 terribile e sesto sotto la bandiera a scacchi. Seguono poi Haga e Fabrizio, mentre Rolfo, con la Kawasaki del team Pedercini, ha tagliato il traguardo dodicesimo.

    Al via è Haslam il più veloce, ma presto viene passato da Checa che, una volta al comando allunga subito sul gruppo egli inseguitori. Intanto dietro Haslam guida un gruppo composto da Melandi, Corser, Biaggi e Laverty. L’italiano della Yamaha riesce a riesce a passare il britannico e si porta in seconda posizione, mentre Biaggi si fa largo tra i due piloti BMW e si porta in terza piazza. Corser è molto aggressivo, ma arriva lungo al tornantino e perde diverse posizioni.

    All’ottavo passaggio Biaggi passa Melandri, mentre Laverty scalza Haslam e si porta in quarta posizione. Intanto subito dietro ci sono Haga, e Fabrizio.

    Al quattordicesimo passaggio Melandri attacca e sorpassa Biaggi, ma il campione del mondo risponde poco dopo, tornando in seconda posizione. Due giri dopo Melandri ripassa Biaggi, approfittando di un piccolo errore del romano che però, dopo il traguardo, sfruttando tutta la velocità della sua Aprilia si riprende la seconda piazza.

    A quattro giri dalla fine, solito attacco (riuscito) di Melandri, con successiva risposta di Biaggi in fondo al rettilineo di partenza. Alla fine Max riesce a contenere il ravennate, chiudendo così nuovamente secondo. Terzo Marco Melandri, al primo podio della carriera in Superbike.

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    Carlos Checa conferma il suo grande momento di forma, andando a centrare la sua seconda Superpole stagionale a Donington Park. Lo spagnolo della Ducati ha sparato un giro clamoroso a pochi minuti dalla bandiera a scacchi della Superpole 3, piazzando un 1'28"099 che è stato immediatamente chiaro che sarebbe stato irraggiungibile per tutti.

    Anzi, non fosse stato per una gomma da tempo che lo ha abbandonato abbastanza in fretta, il pilota del team Althea forse sarebbe anche riuscito a scendere sotto al muro dell'1'28". Uno strapotere certificato anche dal vantaggio che il leader del mondiale è riuscito a rifilare al diretto inseguitore Leon Haslam, staccato di quasi tre decimi con la sua BMW.

    La prima fila è poi completata dall'ottima Kawasaki di Tom Sykes e dall'altra Ducati di Jakub Smrz. Sono i protagonisti della seconda fila però che hanno regalato scintille: in quinta e sesta piazza scatteranno le due Aprilia RSV di Noriyuki Haga e Max Biaggi, con il giapponese che è stato polemico con il romano, che lo ha ostacolato nel corso di un giro che lo avrebbe potuto portare in prima fila.

    A scaldare ancora di più l'ambiente ci ha pensato però Marco Melandri, rimasto fuori dalla Superpole 3 proprio a causa di un'incomprensione con Biaggi (prima Max ha ostacolato Macio, poi c'è stata la risposta del ravvenate). Entrambi si sono lanciati accuse pesanti al termine delle prove, con tanto di faccia a faccia acceso in corsia box, che lascia presagire un duello infuocato nelle gare di domani.

    Tornando alla seconda fila, in questa c'è spazio anche per la terza Aprilia, cioè quella di Eugene Laverty e anche per la Castrol Honda di Jonathan Rea, che ha fatto del suo meglio per stare davanti nonostante i dolori che lo continuano ad infastidire in seguito all'infortunio rimediato nei test di Phillip Island.

    Oltre a Melandri, anche Michel Fabrizio è stato eliminato al termine della Superpole 2 e domani prenderà il via dall'undicesima piazza. Il pilota romano ha spiegato di avere bisogno di ancora un pò di tempo per affinare il feeling con la sua Suzuki, ma spera di poter ripetere le buone gare fatte vedere in Australia.

    Da segnalare, infine, la brutta caduta di cui è stato vittima Eugene Laverty: il pilota britannico è finito fuori pista nei pressi delle esse veloci e la sua Yamaha R1 è stata sbalzata in aria, ricadendogli molto vicina. Per fortuna per Eugene si è trattato però solo di un grande spavento.

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    Non c'è due senza tre: dopo aver conquistato la Superpole nei primi due appuntamenti della stagione, Carlos Checa si è confermato praticamente imbattibile sul giro secco anche ad Assen, mettendo ancora una volta davanti a tutti la sua Ducati 1198.

    La sensazione, quindi, è che il portacolori dell'Althea Racing si fosse un pò nascosto nelle prove libere ed in quelle ufficiali, per poi piazzare la zampata vincente quando contava veramente. Nella Superpole 3 il leader del mondiale ha sfoderato un clamoroso 1'35"292, con cui è riuscito a rifilare quasi tre decimi al favoritissimo per la pole Jakub Smrz.

    Il pilota ceco della Liberty Racing è rimasto in linea con le prestazioni di Checa per tutto il giro, perdendo poi nell'ultimo settore, che invece nelle sessioni precedenti era stato il suo punto forte. Dunque, davanti a tutti ci sono due bicilindriche di Borgo Panigale.

    La prima fila è poi completata dalla sorprendente Yamaha di Eugene Laverty, risalito nella Superpole dopo aver faticato in precedenza, e "Nitronori" Haga, che quindi è risultato il più veloce tra i piloti Aprilia. Del resto Max Biaggi ha dovuto rinunciare alla sua moto "titolare" dopo la caduta nelle libere e si è dovuto accontentare del sesto tempo, alle spalle anche della Honda di Jonathan Rea.

    Va peggio a Marco Melandri, finito ruote all'aria proprio quando stava ottenendo la sua miglior prestazione: il ravennate della Yamaha dunque completerà la seconda fila in ottava posizione, accanto a Tom Sykes.

    Era stato un fuoco di paglia invece il tempo sparato da Troy Corser nell'ultimo turno di libere: sia l'australiano che il compagno di squadra Leon Haslam hanno faticato a trovare il feeling con le loro BMW ed hanno finito per essere eliminati al termine della Superpole 2.

    Peccato, infine, per Michel Fabrizio, eliminato per problemi di traffico al termine della Superpole 1. Il pilota della Suzuki stava realizzando un tempo che gli avrebbe permesso di entrare tranquillamente nel secondo segmento, quando ha trovato sulla sua strada Ayrton Badovini, che lo ha rallentato non accorgendosi del suo arrivo.

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    Jonathan Rea conferma ancora una volta di avere un feeling particolare con il tracciato di Assen: alla doppietta conquistata un anno fa, il britannico della Honda Ten Kate ha fatto seguire oggi la vittoria di gara 1, centrando quindi la terza vittoria consecutiva tra le pieghe del tracciato olandese.

    Johnny è subito scattato benissimo dalla seconda fila, riuscendo subito a scappare in fuga in tandem con Max Biaggi. I due sono rimasti a contatto praticamente per tutta la distanza della corsa, ma negli ultimi tre-quattro giri Rea è riuscito a costruirsi un margine di sicurezza, tenendo a distanza il campione del mondo in carica, che comunque porta a casa punti importanti per sé e l'Aprilia.

    Sul terzo gradino del podio sale il leader del mondiale Carlos Checa. Dopo aver condotto nei primi passaggi, il portacolori della Ducati Althea ha capito subito di non essere in grado di reggere il passo dei primi due e quindi ha optato per una gara accorta, che gli ha permesso di confermarsi ancora una volta sul podio.

    Dietro di lui si è assistito ad un bellissimo duello tutto tricolore tra Marco Melandri e Michel Fabrizio, nel quale ha avuto la meglio il portacolori della Yamaha con un sorpasso perentorio alla chicane finale, arrivato a quattro tornate dalla bandiera a scacchi. Entrambi forse avrebbero potuto fare anche qualcosina in più, ma hanno pagato una brutta partenza ed una posizione arretrata sulla griglia di partenza.

    Seguono poi Troy Corser ed Eugene Laverty, le cui capate nelle prime posizioni ad inizio gara si sono rivelate solo un fuoco di paglia, così come quelle di Tom Sykes, 14esimo alla fine con la Kawasaki. Sfortunata la conclusione della gara dei due portacolori della Liberty Racing, con Jakub Smrz che è caduto, finendo per portare a terra con sé anche il compagno Sylvain Guintoli. Va detto però che il ceco stava deludendo, perchè era solamente ottavo dopo aver mostrato un grande passo per tutto il weekend.

    Gara da dimenticare anche per Noriyuki Haga, Leon Camier e Leon Haslam. I due portacolori dell'Aprilia sono stati costretti al ritiro per problemi tecnici alle loro RSV4, che li hanno penalizzati fin dalle primissime fasi. Quello della BMW invece è caduto dopo poche tornate, riuscendo comunque a tagliare il traguardo in 12esima piazza.

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    Ancora lui, Carlos Checa! Dopo aver lasciato la scena a Marco Melandri e Jonathan Rea nelle ultime due manche, in gara 2 ad Assen il leader del Mondiale Superbike è tornato perentoriamente sul gradino più alto del podio, centrando il quarto successo in sei gare.

    Lo spagnolo questa volta ha azzardato, montando una gomma morbida al posteriore della sua Ducati 1198 del Team Althea e la scelta ha pagato, consentendogli di prendere subito la testa della corsa e di andare in fuga in coppia con Max Biaggi.

    I due veterani della SBK hanno sfoderato un passo veramente insostenibile per tutto il resto del gruppo e si sono giocati la vittoria fino all'ultimo metro di gara. Il campione del mondo in carica era riuscito a portare la sua Aprilia RSV4 al comando all'inizio del terz'ultimo giro, ma alla fine ha prevalso la grinta del suo avversario, che al penultimo giro lo ha superato con una manovra fantastica all'ultima chicane.

    In quel frangente "Il Corsaro" è parso un pò spiazzato dall'attacco del ducatista, che quindi ne ha approfittato per costruirsi un leggero margine, che poi ha gestito magistralmente in un ultimo giro spinto veramente ad un ritmo infernale.

    Dopo la vittoria di questa mattina, Jonathan Rea questa volta si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio. Solo nella parte centrale della corsa il portacolori della Honda Ten Kate ha dato la sensazione di poter riagganciare il tandem di testa in coppia con Marco Melandri, ma poi ha capito che oggi non c'era niente da fare e si è accontentato della terza piazza.

    E' terminata con sei giri di anticipo invece la corsa del ravennate, finito ruote all'aria mentre provava a tenere la scia di Rea. Il quarto posto è andato quindi a Leon Camier, protagonista di una gara solitaria, che però gli è valsa punti importanti per la classifica.

    Bellissima, infine, la volata finale per la quinta piazza, che ha visto coinvolte ben sei moto: a spuntarla alla fine è stata la BMW di Leon Haslam, che ha preceduto la Yamaha di Eugene Laverty e la Suzuki di Michel Fabrizio. Solo ottavo invece Noriyuki Haga, crollato nel finale dopo essere rimasto con i primi all'inizio. Dietro di lui le due Ducati della Liberty Racing, con uno Jakub Smrz ancora deludente rispetto alle aspettative che aveva creato in qualifica.

    Nella classifica del campionato, dunque, diventa sempre più ampio il margine di Carlos Checa, che ha 43 lunghezze di vantaggio nei confronti di Max Biaggi. Scivola al terzo posto Marco Melandri, 4 punti più indietro rispetto al romano.

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    La lite di Donington Park con Marco Melandri aveva fatto riaffiorare un Max Biaggi polemico e litigioso che sembrava essere sparito con il suo approdo in Superbike. Oggi però "Il Corsaro" ha dimostrato una volta di più di essere più maturo rispetto ai tempi della MotoGp e che quello di un mese fa è stato solo un incidente di percorso, seppellendo l'ascia di guerra nei confronti di Valentino Rossi.

    "Gli attriti passano e si va avanti, ognuno guarda le proprie cose, ma Valentino è stato per me, per anni, comunque, il mio Coppi o il mio Bartali" ha detto il campione del mondo in carica delle derivate di serie oggi in Campidoglio, dove è stato premiato dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, con una medaglia di bronzo di Roma Capitale.

    Max ha anche aggiunto che ora i rapporti con il ducatista non sono più tanto burrascosi come un tempo: "Ormai siamo un po' più maturi, corriamo in due campionati diversi, non siamo più adolescenti e riconosciamo ognuno l'operato dell'altro, il lavoro fatto che anche a lui è riuscito molto bene, forse meglio".

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